REALISTE E VISIONARIE - Festival Internazionale Cinema e Donne
(Maria de falco Marotta) Dal 25 al 27 novembre ci sarà il Festival Internazionale Cinema e Donne: arrivato alla sua 42° edizione, che - quest’anno- propone una programmazione interamente online attraverso la sala virtuale Più Compagnia.
Realiste e visionarie, è il tema dell’edizione 2020, che proporrà uno sguardo al femminile sui temi del presente. Era un grosso rischio, però
c’era anche l’opportunità di riuscire ad ampliare l’audience del festival attraverso le piattaforme online; era-quindi- un’occasione da non sprecare. Le registe “realiste” attingono alla storia, usando il materiale d’archivio, mischiando insieme ricerca di radici personali e politiche, restituiscono epoche e atmosfere. Le registe “visionarie” sono dominate dall’audacia di immaginare altri mondi, dalla fantasia e dal rigore. Un mix eccezionale e una raccolta di premi importanti, che però non hanno ancora dato accesso alla distribuzione. Quindi una ragione in più per vederle in anteprima.
Si partirà il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, con molti film: la tragicommedia CORPI di Malgorzata Szumowska (racconta la difficile relazione tra padre e figlia con un disturbo grave di bulimia), HAB di Nòra Lakos (commedia sulle vicissitudini del ruolo femminile), TÓDALLAS MULLERES QUE COÑEZO di Xiana do Teixeiro (tre conversazioni tra donne di diverse età ed estrazione sociale, LONTANO DA QUI di Tommaso Santi (un giallo che propone la realtà, senza sottovalutare i problemi delle donne), IL TESORO di Nicol Zacco, HISTOIRE D’H di Silvia Lelli (racconta in prima persona la storia dell’incesto pedofilo subito).
Giovedì 26 novembre si prosegue con l’anteprima assoluta di NASRIN di Jeff Kaufman (storia di Nasrin Sotoudeh, avvocato attivista per i diritti umani in Iran e impegnata nella difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo), CUBA’S FORGOTTEN JEWELS: A HAVEN IN HAVANA di Judy Kreith e Robin Truesdale (in collaborazione con The National Center For Jewish Film), LA NAPOLI DI MIO PADRE di Alessia Bottone, DELPHINE ET CAROLE INSOUMISES di Callisto McNulty, nipote di Carole Rossoupoulos, pioniera del video e del rapporto tra femminismo e cinema, OFF-IDENTIKIT di Veronica Santi (documentario sulla critica e curatrice d’arte Francesca Alinovi, uccisa nel 1983, attraverso i ricordi degli artisti d’avanguardia newyorkesi con cui ha lavorato).
Venerdì 27 novembre si conclude con LA HIJA DE UN LADRÓN di Belèn Funes, A PORTUGUESA di Rita Azevedo Gomes, COVID 2020 di autori vari (sette mini-documentari, quasi dei messaggi in bottiglia lanciati da un paese molto vicino ma sempre più dimenticato dai media, la Palestina), SOLO NO di Lucilla Mininno (un’attrice si barrica in un teatro chiuso e destinato a essere distrutto. È pronta al sacrificio ultimo per non rinunciare alla passione della sua vita: la recitazione).
Da non guardare solamente, ma da riflettere sulle violenze che subiscono le donne, sebbene per come vanno in giro certe ragazze ci sarebbe da riflettere molto e cambiare (un po’) il modo di connettersi agli altri.