G4-58 - Verso la Montagna di Luce
Comune di Sondrio e CAST, il Castello delle Storie presentano G4-58, Verso la Montagna di Luce, mostra che inaugura idealmente il percorso di CAST, il Castello delle Storie di Montagna, Museo Narrativo in fase di allestimento presso il Castel Masegra.
La mostra, che inaugurerà l’11 maggio 2018, alle ore 18.00, curata da Marco Albino Ferrari, coordinatore scientifico di CAST, nasce dal rinvenimento di oltre 2000 diapositive presso la Cineteca Nazionale del Cai.
Si tratta di immagini, per lo più inedite, realizzate da Fosco Maraini, che raccontano, passo dopo passo, la spedizione che portò Walter Bonatti e Carlo Mauri, sotto la guida di Riccardo Cassin, a conquistare la vetta del Gasherbrum IV attraverso una via che rimarrà successivamente inviolata.
“Non è solo una mostra su una vicenda epica dell’alpinismo - spiega Marina Cotelli, assessore alla Cultura del Comune di Sondrio-; è soprattutto una storia di straordinaria umanità, che deve molto allo sguardo di Fosco Maraini. Alpinista, antropologo, orientalista e colto osservatore, Maraini seppe cogliere anche la vita, gli usi, le relazioni dei 480 portatori baltì, così come degli alpinisti. La mostra, che presenterà anche il filmato della spedizione, costituisce anche uno spaccato degli anni Cinquanta dell’alpinismo”.
“Alla fine degli anni Cinquanta - ricorda Marco Albino Ferrari, curatore della mostra - l’alpinismo si trova al culmine della sua stagione più luminosa. È l’“Epoca d’oro del sesto grado” e l’alpinismo vive il momento di suo massimo riconoscimento sociale da parte di un pubblico che, dopo gli orrori della guerra, ha bisogno di sognare. In quegli anni Cinquanta, l’alpinismo raccoglie lo spirito del tempo: si sale e si guarda lontano. I nuovi idoli, come Bonatti, possono spingersi su montagne mai viste, i misteriosi colossi extraeuropei”.
G4-58, Verso la Montagna di Luce si basa sulle immagini raccolte da Fosco Maraini, eclettico inviato del CAI al seguito della spedizione al Gasherbrum IV, che, 4 anni dopo il successo del K2, riporta gli alpinisti italiani su un’importante e impervia cima del Karakorum.
Le immagini testimoniano la complessità dell’organizzazione, che richiese ingenti risorse, a partire dal trasporto di 11 tonnellate di materiale tramite la nave “Vittoria”, che salpa il 30 aprile del 1958; il materiale verrà suddiviso in 280 casse di circa 30 km ciascuna, che i portatori trasporteranno sulle spalle dai 2300 metri di Skardu per 230 kilometri fino alla grande piazza glaciale del Circo Concordia.
G4-58, Verso la Montagna di Luce, sceglie la via del racconto di una storia straordinaria, dice Marco Albino Ferrari, curatore della mostra e di CAST, così come il Museo Narrativo di Castel Masegra, che sarà un Castello delle storie di alpinismo, arrampicata e montagna. Immagini, suoni, atmosfere, video, proiezioni sono gli strumenti di un linguaggio che sa affascinare e farsi portatore di valori e di passioni. Nello specifico la mostra è una prima assoluta, poiché mai a queste immagini è stata dedicata una rassegna così completa.
La mostra è prodotta da Comune di Sondrio-Cast, in collaborazione con il CAI e la Cineteca Nazionale del Cai e con il contributo di art consulting della Fondazione Credito Valtellinese.
La mostra inaugurerà il giorno 11 maggio 2018, alle ore 18.00 e sarà aperta fino al 9 settembre, tutti i giorni, domenica esclusa (per gli orari: FB CAST e Infopoint Comune di Sondrio).
CAST è un progetto finanziato da Fondazione CARIPLO.
G4-58 Verso la Montagna di Luce
Castel Masegra
11.05 - 09.09.2018
Immagini di Fosco Maraini
Una mostra a cura di
Marco Albino Ferrari
Progetto di allestimento
Leo Guerra
Andrea Murada
Progetto grafico e di comunicazione
Leo Guerra
Cartografia
Marco Camandona/Casa Artistica
Montaggio video e suoni
Simone Bracchi
Coordinamento e organizzazione CaST
Luca Verri
Realizzazione allestimento
TopColor, Milano
Soleneon, Lecco
Collaborazioni aperture
Collegio Regionale
Guide Alpine
Ufficio Stampa Comune di Sondrio
Simona Viganò
Una mostra prodotta da
Città di Sondrio
e CAI - Club Alpino Italiano
G4-58 VERSO LA MONTAGNA DI LUCE
LA STORIA DELLA MOSTRA: Milano, spazio interrato della Cineteca Nazionale del Cai: in un giorno di fine ottobre del 2017, ecco avverarsi il caso fortunato. In un angolo dell’archivio dove sono conservate le bobine di
centinaia di vecchi film, spunta una scatola di cartone annerita dalla polvere. Cosa c’è lì dentro? Liberata da giri di nastro ormai rinsecchito, spunta il tesoro: scatole Kodachrome di diapositive formato Hasselblad 6x6, altre più piccole per dia con telaietto 24x36; contenitori in metallo, bobine di pellicole cinematografiche e fogli su fogli di didascalie scritte a mano. Infine, un cofanetto di legno munito di maniglie in ottone: al suo interno, circa 2500 bustine di carta con dentro i negativi in bianco e nero e, appiccicati all’esterno, i provini a contatto. Materiale di gran valore, certo, per le immagini documentarie, per il taglio delle fotografie e per il contenuto immateriale unico e irripetibile che tutti i vari supporti conservano.
Ma, a guardar bene, entrando giù giù nel dettaglio tra le vecchie scatolette, tra i telaietti
impolverati, tra i vetrini di protezione velati dalla patina del tempo, e ancora più giù negli strati di gommapiuma utilizzati per mantenere le diapositive nella loro sede (gommapiuma che, passati sessant’anni, si polverizza a contatto con il dito che la rimuove), ecco emergere un secondo grado di attenzione. Sono gli oggetti che parlano, minutaglie nate a servizio di altro, oggi divenute rari testimoni del loro tempo.
LA STORIA DELLA SPEDIZIONE
Dai 2300 metri di Skardu, otto alpinisti italiani e 480 portatori baltì partono per un viaggio a piedi di 230 chilometri. Con undici tonnellate di bagaglio sulle spalle, sfilano accanto a villaggi sperduti e a sguardi increduli. Guadano fiumi, superano deserti, groppe moreniche, letti di torrenti in secca. Procedono sotto cime spettacolari, il Monte Payù,le Torri di Trango, la Torre Mustagh, il Mitre. Compiono digressioni esplorative in vallate secondarie. Per giungere alla grande piazza glaciale chiamata Circo Concordia. Dove si innalza, piramide perfetta, la Montagna di Luce. Sarà una lotta protratta per settimane. Posa di campi e corde fisse; risalita di seraccate per aggirare la montagna e portarsi sulla cresta nordest. Cordate di punta, cordate di appoggio, portatori d’alta quota: ogni mossa coordinata per preparare le
attrezzature e i viveri necessari al paso finale. Come una partita a scacchi contro i giorni che passano, le bufere di neve e il sole cocente. Fino all’ultimo giorno, il più atteso, il decisivo: il 6 agosto 1958.
Alle 5 del 6 agosto, il sessantottesimo giorno dalla partenza della carovana, tutto è sulle spalle di Walter Bonatti e Carlo Mauri. I due 28enni Regni di Lecco partono nelle solitudini cristalline. Sotto di loro il Baltoro e una moltitudine di cime inondata dall’aurora.
Ma lo spettacolo dura poche ore. Alle 10, già banchi di nuvole minacciose avanzano veloci verso di loro…