L’universo menzognero di “Dirty Liar”

(Nello Colombo)  Viaggio nell’ignoto mistico di un metaverso ciclico in espansione il nuovo singolo “Dirty Liar” di Fabio Gómez cantautore italo-spagnolo reduce dal lancio mondiale di “Librame” con la versione inglese intitolata “Let me be” che hanno riscosso un incredibile successo su YouTube e con un tour mediatico che ha coinvolto con ottimi risultati il pubblico latino-americano e spagnolo. “Mi sono messo in gioco a 360 gradi, cercando di vedere non solo i fatti accaduti, ma il lavoro è stato quello di capire l’intrigo, la dinamica e la mente diabolica del bugiardo patologico e di come riesca a mettersi luce languidamente con i suoi trucchi da bravo prestigiatore. Un lavoro nato da una pura ispirazione, lavorando fuori dagli schemi cercando la pura originalità, negli arrangiamenti musicali e nella messa in scena del videoclip”, confida il cantautore che si è avvalso dell’opera di MOOD 5 artista e produttore svizzero di origini italiane, noto compositore e arrangiatore di House, Elettro Dance, Music Funk Club e Chillout, inserito nella chart di M4Music per la radio nazionale svizzera DRS. C’è poi Marco Zangirolami di Milano che ha curato parte degli arrangiamenti, audio della voce, mastering: musicista, compositore, produttore, arrangiatore ed ingegnere del suono di Milano, vanta importanti collaborazioni con artisti del calibro di Fedez, Big Fish, J-AX, Elisa, Emis Killa, Giorgia, Fabri Fibra, Mahmood, Sfera Ebbasta. Né poteva mancare l’irresistibile e onnipresente Peggy Johnson, autrice inglese di Bolton (Manchester) UK, che ha lavorato anche in questa occasione all’adattamento in lingua inglese, curato la produzione artistica in studio di registrazione con Fabio, partecipando attivamente ai lavori di realizzazione dalla stesura del brano, supervisionando anche il videoclip. Il look e la direzione del video sono stati curati personalmente dall’artista, insieme alla Make Up Artist “Micol Minnai” che con regolarità partecipa ai backstage della fashion week di Milano per note case di moda come DOLCE & GABBANA. Passaggio obbligato con l’ Hair Stylist “Vera Aliprandi” che ha collaborato con Aldo Coppola.  Il brano è disponibile su tutti i portali della musica mondiale da Spotify Apple Music, nelle sue tre versioni 21st Century REMIX e per DJ Infinity Extended Mix. Il videoclip è stato pubblicato nel canale dell’artista su YouTube, la cover della copertina è stata realizzata da Francesco Dedola, noto fotografo dell’Insubria che collabora con agenzie di fama internazionale, amico d’infanzia dell’artista che all’epoca si era prestato come modello per lo studio di ripresa analogica e camera oscura. Fautore di lavori di pregio come il servizio fotografico per le ferrovie trasfrontaliere tra l’Italia e la Svizzera: TILO. Particolarmente ostico il tema di “Dirty Liar”, una manipolazione genetica del “bugiardo patologico” che si batte sul ring della vita non per imbrogliare gli altri, quanto piuttosto quello di deformare la realtà a proprio piacimento. Per questo mente, tradisce in maniera compulsiva, per mostrare agli altri di avere una vita emozionante, di aver vissuto esperienze incredibili e avventurose o, in ogni caso, di avere una vita migliore di quella che hanno e che, al contempo, faccia ingelosire gli altri convincendoli della sua fondatezza. Spesso racchiude in sé caratteristiche diverse che però hanno in comune un atteggiamento tendente all’alterazione della realtà, che può portare fino a un progressivo distacco dall’oggettività. Non gli resta altro, allora, che reiterare le proprie bugie, visione fantasmatica di una realtà storpiata a proprio piacimento senza mai tornare indietro sui propri passi, creando così un circolo vizioso, una specie di vera e propria dipendenza dalle menzogne di cui si autoalimenta. L’intrepido Samurai senza paura nel doppio della sua anima, in una sorta di dottor Jekyll e il suo alter ego, Mister Hyde, come i manichei “Yin e Yang”, il bianco e nero che albergano nell’intimo di ogni uomo, si scontrerà con l’impostore da smascherare, il torbido “Dirty Liar” che non riuscirà nel suo intento, grazie alla prontezza del guerriero e al suo autocontrollo spirituale. Il Samurai per sua natura segue un codice d’onore fedele ai 7 principi del Bushido ispirati all’aspirazione universale dell’ashram dell’inclito Sai Baba basata su Onestà e Giustizia, Coraggio e Compassione, Gentilezza e Verità, Sincerità ed Onore, Dovere e Lealtà. Come una Madonna transfuga dai Vangeli apocrifi, gli verrà incontro – quasi una novella Beatrice dantesca - una sensuosa Gheisha in kimono e ombrellino merlato che si offrirà ai suoi sensi storditi dall’oppio dell’onnipotenza, ricevendo però un’affilata katana dalla nobile Nikita, quasi dea di un Olimpo corrusco dai soli sintetici di un universo sperduto tra lontane galassie, per lanciarsi nell’agone formidabile con se stesso. Gómez si sdoppia mirabilmente come Giano bifronte indossando una maschera del Canova in stile Steampunk, opera veneziana di Kartaruga autore di maschere famose come quelle del film “Eyes Wide Shut” con Nicole Kidman e Tom Cruise. Il video mozzafiato del regista Domenico Buzzetti, videomaker e videoartista noto in Italia e in Europa per alcune importanti rappresentazioni video per la danza, che vanta importanti collaborazioni come quella con il corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano e il Festival Internazionale di Breakdance e Urban Culture “Funky Fresh” di Modena, è stato girato a Milano, sul piano più alto d’Italia, da dove si può ammirare il capoluogo lombardo a 360 gradi e tutto lo Skyline dall’alto. Sulla scia luminosa di un lago dormiente, una lama d’argento increspa le morbide acque solcate da uno scafo: solo un velato puntino bianco all’orizzonte sfrangiato dalle nubi. L’azione si sposta poi su una dolce bambina che chiude alle spalle la porta dei suoi segreti per aprire lentamente lo scrigno misterioso della fantasia, su cui sembra dominare l’ebraica Menorah dell’ardente roveto divino, da cui qualcuno sembra scrutarla dal buio emergendo improvvisamente in una luce abbacinante che le ferisce gli occhi. Ma lei non ha paura, anzi trepidamente indossa la maschera – pare quella dei demoni dell’antica Grecia nell’arengario scenico di ispirati drammaturghi, portata da alieni rettiliani - metamorficamente subdola col suo occhio bionico che esplora un nuovo universo parallelo.  Incalzante il ritmo su cui il cantautore si muove come un dancer degno di una finale di “Amici” in uno psichedelico scontro coreografico creato da “Enmanuel Rafael Figuera Ruzza”. Ed eccolo il demone ribelle dagli occhi di bragia che danza nella verticalità vertiginosa di una torre che sfida il cielo, sedotto da un corpo flessuoso di donna in amore fasciata da seriche vesti. Il funambolo oscuro, “Dirty Liar”, ondeggia l’ipnotico pendolo “Ouija” che scava vorticosamente a ritroso nel tempo o in quello che verrà, tra ballerine sensuose come sincroni elettroni che danzano in un atomo nero. E tutto si muove nel cerchio vitale di un sismografo che sbandiera di brutto tra mani che bucano la protezione di miti ricercatori che vellicano piano il dorso di un rospo, forse un ispido principe in attesa del trono.  Gomez, in ginocchio, come un antico cavaliere di rango riceve la solenne investitura e la forza di un dio e mostra i muscoli possenti roteando la fiera katana ingaggiando la lotta suprema con l’inganno del male. E tutto si compie nel cerchio magico rituale del training autogeno del Tai nella muta ascesi della meditata preghiera prismatica del fior di loto.  E il guerriero impavido è lì mentre il tramonto fatato si spegne inghiottito nel buio. Due anni dopo la donna dei sogni intreccia lo sguardo e le mani nel riposo del guerriero salendo leggiadra le scale allo specchio, nel cui angolo bigio il Lucifero inabissato negli Inferi veglia in agguato. E allora nuovamente le acque s’intorpidiscono nel sincronico reverse di un tumulto Karmico. La storia continua…
Nello Colombo

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