Tirano. Fotomostra di Pepi Merisio “Genti di Valtellina”.

Venerdì 13 novembre alle ore 17,30, nelle sale di Palazzo Foppoli a Tirano, sarà inaugurata la mostra fotografica di Pepi Merisio “Genti di Valtellina”.
Si tratta di uno spaccato di vita quotidiana della società contadina valtellinese degli anni ’60 e ’70 che regala alle giovani generazioni la memoria, quella memoria storica, fatta soprattutto di relazioni, in cui vengono esaltati i sentimenti più semplici, ma anche più umani.
Documentare è il valore sociale della fotografia e, infatti,  il lavoro del Maestro Merisio è un esempio di quanto il valore che coniuga tradizione e innovazione, storia e progresso tecnologico, passi attraverso la capacità di saper proiettare il “locale” verso il “globale” recuperando quei valori culturali e territoriali che nascono dal riconoscimento delle proprie radici e del proprio senso di appartenenza ad un luogo.
La Delegazione FAI di Sondrio e  l’Istituto di Dialettologia ed Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca hanno voluto fortemente questo progetto per la sua funzione  formativa ed educativa, sperando di offrire agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, un’occasione in più per far maturare una trasformazione che, partendo dalla conoscenza, cambi radicalmente il rapporto diadico uomo-ambiente. Questo rapporto, infatti, risulta centrale sia per la definizione di una identità culturale sia per una “immaginazione” di un futuro prossimo in cui siano presenti nuovi modelli di vita, più rispondenti ai bisogni umani e più rispettosi dell’ecosistema.
Da questo sfondo emerge la valorizzazione della figura femminile che negli scatti di Merisio appare sia come custode del focolare domestico sia come attiva lavoratrice nella coltivazione del suolo. Tema al quale  anche EXPO 2015 ha dedicato una particolare attenzione con il tavolo WE-Women for EXPO per ricordare quanto le tradizioni alimentari insegnino a non sprecare, ma a riutilizzare. Il cibo è un amico e racconta storie di famiglia.
“Come eravamo: uno sguardo al passato, per vivere meglio il presente e programmare il futuro” è il sottotitolo della mostra ed è un auspicio soprattutto per le donne e gli uomini di domani a intraprendere un percorso in cui si ri- costruisca il dialogo con la Madre Terra, in cui ci sia più agri-cultura per costruire una società più informata, più consapevole e dunque più responsabile.
Tributando un omaggio ad uno dei più grandi e rappresentativi fotografi del Novecento , con quel realismo che anima il bianco e nero delle sue fotografie, si è voluto  rimarcare che volti e luoghi del passato disvelano  valori irrinunciabili,  trascendono i limiti fisici dell’immagine collocata in ambiti temporali e spaziali,  per consegnarci  una sintesi di storia e di cultura  che tocca le corde del nostro essere e del nostro sentire. (Bruno Ciapponi Landi Capo Delegazione FAI di Sondrio)

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