Mola, mostre: Minoli e Boldini

Mostra: PAOLO MINOLI metrica colore musica. a cura di Carlo Pirovano e Riccardo Zelatore 2 marzo – 1 aprile. La personale che la Galleria Giovanni Bonelli di Milano dedica a Paolo Minoli, in collaborazione con la Fondazione Casaperlarte di Cantù,  ripresenta una ricapitolazione essenziale, ma esauriente del percorso distinto dell’artista in una ricerca nitida e coerente durata oltre tre decenni. Caratterizzata da una profonda riflessione teorica e da una felice oggettivazione pratica delle idee, che toccano motivi nevralgici della ricerca figurale di fine novecento, la produzione di Minoli viene qui presentata seguendo alcune tematiche chiave dell'artista. “Le prove più personali di Minoli, risalenti agli anni Settanta, indagano da un lato problemi soprattutto spaziali, dall'altro esplorano le potenzialità del colore in una dialettica stringente fra superficie e ambiente, tra cromia e struttura, stabilendo un dialogo stimolante tra esito pittorico e modello tridimensionale. Il colore è adottato da Minoli come linguaggio e come forma plastica: lo spettro cromatico si fa alfabeto per un discorso che presto si avvia ad una laboriosa sperimentazione”. Nello stesso ambito si va approfondendo il rapporto interiore con l'idea di tempo che si fa percepibile nella definizione spaziale sul piano dell'opera nel momento stesso della sua formulazione. Il rapporto spazio-tempo sosterrà le complesse variazioni sperimentate incessantemente nel “laboratorio” di Minoli, approfondendo l'analisi fenomenologica del colore in tutte le accezioni scientifiche e poetiche, passando dall'analisi concettuale dell'opera “all'incanto dell'abbandono poetico”. Nei suoi sviluppi dagli anni novanta alla morte prematura (2004) la poetica di Minoli si fa via più complessa e articolata, con dialoghi suggestivi e stimolanti con altri tramiti espressivi quali quelli con la musica e con la poesia. Allora Minoli affronta anche il linguaggio della scultura con una determinazione sempre tesa a voler sfidare, più che la materia, la negatività e il vuoto. La mostra, curata da Carlo Pirovano e Riccardo Zelatore è accompagnata da un catalogo che verrà presentato per il finissage. Paolo Minoli (Cantu', 1942-2004). Paolo Minoli nasce nel 1942 a Cantù (Como). Frequenta, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Si diploma “Maestro d'arte” nel 1961 all'Istituto Statale d'Arte di Cantù, dove insegna dal 1964 al 1978. Dal 1977 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca “L’interrogazione sistematica” con Nato Frascà e Antonio Scaccabarozzi. Dal 1979, all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano è docente del corso speciale di “Cromatologia” e collabora, in qualità di consulente, con aziende per l'applicazione di soluzioni cromatiche nella produzione industriale. Nel 1980 pubblica per l’editore Corraini di Mantova due libri d’artista, in venti esemplari, composti ciascuno da 13 tavole stampate in serigrafia personalmente presso il centro “RS” di Como. Nel 1982 è invitato alla “XL Biennale Internazionale d'arte” di Venezia, settore "Arti visive". Nel 1986 è presente alla “XLII Biennale internazionale d'arte” di Venezia con l'opera Sequenza A/D del 1977 per il settore “Colore”, nell'ambito della rassegna Arte e Scienza. Nel 1999 è invitato alla “XIII Quadriennale d'arte” di Roma Proiezioni 2000. A cura di Elena Pontiggia, nell’ottobre del 2000, è pubblicato per le edizioni “Rex” il catalogo “Paolo Minoli. Il lento dardo della bellezza”. A cura di Alberto Veca, nell’ottobre del 2004, in occasione della mostra alla galleria Lagorio Arte Contemporanea di Brescia, è pubblicata dall’editore Mazzotta la monografia “Paolo Minoli. Opere 1974-2003”. Ha tenuto incontri, seminari, corsi d’aggiornamento, formazione e di qualificazione presso diverse istituzioni. Nel 1999 è stato docente a contratto per il corso di laurea in architettura per l’Istituto di disegno industriale, Università degli studi di Palermo. È stato presidente dell’“Associazione amici dei musei della città di Cantù”, membro del comitato scientifico della ”Galleria del Design e dell’Arredamento”, della “Collezione Bruno Munari” di Cantù e del “Comitato Luigi Veronesi”, Milano. Per iniziativa di Paolo Minoli, scomparso il 20 dicembre 2004, è stata costituita Casaperlarte – A cura di Carlo Mola
GALLERIA GIOVANNI BONELLI Galleria d'arte  (Indirizzo: Via Luigi Porro Lambertenghi, 6, 20159 Milano Telefono:02 8724 6945 Orari  aperto · 11–19)

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GIOVANNI BOLDINI in una delle più ricche e SPETTACOLARI esposizioni antologiche degli ultimi decenni con oltre 150 opere, di oli e pastelli tra i più significativi del lavoro di Boldini e di altri artisti della stessa epoca oltre a una selezione di disegni su carta e incisioni   4 MARZO - 16 LUGLIO 2017 > Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma. La mostra dedicata a Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 - Parigi, 1931), dal 4 marzo al 16 luglio a Roma al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, si presenta come una delle più ricche e spettacolari esposizioni antologiche degli ultimi decenni, con oltre 150 opere rappresentative della produzione di Boldini e dei più importanti artisti del suo tempo. Il fascino femminile, gli abiti sontuosi e fruscianti, la Belle Époque, i salotti, l’attimo fuggente: è l’irresistibile mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di molti altri ha saputo restituire le atmosfere raffinate di un’epoca singolare Le opere - tra cui le celebri: La tenda rossa (1904), Signora che legge (1875),Ritratto di signora in bianco (1889), Signora bruna in abito da sera (1892 ca.),Ritratto di Madame G. Blumenthal (1896) - provengono dai principali musei internazionali quali il Musée d’Orsay di Parigi, l’Alte Nationalgalerie di Berlino, il Musée des Beaux-Arts di Marsiglia, gli Uffizi di Firenze, il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e da prestigiose collezioni private difficilmente accessibili. Sessanta prestatori, saggiamente coordinati in quattro anni di lavoro (questo il tempo di preparazione della mostra) da Tiziano Panconi – autore del catalogo ragionato di Boldini del 2002 – con la collaborazione di Sergio Gaddi. In mostra anche 30 opere di artisti contemporanei a Boldini, quali Cristiano Banti, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio de La Gandara, Paul-César Helleu, Telemaco Signorini, James Tissot, Ettore Tito, Federigo Zandomeneghi.Ospite d’eccezione al Vittoriano anche il capolavoro simbolo della Belle Époque: la grande tela dedicata a Donna Franca Florio, realizzata tra il 1901 ed il 1924. Nel 1901 Ignazio Florio, erede di una delle più importanti famiglie imprenditoriali siciliane, affida a Boldini il compito di ritrarre sua moglie Franca, donna di singolare fascino e bellezza, chiamata “Donna Franca, la Regina di Sicilia” Ospite d’eccezione al Vittoriano anche il capolavoro simbolo della Belle Époque: la grande tela dedicata a Donna Franca Florio, realizzata tra il 1901 ed il 1924. Nel 1901 Ignazio Florio, erede di una delle più importanti famiglie imprenditoriali siciliane, affida a Boldini il compito di ritrarre sua moglie Franca, donna di singolare fascino e bellezza, chiamata “Donna Franca, la Regina di Sicilia” e definita da D’Annunzio “L’unica. Una creatura che svela in ogni suo movimento un ritmo divino”. Boldini si reca a Palermo ed esegue il ritratto, che però non piace a Ignazio: lo giudica troppo sensuale e provocatorio, il vestito troppo scollato e decide quindi di non pagare il lavoro. Boldini si rimette all’opera eseguendo una seconda versione del dipinto, che questa volta piace a Don Ignazio. L’opera è presentata alla Biennale di Venezia nel 1903 ma nel tempo se ne perdono le tracce. A distanza di anni Boldini, su richiesta della stessa Donna Franca, riprende la prima versione del ritratto, conservata da sempre nel suo atelier, realizzando il dipinto nella sua forma definitiva, quella nota a tutti. Tra il 1927 e il 1928, il quadro, in seguito alla rovina finanziaria della famiglia Florio, viene comprato dal Barone Maurice de Rothschild; dal 2006 fu esposto a Villa Igiea a Palermo. Destinata a far parlare di sé, oggi l’opera è coinvolta nella procedura giudiziaria che interessa il Gruppo Acqua Marcia (Francesco Bellavista Caltagirone) ed è eccezionalmente prestata alla mostra del Vittoriano: messa all’asta potrebbe dunque trattarsi, se il dipinto finisse in mani private, di una delle ultime occasioni per ammirare il ritratto di Donna Franca. Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande retrospettiva è organizzata e prodotta dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale - sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale ed è curata da Tiziano Panconi e Sergio Gaddi. La mostra vede come sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia e media partner Dimensione Suono Due. L’evento è consigliato da Sky Arte HD. Il catalogo è edito da Arthemisia/Skira. A CURA di CARLO MOLA

 

 

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