L’arte in Italia ci salva dai guai. Mostre “Le stanze del vetro” e “Antonello da Messina” - Film “Miss Violence”

Si può dire di tutto del nostro Paese, fuorché manchi di fantasia nell’organizzazione di eventi artistici che stupiscono molto gli stranieri  che accorrono più che volentieri per visitare le tantissime Mostre che dal nord al sud riempiono i loro occhi di bellezza che serberanno nel loro cuore per sempre. A caso, ne propongo qualcuna, riservandomi più avanti di scrivere di altre altrettanto interessanti. Naturalmente, comincio da Venezia, dove tutto è così bello e commovente che i guai della nostra politica diventano ombre lontane.

1. Le Stanze del Vetro,Isola di San Giorgio Maggiore,Venezia (8 settembre – 1 dicembre 2013).

La mostra Napoleone Martinuzzi. Venini 1925 – 1931, curata da Marino Barovier e allestita nell'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia a Le Stanze del Vetro, iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, ha raggiunto dopo la prima settimana di apertura i 5000 visitatori. La mostra ricostruisce cronologicamente, per la prima volta, tutta la produzione che lo scultore Muranese Napoleone Martinuzzi progettò per la celebre vetreria Venini negli anni tra il 1925 e il 1931: dagli eleganti soffiati trasparenti, alle opere dalla inedita tessitura opaca, come il vetro pulegoso, fino alle grandi sculture e piante grasse in vetro, risultato principalmente di importanti commissioni pubbliche.
La mostra, inoltre, dedica attenzione al legame che Martinuzzi ebbe con il poeta Gabriele d'Annunzio, il quale commissionò all'artista non solo lavori scultorei ma anche diverse opere vetrarie, ancora oggi conservate al Vittoriale. Per questo motivo la mostra ripropone una sala del Vittoriale, allestita e interpretata dallo scenografo Pierluigi Pizzi, con alcuni degli esemplari più importanti che Martinuzzi realizzò per il poeta. Inoltre, il percorso espositivo è arricchito da un'importante selezione di foto d'epoca e disegni originali, insieme al documentario Napoleone Martinuzzi. Mio Comandante, realizzato dal regista Gian Luigi Calderone, che racconta la vita e il percorso creativo di Martinuzzi, uomo e artista fortemente segnato dal suo tempo.
Notizie utili
La mostra Napoleone Martinuzzi. Venini 1925 – 1931 è aperta tutti i giorni, escluso il mercoledì, dalle 10:00 alle 19:00. Ingresso libero. Per maggiori informazioni, materiale stampa e immagini in alta risoluzione:
ufficiostampa@lestanzedelvetro.it; +39 041 5230869

2. Antonello da Messina (Mart di Rovereto, 5 ottobre - 12 gennaio 2014)

Il Mart e la casa editrice Electa presentano la mostra dedicata a Antonello da Messina. Si tratta del momento più considerevole dell’attività espositiva del Museo nel 2013 non solo per l’eccezionalità delle opere esposte, per  i  prestiti internazionali concessi per l’occasione, ma anche per l’inedita ampiezza cronologica dei confronti proposti.
Il progetto espositivo, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis, propone un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo studio degli intrecci storico-artistici e delle controversie ancora aperte, presentati in questa sede come punti di forza attraverso i quali approfondire nuovi percorsi di interpretazione critica.
Questa rilettura di Antonello da Messina non offre solo la ricerca della collocazione cronologica delle opere, l’analisi dei rapporti con i maestri a lui contemporanei, delle similitudini e delle differenze, ma è concentrata anche su una profonda analisi dell’intelligenza poetica di un artista “inumano”, come lo definì il figlio Jacobello, che ha saputo cogliere le sfumature psicologiche e le caratteristiche più intime dell’esistere.
La mostra è stata resa possibile grazie a preziose e generose collaborazioni con alcune delle più importanti istituzioni culturali nazionali e internazionali come i musei della Regione Sicilia, la Galleria Borghese di Roma, i Musei Civici di Venezia, la Fundación Colección Thyssen Bornemisza di Madrid, il Philadelphia Museum of Art e il Metropolitan Museum di New York.
Saranno inoltre esposte alcune opere non presenti nella recente retrospettiva dedicata ad Antonello da Messina come il “Ritratto d’uomo” appena restaurato, proveniente dal Philadelphia Museum of Art, il “Salvator Mundi” della National Gallery di Londra, la “Madonna Benson” custodita nella National Gallery di Washington.
Dal 5 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014, la mostra del Mart di Rovereto ha la mira di ricostruire l’ampia scena storica e geografica dalla quale emerge l’eccezionale individualità di Antonello: un pittore che, a metà del Quattrocento, si fa interprete, al massimo grado, di un fermento creativo mediterraneo ed europeo incentrato sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana.
Questo moltiplicarsi di esperienze – da Napoli alla Spagna, dalla Provenza alle Fiandre, da Urbino a Venezia – fanno di Antonello un protagonista dal respiro internazionale, da collocare in una prospettiva storico-artistica senza limiti geografici.
In tal  senso, la mostra si propone di stabilire riferimenti figurativi rigorosi tramite ampi confronti che coinvolgono altri protagonisti della scena artistica del momento, da Colantonio a Van Eyck, fino a comprimari meno conosciuti, ma insigni come Antonio da Fabriano e il Maestro di San Giovanni da Capestrano, identificato con Giovanni di Bartolomeo dall’Aquila attivo a Napoli dal 1449.
La novità  è che i curatori individuano l’influenza di Piero non solo nella fase matura, ma lungo l’intero arco della vita artistica di Antonello, secondo modalità ogni volta diverse, funzionali alle urgenze espressive del momento.
Il percorso espositivo parte dalla formazione di Antonello, avvenuta nella Napoli di Alfonso d’Aragona tra esperienze provenzali-borgognone e fiamminghe, e si sviluppa con l’acquisizione progressiva della sintassi ‘italiana’, e l’aprirsi a una dimensione mediterranea europea, fino all’esito veneziano e post-veneziano che indica l’inizio di una nuova civiltà figurativa.
La mostra riesamina, a questo proposito, anche il dibattito relativo al rapporto di Antonello con la Milano sforzesca, quasi in parallelo con le nuove ricerche di tipo spaziale lì condotte dal giovane Bramante, come indicano, tra le opere in mostra, il “Cristo alla colonna” e il disegno “Gruppo di donne su una piazza, con alti casamenti” entrambe provenienti dal Louvre.
Il progetto è arricchito da un programma di eventi collaterali. In particolare, venerdì 18 ottobre, il Mart ospiterà una lectio magistralis di David Alan Brown, curatore del Dipartimento di Pittura Italiana della National Gallery of Art di Washington che, confermando l’indubbia importanza di Antonello da Messina nella ritrattistica rinascimentale e riesaminando i celebri “ritratti d’uomo”, metterà in luce le problematiche relative all’originalità dei lavori del Maestro, posti a confronto con le opere di altri artisti dell’epoca.

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“Chi è  Miss Violence?”, il film pluripremiato a Venezia

In genere , quando si parla di Miss si pensa sempre a qualche concorso di bellezza ( di ambedue i generi). Di fatto ci siamo seduti nei soliti posti, gli ultimi di Pala Darsena, durante la  70. Mostra del cinema di Venezia, per passare quelle due ore, magari sbadigliando, che sin dalle prime scene ci sono rimasti incollati sulla bocca. Ci siamo guardati smarriti: Ma la Miss chi é ? Dopo la proiezione e nel silenzio più atterrito e glaciale, l’abbiamo – purtroppo- capito. Non una bella ragazza o un fusto dediti ad allegre avventure erotiche, ma la orrenda violenza che invade le nostre case, il nostro mondo, le nostre strade e che – sottilmente- penetra nella mente di tante persone e le distrugge. Anche il “padre- nonno” di questa storia ne rimane vittima al tal punto che l’hanno premiato per la sua bravura di attore, ma che se si incontrasse per strada, lo si eviterebbe come la peste. Il film uscirà nelle sale italiane alla fine di ottobre 2013: andate a vederlo, aiuta ad intuire la tragedia che si può annidare anche nelle famiglie perbene e a non fidarsi ciecamente delle “buone apparenze” di tanti che ci circondano.

Cosa narra Miss Violence
Sulle note appassionate di Dance me to the end of love di Leonard Cohen si consuma il compleanno tragico che apre Miss Violence. Una torta, una coppia di nonni, figlia e nipoti. Giri di valzer e candeline. La festeggiata, undici anni e un vestitino bianco, prima di scavalcare il balcone, sorride. Angeliki trova la libertà schiantandosi sulle lastre del cortile condominiale.
Il suicidio della ragazzina non è che il primo di una serie crescente di orrori consumati, come la cronaca anche italiana insegna, dentro l'apparente normalità di una famiglia borghese. Dietro il muro di omertà innalzato da vittime educate all'acquiescenza, che la società esterna non sa o non vuole penetrare. Incesti, abusi, violenze fisiche e morali che il regista rivela lentamente, in un'estetica quieta quanto implacabile. Infatti, Angeliki l'ha appena saputo .Va in balcone. E si butta di sotto.
Miss Violence, di Alexandros Avranas, in concorso al Festival di Venezia, è dalla prima scena la storia di un «incidente domestico» che non convince. E che svela piano la barbarie in giacca e cravatta di un padre (e nonno) indecente, l'ossessione sempre ripulita di un uomo che per soldi vende i corpi della propria figlia (e delle nipoti) in scantinati sudici: per sesso trasandato, e violento, per qualche lunghissimo minuto di gioco perverso, a volte perfino incestuoso. Un ritratto orribile  pure del silenzio delle donne, che spesso coprono, ma che poi non perdonano.

Scheda tecnica
Miss Violence
Titolo originale: Miss Violence
Nazione: Grecia
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 99'
Regia: Alexandros Avranas
Cast: Themis Panou, Eleni Roussinou
Produzione: Faliro House Productions, Plays2place Productions
Distribuzione: Eyemoon Pictures
Data di uscita: 31 Ottobre 2013 (cinema).

Cosa ha detto il regista
A spiegare titolo e temi di Miss Violence sono le parole del regista Alexandros Avranas, in occasione della presentazione di quella che è la sua opera seconda, in concorso al Festival di Venezia 2013: «Da qualche parte, vicino al centro della città, colorati palazzi creano un mondo grigio. L'insopportabile quiete della routine quotidiana è spezzata dal suicidio di una ragazzina. Simbolo di tutti quei bambini costretti a sottostare alle regole di una società dura e senza speranza,  la ragazzina e il suo gesto mettono a nudo e rivelano ogni tipo di sfruttamento e di manipolazione che si compie all'interno di quel sistema che alcuni si ostinano ancora a chiamare "famiglia", in cui un padre che impone ordini e funzioni di ogni componente esercita il proprio potere per vie non differenti da quelle usate da chi manipola la società. Mi chiedo sempre chi ha il potere: colui che colpisce o chi invece sente il dolore? La violenza più dura è quella del silenzio e del non detto».

Maria de falco Marotta & Team

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Cultura e spettacoli