Sulla rotta di Colombo (Bongiolatti)
“ Patria ei non ha che il cielo, l’artista”. Per Spero Bongiolatti, alfiere valtellinese del Bel Canto sulla rotta di
Colombo in una fantastica cavalcata tra centro America, i Caraibi Francesi e quelli Inglesi (Martinique,
Guadalupe, Barbados, Aruba, Antigua, Bonaire, Grenada, Curaçao, Santa Lucia), tutto è cominciato una
turbinosa sera d’autunno inoltrato, vissuta tra umbratili pensieri e palpiti inespressi di un vano cercare tra
sterili vanità di un mondo alla deriva. Assiso in solitudine sugli scogli riarsi dalla salsedine su cui si infrangeva
il fragore dell'oceano, dinanzi alle Colonne d'Ercole, tra le sponde ispaniche e quelle africane di Gibilterra,
porte spalancate sui sogni di novelli ulissidi a compieta, aveva udito in un brivido la voce di Dio che lo
invitava a mettersi in viaggio verso mondi nuovi per diffondere il suo inno alla vita e alla fratellanza.
Attraverso la sua voce. E così Bongiolatti si è messo in cammino, come un apostolo fidente, con l'unica
bisaccia a tracolla colma di emozioni e canzoni. Ovunque ha portato il fervore solare delle arie d'opera
rossiniane, il fulgore cristallino delle romanze di Schubert e Leoncavallo, la drammaturgia taumaturgica di
Verdi e Puccini, vellicando le sensazioni più scenografiche di “Nuovo cinema Paradiso”, “La vita è bella” o
l'immortale “C'era una volta il West”, percorrendo le vie di Caruso “là dove il mare luccica e soffia forte il
vento”. Oppure cantando la compagna della sua vita con la sua stupenda “Sei”, sempre più reclamata nei
suoi concerti dai suoi numerosissimi aficionados che seguono fedelmente ogni suo passo. “Sono grato per
questa esperienza in Centro America davvero incredibile. Riuscire a portare nel mondo il mio modo di
concepire il Bel Canto dall’Ottocento alla canzone contemporanea, credo sia il più grande successo per me,
un sogno che si sta avverando. Canto Donizetti come Morricone pensando solo all’anima del Compositore
nella Musica e nelle Parole. Questa lunga tournée mi ha confermato che il modo di cantare “lirico e
operistico” non è antico. Anzi piace a grandi e piccoli, ma deve poter emozionare e per poter emozionare
bisogna emozionarsi. Quando ci si riesce, il momento diventa Magia. Io continuo a studiare ogni giorno e mi
metto in gioco con tanta umiltà e impegno e posso dire con fermezza di essere grato alla Vita e grato a Dio”,
è la confessione di un insuperabile artigiano al servizio della Lirica. Tra le sue emozioni più profonde quella
nel santuario di Madonna di Guadalupe, la Vergine a cui Bongiolatti è sinceramente devoto, come Cristoforo
Colombo che, prima di avventurarsi nel pelago oscuro alla ricerca di una nuova via per le Indie, si era
fermato in preghiera presso Nostra Signora di Guadalupe della torrida terra andalusa a chiedere la sua
materna benedizione. Dall’alto qualcuno vigila attentamente su di lui, come una buona stella, e mai
l’abbandona. Proprio come la musica che parla al suo cuore per diffondere con la sua voce un messaggio di
pace e d’amore.