Al 'Sociale' la diretta dalla Scala per una grande 'pulzella d'Orleans'

Preceduta da Fabio Codega e poi da Stefano Pelosi

Nuovo appuntamento con la Prima scaligera al Teatro Sociale di Sondrio grazie alla straordinaria passione per il mondo della lirica di Wanda e Antonio Del Felice che con il Comune di Sondrio hanno reso possibile la diretta televisiva della “Giovanna D’Arco” verdiana. E’ stata l’assessore Marina Cotelli a fare gli onori di casa lasciando poi al professor Nello Colombo il compito di chiamare in proscenio un grande talento musicale come Fabio Codega, compositore valtellinese che si era già distinto in un sorprendente musical realizzato con i detenuti del carcere di Opera, “La Luna sulla Capitale”, prima di lanciarsi nell’universo stellato di un’opera monumentale come il Siddharta, un viaggio nella spiritualità indiana, firmato con l’eclettica Isabeau, l’intraprendente cantautrice milanese Isabella Biffi, con cui  Fabio ha condiviso un’esaltante esperienza che lo ha condotto sui più prestigiosi palcoscenici italiani ed europei, fino a New York, a Los Angeles, a Edimburgo e Parigi da cui è appena tornato dopo una trionfale accoglienza a “Le Folies Bergères”.  C’è tanto della Valtellina nel musical che s’ispira all’opera di Hermann Hesse, con la colonna sonora del musical prodotta da Codega proprio nel suo studio di Colorina, La Creativa Music, con musicisti e coristi della nostra Valle, oltre all’apporto significativo nel finale di Beppe Carletti dei Nomadi. Codega si è raccontato con garbo partendo dai suoi esordi musicali fino alla sua ultima performance in terra francese, entrando tra le pieghe di un’opera straordinaria che si avvale di un cast di prim’ordine di cantanti e ballerini professionisti in un susseguirsi vertiginoso di quadri narrativi che lasciano senza fiato. L’ecceità della vita tra gioia e dolore. Spazio poi alle levigate immagini di un video promozionale che ha incantato il folto uditorio strappando un lunghissimo applauso.  Codega, inoltre, da perfetto talent scowt, ha fatto da sponda a Consuleo Orsingher esplosa poi con le sue “Ladiesgang”, scoprendo poi Elenie, una diciannovenne sondriese che ha iniziato vincendo la seconda edizione del concorso canoro per “Giovani Artisti” in piazza Cavour, affermandosi poi al secondo posto al VideoFestival Live, per voci nuove, con una presidente di giuria presidente come Mara Maionchi. Poi è stato Codega a darle grandi opportunità affidandole il tormentone “Without Hesitation” dello spot tv MSC Crociere e “Runaway” che ha avuto diversi passaggi in note trasmissioni Mediaset. Grande tournée estiva, la sua, per l’agenzia di eventi di Bruno Ligari che l’ha portata ad aprire il concerto di Povia in terra abruzzese e quello di Stef Burns, chitarrista di Vasco, a Sondalo. Fino all’ultimo arrembante successo discografico “Back in my life”, il cui video è stato girato in Abruzzo, nella suggestiva Rocca Calascio, splendida fortezza situata all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, in provincia de L’Aquila. Una location suggestiva, set di famosissimi film, tra cui “Lady Hawke”, “Il nome della rosa” e della fiction “Padre Pio”. E’ stata la stessa Elenie, accolta da un lungo applauso, a narrare la sua ultima avventura in terra abruzzese e a spiegare il testo autobiografico di “Back in my life” che ha cantato in diretta mentre scorrevano le suggestive immagini del video. La parola è passato poi ad un grande esperto di lirica come Stefano Pelosi che ha dato più chiavi di lettura dell’opera verdiana. Infine spazio alla grande musica della “Giovanna D’Arco” in una visione quasi psicanalitica, sorretta dalle oniriche vicende della Pulzella di Orleans, invasata di Dio, al punto da non discernere più oltre l’impalpabile velo delle cose. Una Giovanna D’Arco sospesa tra angeliche visioni e demoni ribelli, tormentata dalla vana ricerca dell’estremo limite che separa terra e cielo, in bilico tra abisso e salvazione, in cerca di certezze che non le verranno che dal martirio, arsa da quello stesso fuoco divino che cancella ogni miseria, ogni dubbio intestino.  Su tutti una statuaria walkiria dalla voce d’angelo come Anna Netrebko, assediata da un nugolo di orribili satanassi e ancor più dal greve stillicidio dei tormenti interiori. Qualche dissonanza solo dalla mancanza dei sottotitoli per un’opera, pur sempre in italiano, ma in una forma arcaica che il canto lirico talvolta distorce, e l’atmosfera volutamente lugubre, con tocchi però di grande genialità e vertigine lirica. Opera memorabile questa “Giovanna” a cui il pubblico in sala ha partecipato con incredibile fervore scenico, sin dall’abbrivio patriottico dell’Inno d’Italia. E chapeau a Chailly per la sua superba interpretazione di un giovane Verdi che ha saputo tessere una partitura di grande pathos e di intensa evocazione corale.

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