“Davvero la morte non è niente?” Una mostra. Dal Giappone
Gli artisti inventano sempre cose nuove. Così Tatuò Miyajima, che risente tanto dell’influsso del buddhismo, ha scelto per la sua personale alla Lisson Gallery Milan il titolo Ku che significa vuoto e zero. Per l’artista il numero zero ha sempre significato il concetto di morte, di conseguenza è la prima volta che nella sua carriera di esploratore della numerologia e del buddhismo che illustrano la morte come un tempo di riposo e preparazione alla vita futura, si chiede se esista qualcosa di più di questo niente. I cristiani e tantissimi di altre religioni, compresi i primitivi sono certi che ci sia altro oltre la morte, intanto lasciamo che Tatuò sviluppi un nucleo di opere che utilizzi la tecnologia in assemblaggi scultorei ed installazioni interattive.
Così crea una parete sospesa costituita da una miriade di contatori LED, strumenti familiari alla pratica artistica di Miyajima, che scorrono dal numero 1 al 9 – illumina repentinamente lo spazio con i flash che seguono a ogni scatto. Improvvisamente, e senza preavviso, tutte le luci si spengono simultaneamente, come se il ‘gadget’ (è così che Myajima chiama i suoi sistemi di computazione indipendenti) fosse stato brutalmente spento o disconnesso. Questo silenzio, che simboleggia l’idea di morte o forse il suddetto ‘sonno preparatorio’, arriva inaspettatamente e, apparentemente, in maniera casuale, risolto solo dal sopraggiungere di un nuovo visitatore che, apprestandosi all’opera intitolata Life (KU–Wall), la riporta nuovamente in vita. Recentemente Miyajima si è impegnato in una ricerca sulle possibilità di creare una forma di vita artificiale, inorganica, attraverso i mezzi offerti dalla tecnologia, in collaborazione con il professore Takashi Ikegami dell’Università di Tokio, che ha sviluppato un nuovo processore atto a monitorare la velocità e la programmazione di ogni unità contabile.
Accanto, l’opera inedita C.F. Loop agisce come un essere senziente, mima l’infinita varietà dei corpi umani, attraverso la sequenza di cellule interconnesse, cavi simili a trame venose che funzionano con velocità di calcolo fluttuanti, scorrendo lungo infinite combinazioni di vita e morte. All’esterno sarà presentata un’opera dal titolo Moon in the Ground (tutte le opere risalgono al 2014): la riflessione di Miyajima sul ciclo naturale compreso nello scorrere del tempo, composto da scadenze, rinascite e rinnovamenti, è illustrata dai contatori LED che scorrono crescendo e calando come le fasi lunari o sfavillano come le stelle di un cielo notturno.
Chi è Tatsuo Myajima
E’ uno dei più celebri artisti giapponesi impegnati nella scultura e nell’istallazione. Utilizza materiali contemporanei quali circuiti elettrici, video e computer, le opere più importanti sono composte di contatori digital light – emitting diode (LED), o ‘gadget’, come li chiama lui stesso, sin dalla fine degli anni Ottanta. Queste cifre, che appaiono con cadenza regolare scorrono dal numero 1 al 9, e rappresentano il viaggio dalla vita alla morte, la cui fine è simboleggiata dal numero ‘0’ o ‘zero’, mai apparso prima nelle sue opere. Questa concezione deriva in parte dalla cultura umanistica, dagli insegnamenti buddhisti, e prosegue anche alcune linee di pensiero alla base della poetica dell’artista giapponese: ‘cambiamento continuo’, ‘ogni cosa è connessa’ e ‘avanti all’infinito’. I contatori LED di Miyajima sono stati presentati sotto forma di reticoli, torri, integrati in complessi raggruppamenti o circuiti, oppure come semplici contatori digitali. In ogni composizione l’utilizzo del LED si relaziona all’interesse di Miyajima per la continuità, la connessione e l’eternità, riflettendo sullo scorrere e l’estensione di tempo e spazio. ‘il tempo lega ogni cosa’, afferma Miyajima, ‘voglio che le persone pensino all’universo e allo spirito umano’.
Tatsuo Miyajima è nato nel 1957, vive e lavora a Ibaraki in Giappone. Dopo gli studi universitari presso la National University of Fine Arts and Music di Tokio, dove si laurea nel 1986, avvia sperimentazioni nell’ambito della performance, prima di rivolgersi alle istallazioni di corpi luminosi. In aggiunta alle numerose partecipazioni a biennali internazionali e importanti collettive, ha tenuto personali presso Ullens Center for Contemporary Art, Pechino (2011), Miyanomori Art Museum, Hokkaido (2010), San Francisco Museum of Modern Art (1997), Fondation Cartier pour l’Art Contemporain (1996) e al Modern Art Museum of Fort Worth (1996). Ha partecipato inoltre alla Biennale di Venezia (1988, 1999) e in altre esposizioni di gruppo tenutesi in importanti musei quali: the Museum of Contemporary Art, Sydney (2012), Hiroshima City Museum of Contemporary Art (2008). Nel 2006, Miyajima è stato selezionato per rivestire la carica di vice Presidente della University of Art and Design di Tohoku.
Lisson Gallery
Tatsuo Miyajima: KU
21 novembre 2014 - 9 gennaio 2015
Orari: lun -ven 10.00 – 13.00 | 15.00 – 18.00 | Sabato su appuntamento
Dove: Lisson Gallery Milan, via Zenale 3, 20123
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