Da Sondrio a Venezia per "Damien Hirst e le meraviglie degli abissi"

A Palazzo Grassi e Punta della Dogana fino al 3 dicembre

Damien Hirst e le meraviglie degli abissi  “ Treasures from the Wreck of the Unbelievable”.
Lasciatevi accompagnare in questa favola fantastica!  Da non perdere!
Eccezionale nelle dimensioni e nei propositi, la mostra di  Damien Hirst  a  Palazzo Grassi e
Punta   della   Dogana ,   racconta   la   storia   dell’antico   naufragio   della   grande   nave
‘Unbelievable’ (Apistos il nome originale in greco antico) e ne espone il prezioso carico
riscoperto: l’imponente collezione appartenuta al liberto Aulus Calidius Amotan, conosciuto
come Cif Amotan II, destinata a un leggendario tempio dedicato al Dio Sole in oriente.
Tra fantastico ed apparentemente reale, tesori verosimili e mikey mouse incrostati di coralli
e sedimenti come prelevato da un fondale antico, l’artista inglese sembra voler giocare ma
di sicuro porta meraviglia con le sue sculture gigantesche e  i segni delle civiltà recuperati
dal leggendario vascello Apistos, inabissatosi quasi duemila anni fa nell'Oceano Indiano.
Con il trascorrere dei secoli, la storia di questo drammatico naufragio si è sempre più
arricchita di particolari: fatti realmente accaduti sono stati inseriti in nuove narrazioni,
dando vita a una miriade di racconti paralleli, spesso diffusi solo oralmente, e rendendo
sempre più difficile distinguere gli elementi autentici da quelli fantastici.
Qui si manifesta in un finale impensato: un’incredibile collezione dell’antichità composta da
centinaia di sculture in bronzo, cristallo e marmo di Carrara impreziosite con pietre, ori,
giade e malachite ,  esposta negli spazi di uno dei più importanti musei contemporanei.
‘ Treasures from the Wreck of the Unbelievable’  costituisce la prima grande personale
dedicata a  Damien Hirst  in Italia.
L’artista inglese, noto per una vasta serie di installazioni, sculture, dipinti e disegni tra cui
l’iconico squalo in formaldeide  The Physical Impossibilità of Death in the Mind of Someone
Living  (1991) e  For the Love of God  (2007), calco in platino di un teschio tempestato di
8.601 purissimi diamanti, da sempre esplora le complesse relazioni tra arte, bellezza,
religione, scienza, vita e morte.
Hirst sfida le certezze del mondo contemporaneo, esaminando tutte le incertezze insite
nella natura dell’uomo.
Per la sua smisuratezza, la sua ambizione e, infine, la sua audacia, il progetto  Treasures
from the Wreck of the Unbelievable  è in totale rottura con tutto ciò che egli ha affrontato
finora.
Grazie al grande  mecenate francese  François Pinault , Presidente di Palazzo Grassi  e​
Punta della Dogana che ha accolto la sfida, si è potuto realizzare   un progetto così
complesso e ambizioso, la cui realizzazione si è protratta lungo diversi anni.
Pensando alle prime opere del "maestoso progetto" che  Daniel Hirst  gli aveva fatto vedere
alcuni anni fa lo aveva trovato "spettacolare, clamoroso e sconcertante", commenta
Pinault ,  ..."Per me è stato del tutto naturale decidere di accompagnarlo in questa nuova
esperienza, radicale e vivificante, aprendogli contemporaneamente gli spazi di Palazzo
Grassi e quelli di Punta della Dogana, spazi in cui le opere dialogano come in un gioco di
specchi. Un’avventura singolare e audace che mi ha appassionato, nella consapevolezza
che poche istituzioni al mondo avrebbero avuto la possibilità di consegnarsi al sogno folle
di un artista" .
La mostra si estende lungo i 5.000 metri quadrati espositivi di Palazzo Grassi e Punta
della Dogana, le due sedi veneziane della Pinault Collection che per la prima volta sono
entrambe affidate a un singolo artista.
“ Le opere non rientrano in alcuna categoria accademica ed estetica convenzionale.
Sprigionano una forza quasi mitologica e l’osservatore si trova immerso in un sentimento
che oscilla incessantemente fra la perplessità e l’entusiasmo”  commenta Pinault.
Martin Bethenod , Direttore di Palazzo Grassi   ‒   Punta della Dogana   “si tratta di un
progetto globale in cui la percezione della realtà fisica, materiale e tangibile dei pezzi
esposti avviene attraverso la narrazione, la finzione, il desiderio di credere radicato in ogni
essere umano.”
La   sede   della   mostra,   Palazzo   Grassi,   rende   ancora   più   credibile   questa   favola
archeologica. In passato tra il 1988 ed il 2006, ci sono state una serie di grandi esposizioni
archeologiche, divenute “leggendarie”, dedicate ai Fenici, ai Celti, ai Greci, agli Etruschi, ai
Maya, ai faraoni e, infine, a Roma e i barbari.
“ Accettiamo facilmente la realtà, forse perché intuiamo che nulla è reale”
Jorge Luis Borges,  L’ Aleph
 

Diana Barrows
Cultura e spettacoli