Leonora Carrington

di Maria de falco Marotta
Al centro della collezione Guggenheim di Venezia, spicca Leonora Carrington, che per tenere buoni i suoi bambini nella bella casa in Messico, raccontava loro molte storie fantastiche e curiose, tanto che in seguito, sono diventate “Il latte dei sogni”
Fantasticare nel sonno e nelle favole è permesso, anzi, creare associazioni impensabili è la regola principale delle favole e dei sogni. Una delle stanze di casa Carrington, in Messico, era coperta dai disegni di Leonora, che spaventavano i suoi bambini. Per tranquillizzarli, allora, mamma Leonora raccontava (e illustrava) storie molto fantastiche e molto buffe, che diventarono, in seguito, Il latte dei sogni. Il titolo che dà all’intera Biennale d’Arte.
Molte opere di Leonora Carrington sono esposte, in questo periodo e per tutta la durata della Biennale dell’Arte, a Venezia, presso la Collezione Guggenheim, che ospiterà̀ la bellissima mostra Surrealismo e Magia, fino al 26 settembre 2022.

Chi è Leonora Carrington, Cat-woman, 1951
Un’artista che ha saputo rielaborare l’idea della donna, dal punto di vista surrealista, proponendo una concezione della donna poliedrica e contraddittoria. “La donna può̀ essere fatale, caotica, erotica, magica o potente. E trasformarsi o essere trasformata in fata, dea, sacerdotessa, profetessa, strega o bestia mitologica pericolosa, una chimera, una sirena o una Sfinge.
Emancipazione femminile
Molte artiste e scrittrici si associarono al Surrealismo durante gli anni trenta del ventesimo secolo. E, a differenza della maggior parte dei colleghi surrealisti della cerchia di André Breton, che rappresentavano le donne come sottomesse, le artiste e le scrittrici indagavano in maniera critica i possibili soggetti femminili emancipati, proposti dal mondo della magia. Le artiste riconoscevano il potenziale surrealista e le possibilità̀ offerte dall’interesse del movimento surrealista per il mito e l’occulto. E lo impiegavano per promuovere strategie obiettivi di emancipazione femminile. Si trattava di un atteggiamento decisamente proto-femminista.
L’artista inglese Leonora Carrington, la pittrice di origine argentina Leonor Fini e la pittrice statunitense Dorothea Tanning rifiutavano la nozione della donna come accessorio nella ricerca di avventure per la supremazia dell’eroe. E ritraevano le loro protagoniste come soggetti attivi di narrazioni che testimoniavano un profondo interesse per la magia, la mitologia e la stregoneria.
 
Rene Magritte, Magia nera, 1945
Alla magia nera di Magritte, che attribuisce alla donna le qualità̀ stereotipate della fertilità̀ e del legame con la natura, si contrappone la grande scultura Cat-Women, di Leonora Carrington, posta al centro di una delle sale della mostra. La donna-gatto impone la sua dominante presenza, come un totem magico e infonde, dall’alto, la sua potenza evocativa, sinistra e sconvolgente negli occhi insicuri dei curiosi.

Informazioni
In questo periodo e fino al 22 novembre c’è da vedere e stupirsi per le troppe novità nel campo dell’arte surrealista a Venezia, meglio sempre prenotarsi a: https://www.guggenheim-venice.it/it/

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