MOLA. Personaggi: Vyacheslav Akhunov, Bruno Musso, Paola Caridi
Vyacheslav Akhunov
In anteprima mondiale alla Laura Bulian Gallery, è stata presentata lo scorso 11 dicembre la prima mostra personale in una galleria d’arte dell’artista uzbeko Vyacheslav Akhunov (1948, Osh, Kyrgyzstan), a cura di Marco Scotini, critico d’arte e curatore indipendente laureato in Estetica. E' stato allievo di C.L. Ragghianti e membro della Fondazione Ragghianti di Lucca dal 1996 al 2003. Ha tenuto seminari presso importanti istituzioni internazionali, dal MAMCO di Ginevra alla SAPS di Mexico City).
Saranno in mostra diversi dei suoi lavori più rappresentativi, tra cui l’installazione Breathe Quietly, 1976-2013, appena esposta alla 55-Biennale di Venezia nel Padiglione Asia Centrale. Vyacheslav Akhunov è un artista poliedrico perché è filosofo e scrittore ed anche nelle arti figurative espone collages, dipinti, installazioni, performance, azioni e video. Artista “periferico” a Tashkent, egli ha privilegiato l’esperienza del Concettualismo Moscovita degli anni ’70. Akhunov impiega in modo molto concettuale tutto la paccottiglia della propaganda sovietica (in alcuni casi non paccottiglia) e la utilizza per il cosiddetto art-chive per una forte critica sociale e umana alla realtà sovietica. Per questa ragione egli analizzato anche con scritti negli anni ’70 svariati saggi sul suo modo di intendere l’arte, chiarita come 'social-modernism'. Il personaggio su cui ha puntato l’attento sguardo Vyacheslav Akhunov tra il 1976 e il 1983 è Lenin, con la copiosa serie di disegni e collage Red Line esposta in mostra. Accorto e acuto il suo modo di tenere appartata la sua opera nel lungo periodo della dominazione sovietica. L’opera di Akhunov è stata fino ad oggi esposta in importanti musei e istituzioni in tutto il mondo, tra cui: MuHKA Museum, Anversa (2010,2013), Documenta (13), Kassel (2012), New Museum, New York (2011), Centre Pompidou - Musée National d'Art Moderne, Parigi (2008), Philadelphia Museum of Art e Kiasma , Helsinki (2007). Le sue opere quest’anno sono state esposte alla 55.Biennale di Venezia, alla 5° Biennale di Mosca e alla Biennale di Singapore. Vyacheslav Akhunov nacque nel1948 in Osh, Kyrgyzstan. Egli vive e lavora a Tashkent, Uzbekistan (CARLO MOLA)
Titolo: The Red Line. A cura di Marco Scotini Sede: Laura Bulian Gallery - via Montevideo 11 Milano. Orari: dal martedì al sabato 15.00-19.00. Ingresso libero. Apertura sino a sabato 22 Marzo 2014 LAURA BULIAN GALLERY via Montevideo, 11 20123 Milano
www.laurabuliangallery.com info@laurabuliangallery.com
Bruno Musso
Abbiamo voluto parlare di un libro scritto da una personalità del mondo imprenditoriale perché ci è parso giusto in un’epoca di “incasellamenti” e non attenzioni e di preconcetti si parli anche uomini di questo tipo. Di Bruno Musso (classe 1939), si dovrebbe e potrebbe scrivere moltissimo: per la qualità non comune del personaggio che fu tra l’altro ex amministratore delegato di Ansaldo Finmeccanica, ma il fermarci su di lui sarebbe oggi in questi giorni, fuorviante per quello che vogliamo dire. Invece abbiamo l'intenzione di fissare la mente su di un recente libro di Bruno Musso dove egli prosegue le sue riflessioni teologiche, intraprese ancor giovane, con un’impegnativa opera sui vangeli scritto in forma epistolare al nipote Tommaso. Il Cardinale, Dionigi Tettamanzi, scrive, nella prefazione al libro, “In cinque capitoli l'autore intende mostrare, in primo luogo, il volto misericordioso del Padre, la salvezza offerta a tutti senza preclusioni né privilegi, in una visione integrata di Nuovo e Antico Testamento particolarmente attenta a Israele, al suo ruolo, alla sua difficoltà ad accogliere Gesù, con l'interrogativo che ne viene e che Gesù fa proprio e tuttora ci rivolge: ‘E voi chi dite che io sia?’ ” Bruno Musso inizia dall’antico legame spirituale con il cardinale Carlo Maria Martini sin dagli anni giovanili degli studi universitari al Politecnico di Torino, poi alla partecipazione alla Messa nella Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme in occasione del suo 41˚ anniversario del matrimonio, sin dagli ultimi commoventi incontri di Gallarate prima della morte. (Chi scrive queste modeste righe ha un ricordo particolare con il Centro di Gallarate). Eccoci dunque in questo Natale 2013, pieno di inquietudini personali e sul mondo odierno a meditare con Musso e con il suo libro. Quando Gesù ci mostra il Padre: i passi trattati nel libro sono quelli del padrone della vigna (Matteo 20, 1-16), del figliol prodigo (Luca, 15, 23-32), dell'incontro al pozzo con la samaritana (Giovanni 4, 5-42). Dove Gesù porta a termine gesti e dice parole forti e alte e nel contempo così scandalose e rivoluzionarie. Eterne. Che ci convincono che Lui è il figlio di Dio. E se non bastasse Musso accenna qui anche al rivoluzionario “Magnificat. Il Magnificat della giovane Maria pronunciato in casa della cugina Elisabetta: “Ha disperso i superbi, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi”. E dal Magnificat si passa nel secondo capitolo del libro al manifesto delle beatitudini rivolto agli afflitti, ai miti, ai misericordiosi, ai puri di cuore, agli operatori di pace, ai perseguitati per causa della giustizia. E ai “poveri in spirito”, questa di Matteo su cui anche chi scrive ebbe modo di meditare profondamente con il compianto Monsignor Fogliani, per poi passare con Luca dove ci si sofferma maggiormente sullo stato di povertà (beati voi poveri). E qui Musso si pone una domanda che ci poniamo tutti noi “se per tutti è difficile lasciare denaro e comodità, non ci riuscirà più facilmente chi avrà fame e sete di giustizia e darà del suo ai poveri per farsi loro prossimo? Il libro continua con profonde meditazioni anche negli altri capitoli e vi può veramente accompagnare in questi giorni adatti a meditare. (CARLO MOLA)
Bruno Musso”E voi chi dite che io sia ? Con Gesù nazareno in Galilea nel mondo nel segno di Carlo Maria Martini” Genova 2013
Paola Caridi
In questo inizio di 2014 vorremmo fermarci su una delle questioni più dibattute e complesse di questo periodo ed ancora assai preoccupante: le vicende del Medio Oriente ed il Nord Africa e lo faremo con le opere di Paola Caridi ed in particolare con l’ultima.
Paola Caridi (Roma, 2 maggio 1961) è una giornalista e scrittrice italiana che collabora con numerose testate sulle pagine culturali: Limes, Sole24Ore, La Stampa, Famiglia Cristiana, Terra, Il Fatto online, e anche giornali del Gruppo Editoriale Espresso-Repubblica. Fra l’altro è stata una socia fondatrice dell’associazione di giornalisti indipendenti 'Lettera22'. Tante altre cose dovremmo scrivere per una biografia assai importante ma qui non è una biografia; è solo una parte delle attività della Caridi ovvero il suo attento approfondimento degli eventi del mondo arabo. Poi analizzeremo in breve, il suo ultimo libro. Nel 2007 la Caridi ha scritto, per la casa editrice Feltrinelli, 'Arabi Invisibili', vincendo il Premio Capalbio 2008. Di questo libro è stata pubblicata una versione in arabo, pubblicata al Cairo nel settembre del 2011, dopo la Rivoluzione Egiziana, con la prefazione di ʿAlāʾ al-Aswānī.
Ci si deve allora fermare un momento e parlare di ʿAlāʾ al-Aswānī (Il Cairo, 26 maggio 1957) che è uno scrittore tra i più influenti nel mondo culturale egiziano e non solo. I suoi romanzi ”Palazzo Yacoubian”, “Chicago”,ʿ “Se non fossi egiziano” sono libri che hanno ottenuto un enorme successo per la grande capacità nel comprendere la vita esuberante dell'Egitto in tutti i suoi contrasti. Spesso, dalla critica, egli viene paragonato al Premio Nobel per la letteratura Negīb Maḥfū. La nostra Paola Caridi nel 2009, per i tipi della Feltrinelli, ha pubblicato Hamas, la cui versione in lingua inglese (From Resistence to Government?) è stata pubblicata da Passia, a Gerusalemme est, nel febbraio 2010. Ed ancora altre opere che la fanno una delle più affermate ed attente studiose del mondo arabo e della Thawra (che in arabo significa "Rivoluzione"). Siamo così arrivati a questo ultimo libro “Gerusalemme senza Dio” pubblicato sempre dalla Feltrinelli. Ed è qui che nella Caridi si scoprono, ancor più di prima, le sue qualità di grande giornalista ma anche di scrittrice finissima. Una scoperta anche poetica. Ella infatti ci parla della leggenda di Gerusalemme di “tramonti silenziosi” e “albe incantate”. Ma, Gerusalemme non è la Città Tre Volte Santa aggiunge la Caridi. Gerusalemme e una città dura e chiusa rovinata da infinite guerre, dove le religioni si scontrano, e le lotte politiche sono continue e contrapposte. Un luogo anche pieno di fascino ma emblematico del dolore del mondo.
Del libro se n’è discusso all’ISPI di Milano con Paolo Branca, Università Cattolica, con la stessa Paola Caridi, con Stefano Jesurum, scrittore e giornalista, Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo e Direttore, ISPI, Paolo Manca, UNIFIL e cioè United Nations Interim Force in Lebanon (CARLO MOLA).