Bongiolatti, testimonial di Valtellina nel mondo
Un inno spumeggiante alla gioia, la vita di Spero Bongiolatti, eclettico artista valtellinese, che parla il misterioso linguaggio di Tersicore e della mitica Euterpe. Sul piccolo schermo, personaggio al fianco dei noti che fanno audience. A lui congeniale fin dal primo istante il mondo dell'Operetta che affronta con piglio deciso e quella sostenibile leggerezza dell'essere che ha fatto della musica il tempio votivo di una mistica, incorrotta sacralità. Percorrendo alacremente le tappe del puro lirismo assaporando ad avide boccate l'elisir d'amore donizettiasno, fino alle eccelse vette delle spumeggianti melodie rossiniane, nell'ebbrezza bacchica dei suoi crescendo vertiginosi che tanto infiammarono il titanico re della Nona. E Bongiolatti si contende l'agone canoro da Conte Danilo a quello D'Almaviva, passando da L'italiana in Algeri, al Signor Bruschino, fino all'apoteosi del Barbiere di Siviglia. Dalla Romagna alla Sicilia, da Torino a Milano, dalla terra dell'Urbe a quella indiana di New Delhi, dalle dolci rimembranze da salotto, ai lieder schubertiani, dall'effervescente ritmo afro-cubano all'onnipressante lignaggio dell'epopea napoletana. E ovunque l'orgoglio di sentirsi valtellinese, osannato da schiere di aficionados che lo portano in cima all'Empireo. "C'e' qualcuno che ha visto in me una grande rivelazione, e questo e' per me una soddisfazione impagabile", rivela Bongiolatti, baciato dal carezzevole sole di una primavera foriera di fulgide mete. E la Valtellina vede nel tenore Bongiolatti un testimonial d’eccezione.