SONDRIO FESTIVAL e tre

A TU PER TU CON IL VOLTO DE “L'ARCA DI NOE'” MARIA LUISA COCOZZA COINVOLGE  TUTTI AL SONDRIO FESTIVAL La terza serata è stata dedicata all'affascinante storia dello stambecco delle Alpi
“Gli animali devono essere trattati da animali e non devono diventare surrogati di figli, nipoti o relazioni mancate. Bisogna cercare di vedere le cose dal loro punto di vista, di capire i loro bisogni e necessità, e non proiettare su di loro esigenze nostre”. Con una simpatia naturale e coinvolgente ieri sera Maria Luisa Cocozza, giornalista televisiva e volto noto soprattutto per la conduzione della rubrica del Tg5 “L'Arca di Noè”, ha intrattenuto il pubblico del Sondrio Festival. Anche per la terza serata di questa 32esima edizione il Teatro Sociale era gremito, in tantissimi non si sono voluti perdere l'appuntamento con la Mostra internazionale dei documentari sui parchi. “La mia passione per gli animali è nata con la conduzione della rubrica ideata da Clemente Mimum – ha raccontato, a cuore aperto, intervistata dalla spumeggiante conduttrice del Sondrio Festival, Gigliola Amonini -. Avere a che fare con loro è incredibile e magico, ma non sono persone, e non devono essere trattati come tali. Mai prendere in casa un cane per accontentare un bambino, lo si deve fare con consapevolezza e condividendo la decisione in famiglia. E se volete un cane ma non ci sono i presupposti per tenerlo a casa la scelta giusta è quella di occuparsi degli amici a quattro zampe che sono infelici nei canili, regalando loro qualche momento che permetterà anche a voi, e soprattutto ai più piccoli, di crescere imparando il rispetto per gli animali”. Qualche parola, poi, sulla coscienza ambientale. “Ci sono tante piccole cose che possiamo fare per rispettare maggiormente l'ambiente – ha affermato -. Basta mettere al bando la plastica, riciclare e riutilizzare il più possibile, cercando di dimenticare la parola smaltire”.
La terza serata del Sondrio Festival era dedicata allo stambecco delle Orobie, a cui è dedicata anche una mostra in piazza Garibaldi. A raccontare la storia di questo affascinante animale Luca Pelliccioli, socio del CAI sezione di Bergamo e vice presidente del Comitato Scientifico Centrale. “Lo stambecco era vicino all'estinzione a metà dell'Ottocento – ha raccontato – ne restavano solo un centinaio di esemplari. Alla fine degli anni '80 la specie è stata reinserita sulle Orobie bergamasche, e sulle Alpi ora si contano oltre 16mila esemplari”.
La serata si è aperta  con un breve intervento di Ebe Giacometti e Serena Longaretti,  vicepresidente nazionale e presidente regionale lombardo di “Italia Nostra”, che hanno illustrato l'attività dell'associazione che ha nella mission la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali, con particolare riferimento ai Parchi. Alle 18, invece, è stato presentato il documentario fuori concorso “La nostra Pietra” di Alessandro Soetje (Germania/Italia), prodotto da Alpenway Media Production GmbH del valtellinese Alessandro Melazzini, in collaborazione con Nantucket. È la storia di come un imprenditore
eccentrico e visionario, Daniele Kihlgren, scoprì e cercò di far tornare a vivere un borgo medioevale all’interno del Parco d'Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio. Si tratta della seconda proiezione assoluta del film in Italia dopo il debutto al Festival di Montreal nell’agosto scorso.
Dopo l'intervento di Maria Luisa Cocozza e Luca Pelliccioli, i documentari in concorso di sono appropriati della scena. Il viaggio è partito dall'Australia con il documentario “Tasmania – Terra strana e meravigliosa” di Matt Hamilton. La Tasmania è un’isola dell’Australia ma è un mondo a sé che ospita una straordinaria popolazione di diavoli neri e di wallaby bianchi. Qui gli alberi si innalzano fino a 100 m e le luci verdi dell’aurora australe danzano nel cielo meridionale. La Tasmania è l’ultimo approdo a sud prima dell’Antartide e qui tutto è influenzato dall’isolamento, dal clima fresco e dalle distinte stagioni. Dalla Tasmania alla “Corea selvaggia – Oltre i confini”, documentario di James Reed prodotto in Austria. La famosa zona demilitarizzata della Corea esiste da quasi 70 anni, al confine fra due nazioni nemiche, dove la tensione rimane ancora alta. Tuttavia fra le barriere di filo spinato e le migliaia di mine terrestri disseminate sul territorio, un meraviglioso ambiente naturale popolato da cinghiali, calabroni giganti e rare gru, convive pacificamente con le testimonianze della guerra.
I documentari verranno proiettati nuovamente, in replica, oggi alle 16.00.  Questa mattina alle 11in programma l'incontro dal tema “Fare impresa in un territorio montano” promosso da Confartigianato Sondrio, con la cerimonia di premiazione delle eccellenze imprenditoriali. Inoltre, alle 18 prevista la proiezione di due documentari fuori concorso:
PIAGA (Plágan) di Koldo Almandoz PRODUZIONE: Txintxua Films - Spagna 2017 DURATA: 10 min. Piaga: dal latino plaga, “colpo”, “ferita”; significa comparsa massiccia o repentina di esseri viventi della stessa specie che causano gravi danni a popolazioni animali o vegetali; abbondanza di qualcosa dinocivo.
UOMINI E LUPI SULLE ALPI IN 10 DOMANDE di Beppe Meneguz, Massimo Ferrier, Luca Rossi, Gianni Valente PRODUZIONE: Digicast - Italia 2018 DURATA: 54 min. Con il documentario, gli autori si propongono di fornire informazioni il più possibile obiettive sulla problematica della presenza del lupo sulle Alpi, raccogliendo molti pareri sulle modalità possibili di coesistenza fra uomo e lupo, con uno sguardo anche su quello che succede negli altri paesi dell’arco alpino.

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