“Amori di Dante Isella. Arte Letteratura. Milano Varese”

La mostra in una rimessa delle carrozze di Villa Panza

Nel nome di Dante Isella (1922-2007) Villa Panza e il Comune di Varese i sono pronti a presentare alla città l’opera di uno dei suoi più illustri figli, a dieci anni dalla morte.

I curatori Anna Bernardini e Giovanni Agosti, hanno allestito, in una rimessa delle carrozze di Villa Panza, la mostra “Amori di Dante Isella. Arte Letteratura. Milano Varese”. “In visione sono dipinti, disegni, incisioni, medaglie, volumi a stampa, plaquettes e fotografie che Il noto filologo e maestro della cultura lombarda, l’allievo di Contini, scelse o ebbe in dono, e tenne sempre presso di sé, tra le stanze della sua casa, quali oggetti preziosi e amati”. Alcuni tra i pezzi più importanti, particolarmente del Seicento lombardo con alcune belle tele, attribuite al Cerano e al Morazzone, li aveva ottenutii, con appassionata passione sotto la guida di Giovanni Testori, presso collezionisti di primo piano, come Alessandro Orsi e il più giovane Maurizio Canesso, varesino trapiantato a Parigi. “Quegli oggetti sono oggi la testimonianza, non certo esaustiva, ma affettivamente e sostanzialmente indicativa, di una vita spesa bene per sé e per gli altri, in devozione assoluta per una cultura -da ricercarsi nelle sue molteplici forme ed espressioni- che partendo dalle radici s’allarga al mondo”. ”L’evento segna anche il consolidamento di una sempre più stretta collaborazione tra la dimora diI Villa Panza di Biumo e il Comune di Varese, già attivata in occasione della settimana settembrina di “Nature urbane”. Quando la lettura delle pagine del Barone rampante di Calvino, condotta di villa in villa, e conclusasi nella magica serata con Gioele Dix ai Giardini Estensi, aveva preso lieto avvio proprio dal parco del bell’edificio sul colle, già dei Litta Menafoglio: tanto caro anche al conte collezionista Panza da farne, oltre che il luogo dell’anima, la sede di una raccolta di arte contemporanea americana, compresa nel circuito museale Guggenheim”. Oggi la liaison tra le due sedi, quella della municipalità -abitata un tempo dal Duca Francesco III d’Este- e quella del Conte, si fa più intensa e sembra promettere, nell’impegno del sindaco Davide Galimberti e dell’assessore alla Cultura Roberto Cecchi, nuovi traguardi.

Ma varrà fino al 28 gennaio, per i visitatori che andranno a conoscere da vicino un pezzo della loro storia, a cogliere quelle tracce di autentica lombardità lasciate, in tempi non sospetti, da un innamorato di Parini e Manzoni, di Delio Tessa e del Porta, di Dossi e di Gadda, l’ingegnere ‘convertito’ alla scrittura.

Scrisse bene di lui l’amico Sereni, che ne aveva, a sua volta, condiviso l’avventura editoriale presso Mondadori.

Splendido poeta, Sereni ricordò un incontro di novembre, “subito fuori da Mendrisio, al bivio per Varese”. E fissò di lui ne Gli strumenti umani, con folgorante intuizione, l’indimenticabile, fiero ritratto:

“… tra incredibile luna e vapori

di svenevole azzurro

venne a me un azzurro più fermo…

“Non ci siamo mai visti, ma

ci conosciamo, -disse- sono Isella”.

O azzurra fermezza di occhi di re

di Francia rimasti con gioia in Lombardia…”

A distanza di dieci anni sappiamo che furono proprio quell’azzurra fermezza d’occhi, e quella gioia, a riportarlo e trattenerlo qui: nella sua casa,, tra le pareti domestiche invecchiate dai secoli, in mezzo ai più cari ricordi della terra natale.

L’amico Vittorio aveva capito bene.

Ricordiamo che tre nuove opere –la Bibliografia degli scritti di Dante Isella (edizioni Del Galluzzo), Gli amici pittori. Da Guttuso a Morlotti (Archinto) e La Milano dei Navigli. Passeggiata letteraria (Officina libraria) sono ora rieditate in occasione dei dieci anni dalla morte. A cura di Carlo Mola

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