Andati all'Inferno. Notevole. Merita
Grande successo per i due appuntamenti dedicati a Dante Alighieri andati in scena ieri (8 aprile 2019) grazie alla partecipazione di Franco Nembrini, curatore del volume “INFERNO” di Dante Alighieri - edizioni Mondadori: una speciale lezione-concerto rivolta agli studenti presso l’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno e la presentazione serale del volume alla sala “Besta” della Banca Popolare di Sondrio.
LA LEZIONE-CONCERTO A MORBEGNO
Quasi duecento gli studenti che ieri mattina hanno affollato l’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno per assistere alla lezione-concerto promossa dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio, in collaborazione con la Fondazione “Enea Mattei” ed il Comune di Morbegno, primo di una serie di workshop a tema nell’ambito della rassegna “MusicArte 2019”. Tema dell’incontro “La musica e Dante Alighieri - I pellegrinaggi in Italia di Franz Liszt” che è stato affrontato grazie agli interventi del dirigente Ust Sondrio, Fabio Molinari e del curatore del volume “INFERNO” di Dante Alighieri, Franco Nembrini. Protagonista la voce di Giacomo Sainaghi del Liceo “Carlo Donegani” di Sondrio che ha riproposto alcuni passi dell’Inferno dantesco e le note di Matias Cuevas al pianoforte con l’esecuzione della "Fantasia quasi Sonata - Après une Lecture de Dante" di Franz Liszt tratta da “Années de pèlérinage. Deuxième Année. Italie, S 161”, per la direzione artistica del maestro Lorenzo Passerini.
A fare gli onori di casa il dirigente Ust, Fabio Molinari, l’ingegner Giovanni Boccardi della Fondazione “Mattei” e il sindaco di Morbegno, Andrea Ruggeri. «Sono felice che ad inaugurare questo ciclo di incontri ci sia Dante e, quando si parla di Dante, c’è Franco Nembrini – ha esordito Molinari –. Il connubio musica e letteratura è qualcosa di molto speciale ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare a tale binomio diversi appuntamenti». A seguire l’intermezzo musicale con una straordinaria interpretazione dell'ultimo brano della raccolta "Après une lecture de Dante" ad opera del giovane e talentuoso pianista cileno-americano Matias Cuevas che si è cimentato in uno dei pezzi pianistici più difficili e virtuosistici di tutta la storia della musica che prende il motivo ispiratore dalla Divina Commedia, un testo molto amato da Liszt, per una raffigurazione sonora di tre momenti tipici del poema: l'inferno, l'angosciosa supplica dei dannati e l'episodio di Paolo e Francesca. La mattinata è proseguita con l’intervento del professor Nembrini intervallato dalle letture di alcuni passi dell’Inferno. «Iniziai ad appassionarmi a Dante quando, a 11 anni, mi ritrovai a fare il garzone in estate – ha raccontato Nembrini ai ragazzi –. In quella situazione, lontano da casa, quasi in “esilio”, mi ricordai di una terzina di Dante che rappresentava esattamente quello che stavo facendo e il mio stato d’animo. Da lì nacque il mio grande interesse: la Divina Commedia parlava di me e meglio di me riusciva a spiegare ciò che provavo in quel preciso momento poiché Dante si rivolge un po’ a tutti».
LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI NEMBRINI
In tanti hanno voluto assistere ieri sera alla presentazione del volume edito da Mondadori nella splendida cornice della Sala “Besta” della Banca Popolare di Sondrio. Protagonista della serata Franco Nembrini, curatore del volume “INFERNO” illustrato da Gabriele Dell’Otto e con prefazione di Alessandro D’Avenia, affiancato dal dirigente dell’Ust Fabio Molinari e da Giacomo Sainaghi, studente del Liceo “Donegani” che ha letto alcuni passi della Cantica dantesca. Al centro dell’incontro i canti I, V e XXVI che hanno fatto ritornare alla memoria le storie di Dante della sua guida Virgilio, di Paolo e Francesca e del conte Ugolino. Ma il vero obiettivo dell’incontro è stato quello di creare un ponte fra l’opera e il presente per cercare di capire come la Commedia possa tornare a suscitare interesse fra i giovani. «Il lavoro dell'insegnante – ha detto Nembrini – è anche quello di far comprendere ai ragazzi la tenerezza per se stessi e il volersi bene e ciò può passare dalla cultura ma, per suscitare l’interesse nei giovani, è necessario che l’insegnante li guidi a trovare nella letteratura aspetti della propria vita quotidiana». Secondo Nembrini è importante che «le nuove generazioni riscoprano Dante, autore molto più moderno di quello che si pensa. Tutte e tre le Cantiche finiscono con la parola “stelle” perché desiderare è il vero problema della vita, è guardare in alto verso ciò che è infinito. La modernità ha smesso di guardare le stelle ricadendo in un cinismo disarmante e per questo è necessario far tornare i ragazzi a sognare, a credere in qualcosa e a sperare in un mondo migliore».