"Senza lasciare traccia" di Gianclaudio Cappai con Stefano Scherini

Il film con l'attore sondriese presentato a Sondrio

“Homo homini lupus”, dicevano gli antichi, evidenziando quanto sia spietato tra tutti gli animali l’uomo. Anche con i suoi stessi simili. E’ in questa spirale di morte e distruzione, e di sopraffazione, che si muove  l’opera prima del regista Gianclaudio Cappai “Senza lasciare traccia”  che ha esordito all’Exclesior di Sondrio con un interprete di rango come il valtellinese Stefano Scherini. “Non intendo svelarvi i retroscena del film che scoprirete da soli, ma vorrei invece sottolineare il supporto e l’amicizia con Stefano che mi ha arricchito a livello professionale e umano in questo viaggio nel lato oscuro dell’animo umano”, ha spiegato il regista Cappai, presente in sala con Scherini che non ha svelato molto di un intrigante noir, soffermandosi piuttosto sulla magia dell’incontro di chi lavora nel cinema come antica conoscenza. “Scherini è un attore che si è sempre speso molto per il mondo del teatro e del cinema, con una disponibilità straordinaria nel sostenere le proprie idee”, ha detto Nicola Falcinella, esperto cinematografico che ha presentato gli ospiti al pubblico in sala.  Spazio poi alle immagini che hanno proiettato subito lo spettatore in un limbo sconsacrato da cui occhieggia il più orrido inferno. L’inferno di una fornace, fisica e metaforica, in cui si consuma lo stupro dell’anima di un’infanzia violata che ripercorre le tappe dolorose di un calvario scolpito nel cuore, come una metastasi corrosiva che non lascia scampo. Vigorose e agghiaccianti, nonostante il sulfureo ribollimento di una fiamma divoratrice che tutto consuma, le sequenze di una vendetta incompiuta, eppure spietata nella sua crudezza. Un riemergere psicoanalitico di un’antica violenza, nel segno di una pedofilia ammorbante che galleggia nella cisterna di pensieri ormai marci, incapaci di qualsiasi redenzione. Un perfetto restauratore d’arte, Stefano Scherini, che fa da contraltare ad un Bruno (uno straordinario Michele Riondino) ostracizzato dal mondo, vittima sacrificale di istinti perversi che bruciano nelle viscere, in una fisicità destinata al macero. Cicatrici che non guariranno mai, le sue, e che si coagulano come stigmi velenosi apportatori di morte. Volutamente cupa e angosciosa l’ambientazione che sembra muoversi in sintonia con il magma incandescente che si muove sotto i propri piedi in un climax  surreale e sconvolgente.  Scherini sarà ancora sul grande schermo il prossimo mese nel nuovo film di Paolo Virzì, "La Pazza Gioia". “Ho una parte piccola ma bella, insieme ad una delle protagoniste, Micaela Ramazzotti. E sarò anche nel colossal di Hollywood “Ben Hur”, che uscirà nel corso dell'anno, con Morgan Freeman”, ha detto l’attore sondriese.

  

Nello Colombo
Cultura e spettacoli