The lives to come Futuro della scienza (e della cura dei tumori)

The lives to come (la vita che verrà).
di: Maria de falco Marotta
La tredicesima edizione della conferenza internazionale sul futuro della scienza si è tenuta a Venezia, il 21- 22 settembre 2017, con grandi scienziati che dialogano con la società civile.
L’esordio è avvenuto nel nome di Umberto Veronesi   che iniziò questo bellissimo dialogo tra gli scienziati e gli uomini e donne della società. The Future of Science, dal titolo The lives to come (la vita che verrà), s’è aperta nel ricordo dell’ideatore nonché presidente.
«Le sue idee ci mancano, ma se siamo qui è perché il pensiero di Umberto ha aperto un solco lungo il quale continuiamo a camminare con umiltà», ha affermato Chiara Tonelli, presidente di The Future of Science e del comitato scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. «Compassione, capacità d’ascolto, solidarietà, tolleranza e realizzazione personale: questa è soltanto una sintesi di ciò che ha rappresentato Umberto per la nostra società», ha aggiunto Kathleen Townsend Kennedy, che assieme a Tonelli, a Giada Tronchetti Provera (Fondazione Tronchetti Provera), a Giovanni Bazoli (Fondazione Cini) e a Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Veronesi, ha dato il via ai lavori della conferenza.
Tra i temi più seguiti vi è stata la medicina di precisione e i suoi risultati, presentati da Paolo Veronesi che ha anche detto che  la nutrizione è elemento di prevenzione e terapia,  però nella realtà dei fatti seguire un'alimentazione e uno stile di vita sano non sempre è alla portata di tutti, soprattutto in termini di costi. Ecco perché è l'intero sistema di accesso alle risorse alimentari che deve essere cambiato. Come ce lo spiega Elio Riboli, docente di sanità pubblica all'Imperial College di Londra e all'Humanitas University di Milano, intervenuto a The Future of Science.
Dei progressi registrati negli ultimi anni nella lotta al cancro ha parlato Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, struttura nella quale Veronesi portò avanti gran parte della sua attività di ricerca e clinica: «La ricerca si sta dirigendo sempre più verso la medicina personalizzata. La caratterizzazione con cui i pazienti vengono inseriti negli studi clinici è sempre più accurata. Questa opportunità, frutto del progresso scientifico, ci permette di avere gruppi di studio sempre più omogenei. I risultati di questi lavori consentono oggi agli oncologi di mettere a punto terapie mirate sempre più efficaci su campioni selezionati di pazienti. Non si tratta di un approccio selettivo, ma di un’opzione senza la quale non saremmo arrivati ai risultati attuali, che ci permettono di far sopravvivere al cancro oltre sei pazienti su dieci». Considerazioni a cui si sono aggiunte quelle di Pier Giuseppe Pelicci, direttore della ricerca all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, per vent'anni braccio destro di Umberto Veronesi. «La ricerca negli ultimi vent'anni ha compiuto progressi enormi: siamo passati dalla conoscenza del genoma umano alla possibilità di manipolarlo, attraverso l'esplosione delle metodiche di editing. Ma il successo è ancora lontano. Conosciamo poco l'impatto del rischio genetico e ambientale, non siamo ancora in grado di misurare l'impatto di quest'ultimo sulla salute. La sfida, per noi, prosegue. Ma c'è bisogno di un impegno costante per sostenere la ricerca scientifica».
È toccato a Chiara Tonelli fare da trait d'union tra la prima sessione e quella di venerdì: in cui sono risaltati gli interventi di Helga Nowotny, Giuseppe Testa, Alberto Mantovani ed Elio Riboli. Il ruolo dell'etica nella scienza, la necessità di costruire un filo diretto costante tra gli scienziati e la società, l'impatto dell'immunoterapia nella lotta al cancro e della nutrizione come elemento di prevenzione per i tumori e, più in generale, per le malattie croniche non trasmissibili. Sono stati questi i temi più attuali dell'edizione di The Future of Science 2017.

 

Maria de falco Marotta
Cultura e spettacoli