Capodanno 2021

(Maria De falco Marotta)   Le persone hanno cominciato a respirare da quando lo scorso 27 si sono cominciati a distribuire i vaccini anti-Covid (la brutta bestia che ha tenuto i cuori dell’umanità appeso ad un filo) e iniziano a fare progetti per Capodanno.  
- La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell'anno che possono essere rispettati più o meno strettamente come quello di vestire biancheria intima di colore rosso, oppure di mangiare lenticchie  a cena il 31 dicembre come auspicio di ricchezza per l'anno nuovo e un'altra tradizione prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.
- In Spagna c'è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio (il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid).
- In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta per far entrare l'anno nuovo.
- In tutta l'ex Unione Sovietica è usanza scambiarsi e aprire i regali. Spesso vengono regalati cioccolatini o pupazzetti corrispondenti all'animale simbolo del calendario cinese dell'anno che verrà.
- In Ecuador e in Perù si esibiscono fuori la propria abitazione dei manichini di cartapesta (a volte con le sembianze di personaggi famosi, calciatori, etc.) riempiti di petardi così da bruciare ed esplodere ai rintocchi della mezzanotte.
- In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè e ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l'arrivo di un nuovo anno (si ritiene infatti che questo sia il numero dei peccati che una persona commette in un anno e che in tal modo ci si purifichi).
In tanti paesi che seguono il calendario Gregoriano, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Italia e altri, il Capodanno è anche una festa civile. In molti paesi, se il 1º gennaio cade di sabato o domenica, allora il venerdì precedente o il lunedì successivo sono anche festivi. Israele è il solo paese che, pur usando il calendario gregoriano, non celebra il Capodanno come festa pubblica, nondimeno, molti israeliti che vivono specialmente in Nord America o in Europa lo festeggiano privatamente.

Le origini pagane del Capodanno
I Romani chiudevano l’anno con i Saturnali, le feste in onore del dio Saturno, e festeggiavano l’inizio del nuovo, il 1°gennaio, con le celebrazioni in onore del dio romano Giano, da cui trae origine il nome del mese di Gennaio.
Fu il calendario giuliano, ovvero il calendario promulgato da Giulio Cesare nella sua qualità di pontefice massimo nel 46 a.C., a fissare l’inizio dell’anno il 1° gennaio, mentre prima era il 1° marzo.
Il dio Giano, che non trova riscontro in altre mitologie, fu tipicamente italico e latino. Il termine Janus evoca la porta, in latino ianua, sia quella della casa privata sia quella delle vie della città. Giano è considerato dio dell’apertura e dell’inizio, cioè del principio di ogni azione: non era infatti possibile intraprendere nessuna impresa militare, commercio o lavoro artigianale e nessuna cerimonia, pubblica o privata, senza essersi propiziati il suo favore, per poter essere condotta a termine con soddisfazione. Per questo, la prima preghiera in ogni simile occasione era sempre rivolta a Giano. Questo dio proteggeva anche il principio della vita, ovvero il concepimento; allo stesso modo si era convinti che presiedesse alla nascita del mondo e di tutte le creature. Fu dunque definito in tal senso Janus Pater, padre di tutti gli uomini, di tutta la Natura e dell’Universo. Proprio perché divinità degli inizi, a Giano era sacro il primo mese dell’anno, Ianuarius, Gennaio, e la festa del dio cadeva appunto il primo giorno dell’anno.
A questa divinità, i sacerdoti offrivano farro e focaccia per propiziare i raccolti del nuovo anno. Quello stesso giorno i Romani usavano far visita agli amici, scambiarsi doni, fare offerte di focacce e di incenso al dio dell’inizio.
Di Giano si diceva che fosse stato il primo re del Lazio, prima ancora dell’arrivo di Saturno (il greco Crono); questi sarebbe stato ospitato proprio da Giano dopo essere stato detronizzato dal figlio Giove (il greco Zeus). Per l’ospitalità ricevuta, Giano ricevette dal dio Saturno il dono di vedere sia il passato sia il futuro, all’origine della sua rappresentazione bifronte.
Dimora del dio Giano era il colle del Gianicolo, che in latino significa appunto “luogo abitato da Giano”. Da qui il dio avrebbe regnato sui primitivi abitanti del Lazio insegnando loro l’agricoltura, i costumi del vivere civile e il rispetto della legge.
Poiché era il dio addetto alla sorveglianza della porta (sia quella della casa privata che quella delle vie della città), da cui si entra e si esce, veniva rappresentato con due volti, da cui l’appellativo di Giano bifronte: con una faccia guardava verso l’entrata e con l’altra l’uscita, l’inizio e la fine.
Il tempio a lui dedicato nel Foro Romano rimaneva aperto in occasione di imprese militari e belliche, ma sbarrato solennemente in tempo di pace. Quindi di Giano veniva esaltato anche il ruolo di custode della pace. Del tempio non ci sono resti; è rimasto solo una raffigurazione del tempio (chiuso) nel Foro su un moneta di Nerone del 66.

Tra le numerose mogli e compagne indicate, sua moglie Giuturna (o anche Juturna o Iuturna) era la ninfa delle fonti e delle sorgenti che, amata da Giove, ne ottenne l’immortalità (Ovidio, Fasti). A Roma, Giuturna era venerata nel Foro della città, presso il Lacus Iuturnae, vicino al Tempio di Vesta, uno specchio d’acqua cui venivano attribuite proprietà salutari, e nel tempio che le era dedicato nel Campo Marzio (oggi Largo di Torre Argentina) costruito nel 241 a.C. per volere di Gaio Lutazio Catulo per celebrare la vittoria su Cartagine nella Battaglia delle isole Egadi, conclusiva della prima guerra punica.
La Fonte di Giuturna collocata nel Foro Romano, vicino al tempio di Vesta
 
Tempio di Giuturna nel Campo Marzio, oggi Largo di Torre Argentina
In onore di Giuturna venivano celebrate le Iuturnalia, che avevano luogo nel mese di Gennaio ed erano seguite soprattutto da quanti si occupavano della manutenzioni delle fonti e degli acquedotti.
In quanto moglie del dio Giano, Giuturna generò Fonto (Fontus o Fons), divinità a sua volta legata al culto delle acque e venerata in Roma presso un tabernacolo eretto sul Gianicolo.
Nell’Eneide di Virgilio Giuturna viene menzionata come sorella di Turno re dei Rutuli.

Per dimenticare il pessimo presente dell’Italia, è meglio ricordare il nostro passato, così bello e consolante. Auguri a tutti/e con sincerità e buona salute.

Maria de falco Marotta
Cultura e spettacoli