L' “INNO DEI BAMBINI” DI NELLO COLOMBO AI TEMPI DEL COVID

Un Inno alla Vita cantato dal tenore valtellinese SPERO BONGIOLATTI

Sin dalla notte dei tempi le contrazioni dell'universo in espansione pulsano seguendo il meraviglioso disegno di un'armonia divina. Una musica senza tempo che risuona tra le vibrazioni cosmiche come onde Martinot colte da un'invisibile mano, e si fa spazio profondo che alberga nel cuore di ognuno bagnandosi in un battesimo di infinite rinascite. E se è vero che il male del corpo nasce da una disarmonia dell'anima, allora la musica può guarire perchè più forte della malattia. Lo sapeva bene Beethoven che aveva affidato alle celesti vibrazioni che venivano da lontano il disperato tormento della sua anima per la peggiore della disgrazie che potesse mai cogliere un musicistica: perdere l'udito. Già nel suo “Quartetto in la minore op. 132” (mirabilmente affrontato nel suo ultimo concerto dal vibrante messaggio da Ezio Bosso, quasi la ricerca di un superamento della sua condizione disumanizzante) c'è la liberazione da un lungo malanno. Lo testimonia la nota autografa sul terzo movimento «Canzona di ringraziamento offerta alla divinità da un guarito” che scandisce le tappe di un percorso dall'afflizione alla felicità della guarigione che culmina in una sorta di preghiera di gratitudine a Dio.
E' da questa riflessione che nasce l'”Inno dei Bambini” composto dal musicista Nello Colombo, autore di numerose colonne sonore da film, uscito oggi nei più importanti Digital Store del mondo.
“Solo ai bambini appartiene il segreto dell’universo. Intrepidi viaggiatori nello spazio sulle ali della loro creatività infinita, mutano nuvole cangianti in elfi e principesse, si cimentano contro un “draghetto sputafuoco” a cavalcioni di una vecchia sedia. A loro basta una maglietta bianca, un semplice muro appena intonacato per imprimervi il marchio della loro fantasia, il sigillo della loro singolare impronta: bastano pochi tocchi per inventarsi un mondo intero fatto di sogni quanto mai reali, vivendo pienamente l’arte che è merce sempre più rara oggi, che ha il profumo di fiori ormai in via d’estinzione che crescono soltanto in alto, molto in alto, tra le fenditure di rocce nascoste tra impervi sentieri montani. Oppure tra i banchi di scuola dove i bambini apprendono l’ABC della vita che si fa murmure acqua che penetra dolcemente nel terreno dando linfa ai teneri virgulti che saranno gli alberi di domani. Oggi è sempre più difficile cogliere il muto stupore dell’anima che canta la poesia della natura, come fanno i piccoli non ancora sottratti all’essenza più pura del sentimento dalle resistenze mentali dell’adulto. Lontano dalla sofferenza, dalla connivenza col dolore, dalla solitudine di un “lockdown incomprensibile, l’“INNO DEI BAMBINI” diventa allora un inno alla vita attraverso lo sguardo puro dei più piccoli che sanno vedere l’“oltre” uscendo dalle costrizioni e le angosce del coronavirus invitando ad ascoltare meglio, a sognare, ad amare. Il bambino che ci è accanto, anzi è dentro di noi, è come un angelo sceso dal cielo per vegliare su di noi guidando i nostri passi incerti nel buio di una notte tempestosa che si fa luce attraverso il canto che è sempre più “Voce di Dio””, spiega l'autore dell'inno - ne pubblichiamo in calce il testo -,  il prof. Nello Colombo. Una composizione interpretata intensamente da Spero Bongiolatti, tenore valtellinese di rango cresciuto a corte del grande Franco Corelli e ora artista acclamatissimo sul panorama lirico internazionale. E' lo stesso artista berbennese (sterminata la sua produzione musicale, amplissima la sua rete di aficionados conquistati in giro per il mondo per diffondere la Lieta Novella del Bel Canto, protagonista in qualità di tenore solista nel Concerto inaugurale del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, davanti alle più alte cariche Ecclesiastiche e Politiche a cui è seguito il suo ultimo disco,“La nostra Terra”, dedicato a Papa Woityla che gli è valsa la benemerenza ad honorem dei “Cavalieri di San Silvestro”), a raccontare la nascita di questa nuova opera che farà parte del suo nuovo CD:
“Durante l’isolamento forzato dovuto al Covid 19 le parole di questo “Inno dei Bambini” mi hanno incoraggiato a pensare positivo. Chiuso in una stanza da solo per tanto tempo ho pensato: questa canzone contiene un messaggio semplice di puro coraggio! Parole che suonano forti e scuotono le nostre coscienze: “Perchè non sai più amare? Non sai sognare? Non sai ascolare?”. Domande che in un momento così confuso e pieno di incertezze ci fanno riflettere. Dov'è finito il bambino che è in noi? Dove andremo se non ritroviamo quella serenità che contraddistingue il bambino che si affaccia alla vita? Se il nostro sorriso sarà coperto da una mascherina, saremo pronti a far sorridere i nostri sguardi senza paura? E poi, perchè abbiamo paura di vivere la realtà? I Social ci fanno viaggiare con la mente in modo superficiale allontanandoci dalla realtà. Ma non è fuggendola che possiamo vivere meglio. Anzi in questo periodo più che mai servono idee e persone con ideali alti e con il coraggio di dire: “Viviamo senza paura! Guardiamo la realtà in faccia e affrontiamola con amore in ogni nostra azione. Un sorriso e una stretta di mano possono rendere un momento eternamente bello per chi soffre. Solo vedendo il bambino che è in noi, possiamo esternare il nostro essere Uomo con grande dignità e semplice Umanità”. “C'è un bambino laggiù. Io l'ho visto: sei tu!”

S.C.V.

“INNO DEI BAMBINI” di Nello Colombo

C’è un bambino in te

che ti chiede: “Perché

Non sai più amare

Non sai sognare

Non sai ascoltare?

 

C’è un bambino per te

Che ti guarda perché

triste è il tuo viso

senza un sorriso.

 

Gioca con me perché sai

la mia mano ti guiderà

al tuo fianco sempre sarò

ma tu insegnami a volare

sulle ali della fantasia

Tu sei il dono della mia vita

sei la gioia, bambino mio

sei il mio angelo sceso dal cielo

per guidare i passi miei.

 

C’è un bambino laggiù

Io l’ho visto: sei tu

Solo nel fango

lacero e stanco

Sento il tuo pianto.

 

C’è un bambino laggiù

Io t’ho visto: sei tu

Sperso nel mare

tra guerre e fame

cupo è il tuo cielo perché

 

hai imparato ad esser grande

senza amici, senza un domani

mentre eri solo un bambino

che ha freddo e sete di un po’ d’amore.

Tu sei il dono della mia vita

Sei la gioia, bambino mio

sei il mio angelo sceso dal cielo

per vegliare sui passi miei.

 

C'è un bambino laggiù. Io l'ho visto: sei tu!

Cultura e spettacoli