La 14. Mostra Internazionale di Architettura "Fundamentals"
Che colpo per Architettura! Non che la sua Biennale fosse meno prestigiosa delle Arti visive, però in poco tempo ha guadagnato a livello mondiale una tale fama che addirittura 40 Paesi hanno chiesto di parteciparvi quest’anno. Evviva l’Italia che- quando vuole sa fare le cose in grande e le pone- poi- in posti già meravigliosi di per sé. Venezia è un salotto ciarliero e festoso ed accoglie l’umanità di tutte le razze nei suoi palazzi e campielli, dove ci si scambia le conoscenze più erudite e folli, più nuove e futuristiche, dove gli occhi e la mente godono del Sapere e della Bellezza, ringraziando sempre la meraviglia del Creatore. Abbiamo sempre apprezzato moltissimo la Biennale Architettura e quest’anno, crediamo ci saranno “meraviglie”.
Di fatto il curatore Rem Koolhaas, che è stato Leone d’oro alla carriera alla Biennale Architettura 2010 e Premio Pritzker nel 2000, ha fondato OMA (Office for Metropolitan Architecture) nel 1975 con Elia e Zoe Zenghelis e Madelon Vriesendorp. Oltre alla progettazione di edifici in tutto il mondo con OMA, ha lavorato a discipline non architettoniche – politica, editoria, media, moda e sociologia. Dopo aver studiato all’Architectural Association di Londra, alla Cornell e all’Institute for Architecture and Urban Studies negli Stati Uniti, Koolhaas ha scritto Delirious New York (1978). Recentemente Koolhaas ha completato con OMA edifici come la nuova sede per la China Central Television (CCTV) a Pechino; la nuova sede per la Rothschild Bank di Londra; il Teatro Wyly a Dallas; Milstein Hall, ampliamento del Cornell college of Architecture. Gli edifici firmati OMA attualmente in costruzione includono il Taipei Performing Arts Centre; la nuova sede del marchio di moda G-star ad Amsterdam; la Borsa di Shenzhen; De Rotterdam, un edificio multiuso sul fiume Maas. Egli ha- inoltre- voluto chiarire che:
“Fundamentals sarà una Biennale sull'architettura, non sugli architetti. Dopo diverse Biennali dedicate alla celebrazione del contemporaneo, Fundamentals si concentrerà sulla storia - sugli inevitabili elementi di tutta l'architettura utilizzati da ogni architetto, in ogni tempo e in ogni luogo (la porta, il pavimento, il soffitto, etc.) e sull'evoluzione delle architetture nazionali negli ultimi 100 anni. In tre manifestazioni complementari - che si svolgeranno al Padiglione Centrale, all’Arsenale e nei Padiglioni Nazionali – questa retrospettiva darà luogo a una rinnovata comprensione della ricchezza del repertorio di fondamenti dell’architettura, che attualmente sembra essere esaurito.
Nel 1914 aveva senso parlare di architettura “cinese”, architettura “svizzera”, architettura “indiana”. Cent'anni dopo, sotto la pressione di guerre, regimi politici diversi, molteplici condizioni di sviluppo, movimenti architettonici nazionali e internazionali, talenti individuali, amicizie, traiettorie personali casuali e sviluppi tecnologici, le architetture che un tempo erano specifiche e locali sono diventate intercambiabili e globali. Sembra che l'identità nazionale sia stata sacrificata sull'altare della modernità.
Grazie al decisivo vantaggio di poter avviare i lavori con un anno di anticipo rispetto al consueto programma della Biennale, speriamo di utilizzare questo tempo in più per introdurre un certo livello di coordinamento e coerenza tra le Partecipazioni Nazionali. Idealmente ci piacerebbe coinvolgere tutti i Paesi rappresentati su un unico tema – Absorbing Modernity: 1914-2014 – e indurli a mostrare, ciascuno a modo proprio, il processo di annullamento delle caratteristiche nazionali a favore dell'adozione su scala quasi universale di un singolo linguaggio moderno all'interno di un singolo repertorio di tipologie.
La prima guerra mondiale - l'inizio della globalizzazione moderna - funge da punto di partenza delle diverse narrazioni. La transizione verso ciò che sembra essere un linguaggio architettonico universale è un processo più complesso di quanto solitamente riconosciuto, poiché coinvolge significativi incontri tra culture, invenzioni tecniche e modalità impercettibili di restare "nazionali". In un'epoca di universale utilizzo di google research e al tempo stesso di appiattimento dalla memoria culturale, è essenziale per il futuro dell’architettura far riemergere e mostrare questi racconti.
Raccontando in modo cumulativo la storia degli ultimi 100 anni, le mostre che si svolgeranno all'interno dei Padiglioni Nazionali daranno luogo a una panoramica globale dell'evoluzione dell'architettura verso un'unica estetica moderna e, allo stesso tempo, sveleranno all’interno della globalizzazione la sopravvivenza di caratteristiche e mentalità nazionali uniche che continuano a esistere e fiorire all’interno delle culture individuali, anche con l’intensificarsi della collaborazione e dello scambio internazionali...”.
In sintesi:
Con il titolo "Fundamentals" , la 14.ma edizione, organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, sono raccolte le tre esposizioni complementari: "Absorbing modernity 1914-2014" ai padiglioni nazionali, "Elements of Architecture", al padiglione Centrale, e "Monditalia" all'Arsenale. Tre programmi differenziati che "gettano luce sul passato, il presente e il futuro della nostra disciplina. Dopo diverse Biennali dedicate alla celebrazione del contemporaneo, Fundamentals si concentrerà sulla storia, con l'intento di indagare lo stato attuale dell'architettura, e di immaginare il suo futuro"
Ai padiglioni nazionali, "la cui presenza è una prerogativa unica della Biennale di Venezia" come ha ricordato il presidente Baratta, quest'anno per la prima volta saranno ospitati Azerbaijan, Costa d'Avorio, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Kenya, Marocco, Mozambico, Nuova Zelanda e Turchia. Vedremo come i singoli Paesi adottano quasi un linguaggio universale e moderno, che li accomuna aldilà delle differenze geografiche e culturali. Il padiglione Italia in Arsenale è curato quest'anno da Cino Zucchi. Il Padiglione Centrale si concentrerà invece sugli elementi basilari
di ogni architettura: dai pavimenti ai soffitti, passando per porte, finestre, facciate, balconi, corridoi. Koolhaas non dimentica elementi architettonici spesso considerati minori, come le scale mobili, gli ascensori e le rampe, di cui l'architetto olandese, ricorda come un tempo avessero una pendenza diversa da quella richiesta ora per facilitare il passaggio ai disabili, fattore che determina un cambiamento architettonico del paesaggio e della qualità della vita degli abitanti delle diverse città.
L'Arsenale sarà focalizzato sull'Italia. Con uno sguardo che contempla tutte le discipline, dall'economia alla religione, passando per tecnologia e politica, saranno mostrati 41 progetti che attraversano il territorio del nostro Paese da Sud a Nord, allargandosi fino all'Africa, alle Alpi e all'Europa. Continuerà per tutta la durata della Biennale lo stretto rapporto con l'università, e con una programmazione che prevede talks e numerosi educationals per giovani e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.