La 58ma Biennale d’Arte di Venezia

(Maria de falco Marotta- Elisa- Antonio e il fotografo Diego)  In questi giorni di Preview abbiamo girato in lungo e in largo i Padiglioni partecipanti alla Biennale, e abbiamo visto proprio il mondo che ci circonda e che – volentieri- vorremmo dimenticare. May You Live in Interesting Times è il concept, cioè l’idea, la volontà di mostrare quello che siamo diventati nella mostra curata da Ralph Rugoff per la Biennale d’Arte di Venezia di quest’anno, e in un certo senso, anche le mostre presentate dai numerosi Padiglioni nazionali rispecchiano l’attualità dei tempi odierni: politica, denuncia sociale, minoranze etniche, migrazioni, totalitarismi, condizione femminile e giovanile, ambiente e sostenibilità, a volte affrontato con veemenza, altre con ironia o persino delicatezza, altre ancora con lucidità quasi documentaristica. In questi giorni di Preview, abbiamo girato in lungo e in largo la Biennale, e provato a tirare le somme su quali Padiglioni, tra tutti, potessero essere quelli che meglio raccontano o rappresentano gli Interesting Times. Gran Bretagna, Australia, Svizzera, Russia e Francia, Austria, Albania e Brasile, Belgio e Israele…Il Brasile con SWinguerra di Bárbara Wagner e Benjamin de Burca, una videoinstallazione racconta i fenomeni sociali e culturali che interessano la città di Recife in Brasile. Si tratta di uno dei tanti progetti perfettamente calzanti rispetto al tema e all’approccio di questa Biennale.  Forse sono troppe le opere che adottano nuove tecnologie, processi partecipativi e attivano l’intervento del visitatore. Tanti i temi caldi in questa biennale: il corpo femminile (Martine Gutierrez), le tematiche legate a “etnia, genere, sessualità”, come spiega lo stesso Rugoff nel suo saggio di accompagnamento, ma anche questioni ecologiste (Jimmie Durham), in una mostra però che più che politica sembra essere l’analisi di un processo, una “transazione collaborativa” in cui lo spettatore ha un ruolo centrale, per rubare nuovamente le parole al curatore. O per dirla con il Presidente della Biennale, Paolo Baratta: “il titolo della mostra può essere letto come un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito che pertanto ci appare particolarmente importante in tempi nei quali prevale troppo spesso un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d’arte valga la pena di esistere in primo luogo se intende condurci davanti all’arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni della sovra semplificazione”. Ma noi- intanto- ci chiediamo ancora: dov’è l’arte, quella vera, quella che ti mette i brividi addosso, che ti incanta e ti fa dimenticare il mondo oscuro in cui noi oggi viviamo? Oppure dobbiamo sforzarci e metterci in connessione con diverse tipologie di idee con le quali non saremmo normalmente in relazione? Partendo da questa considerazione si capisce come il titolo della Biennale, "May You Live In Interesting Times", coinvolga la complessità del nostro presente, ma lo faccia, e qui si sente pulsare il cuore di questa Biennale, con una voglia di costruire possibilità diverse, che vadano oltre i molti orrori che spesso ispirano le opere. Perché ci sono i muri con filo spinato di Teresa Margolles e le scene di violenza documentate da Arthur Jafa, ma ci sono anche dipinti sulla paternità come "I Become..." di Henry Taylor, realizzato pochi giorni fa qui a Venezia oppure le nuove letture della realtà di Jon Rafman. E quando ci si imbatte in nuovi modi di raccontarlo, il presente diventa anche modificabile. Partendo ovviamente dal presupposto fondamentale che la Biennale, come ci ha detto il presidente Paolo Baratta, è un luogo di complessità e illuminazione, mentre Ralph Rugoff ha affermato che” se si leggono i giornali -  è chiaro che nel mondo succedono cose terribili, ma ci sono modi diversi di rispondere a questo. Che tu possa vivere in tempi interessanti significa che questi tempi si possono guardare anche da una prospettiva non negativa, cercando le possibilità per renderli migliori".
Speriamo. E lo speriamo per le migliaia di persone che sotto la pioggia si sono avventurate in questo “Tempo interessante”, ma ancora di più per le 23.mila persona che hanno già acquistato il biglietto: per Venezia, soprattutto che merita tutto l’amore e la devozione per la sua incantevole e mai sopita bellezza!
 

Maria de falco Marotta- Elisa- Antonio e il fotografo Diego
Cultura e spettacoli