Il Maestro Mazza dirige il concerto nel Duomo di Milano

Il valtellinese Giovanni Battista Mazza dirigerà il concerto che si terrà giovedì 10 nel Duomo di Milano (Gabriele Conti alla Direzione del Coro). A loro due la presentazione dell'evento.
Il filo conduttore che si dipana attraverso i brani in programma per il Concerto di Natale è rappresentato dalla melodia dell'Inno d'Avvento della liturgia Ambrosiana Veni Redemptor gentium e dalla sua trasposizione luterana, che si traduce nelle parole tedesche del corale Nun komm' der Heiden Heiland.
Nella versione organistica bachiana, la melodia del corale è affidata alla mano destra dell'organista, che la presenta, meravigliosamente ornata, in rilievo rispetto alle altre voci imitative, che sembrano pensate per due violoncelli sostenuti da un basso.
Ottorino Respighi ne interpreta il carattere con una trascrizione affidata ad un violino solo, che si staglia su un tessuto più scuro creato dall'intreccio delle voci degli strumenti più gravi dell'orchestra d'archi. Questa pagina - dedicata al violinista Arrigo Serato - non è mai stata pubblicata e la sua esecuzione viene riproposta per la prima volta, almeno in tempi recenti (neppure sono documentate esecuzioni nell'epoca in cui fu scritta) dall'Orchestra Giovanile Paul Harris.

Il clima di attesa dell'Avvento (Or venga il Salvatore dei pagani) prepara il gioioso annuncio del Natale e i temi si intrecciano con la lode della Vergine cui - nelle parole dello stesso corale - "Dio stesso ha ordinato tale nascita".
Alla figura centrale di Maria fanno riferimento le parole, espresse in  forme e stili diversi, dei brani cantati dal coro e dalla voce di soprano: dalle più comuni invocazioni della preghiera cristiana alle parole che rimandano allo stupefacente ruolo della Vergine nel Grande Mistero dell’incarnazione.
L' Ave Maria di Luigi Molfino rappresenta, in questo contesto, certamente un omaggio alla Madre del Bimbo che nasce ma, per noi, anche un affettuoso ricordo dell'amato Maestro, compositore raffinato e devoto - di cui si celebrerà fra poco il centenario - che, in questa città, ha speso la sua vita e investito la sua arte per la musica sacra.

Scritto a 23 anni - in 11 giorni, dal 4 al 15 dicembre 1858, in tempo per essere eseguito la Notte di Natale -, l' Oratorio de Noël op. 12 è il primo dei quattro oratori scritti da Camille Saint-Saëns.
Il lavoro, interamente in latino, è destinato ad un organico che impegna un coro a quattro voci miste, cinque cantanti solisti, un'orchestra d’archi, arpa e organo.
L’originale porta il titolo di “Oratorio pro nocte nativitatis Christi” e contiene chiari riferi­menti allo stile bachiano, tanto che, in calce al preludio, l’autore annota devotamente “Dans le style de Séb. Bach”.
Naturalmente, l'espressione allude soltanto alla fonte d’ispirazione, in quanto la musica tratteggia i caratteri di un'atra epoca, di un altro mondo e di una fede che si esprime in modo diverso attraverso sonorità velate, romantiche e calde, rischiarate dalla presenza dell’arpa, e dense atmosfere contemplative.
Il cattolico Saint-Saens, diversamente dal luterano Bach, trae il testo dalla liturgia latina del Natale della Chiesa.
Dopo la narrazione del Vangelo secondo Luca, nel quale gli angeli annunciano la nascita del Cristo ai pastori di Betlemme, seguono testi tratti dai Salmi, da Isaia e dai Vangeli di Matteo e Giovanni inerenti al mistero profetico e teologico del Natale.

Giovanni Mazza e Gabriele Conti

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