Mola: Kassel, Pomodoro, Levi

Kassel
Si deve in queste nostre segnalazioni iniziare a parlare di Kassel  Conformemente allo spirito illuministico dell'epoca, l'edificio di Kassel portato a termine nel 1779 fu fin dall'inizio uno dei primi musei pubblici sulla terraferma europea.×La TOP 100 dei luoghi da visitare in Germania
In origine lo sfarzoso edificio completato da Simon Louis du Ry sotto il langravio Federico II ospitava la biblioteca del margravio nonché le collezioni d'arte di antichità e di scienza naturale. Oggi la costruzione si trasforma ogni cinque anni nel fulcro della manifestazione documenta, altrimenti ospita mostre dell'associazione artistica di Kassel e della galleria d'arte Fridericianum.
dOCUMENTA (con la "d" minuscola) è una delle più importanti manifestazioni internazionali d'arte contemporanea europee, che si tiene con cadenza quinquennale nella città tedesca di Kassel, nell'Assia settentrionale. È stata inaugurata da Arnold Bode nel 1955 come parte della Bundesgartenschau, la mostra di giardinaggio della Repubblica Federale Tedesca che in quel periodo si stava appunto svolgendo a Kassel. Questa prima edizione di "documenta" fu, contrariamente alle aspettative, un successo considerevole poiché coinvolse molti degli artisti che al giorno d'oggi sono considerati maggiormente significativi nel panorama dell'arte moderna e contemporanea, come Picasso e Kandinsky.Tuttora considerata tra le rassegne più prestigiose al mondo, continua ad offrire un'importante vetrina sull'arte contemporanea di tutti i continenti. Assieme alla Biennale di Venezia ed a Manifesta è a tutt'oggi considerata una delle manifestazioni che meglio riesce a descrivere il panorama delle nuove tendenze artistiche nel mondo.  A cura di Carlo Mola

Pomodoro
Eccoci all’antologica che celebra i 90 anni di Arnaldo Pomodoro, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Ada Masoero in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, la Fondazione Marconi che rende omaggio a questo qualificato protagonista del Novecento riproponendo la mostra “Un centesimo di secondo”. Basata sulle ricerche del maestro relative al movimento delle masse scultoree, l’esposizione, che ebbe luogo nel 1971 allo Studio Marconi, comprende una selezione di opere realizzate dal 1966 al 1971 (studi, grandi disegni, , sculture in acciaio e fiberglass). “La più insistente metafora di Arnaldo Pomodoro è stata quella di rompere l’involucro o la pelle delle cose allo scopo di raggiungere un fragile e vulnerabile midollo”, scrive Sam Hunter nel 1974, cogliendo appieno l’essenza di un’indagine artistica iniziata dallo scultore già negli anni Sessanta. E in effetti, “scoprire cosa c’è dentro una forma che in superficie sembra tanto perfetta e assoluta” è la dichiarazione di intenti che Pomodoro rende al critico statunitense in un’intervista dello stesso anno. Tutta l’essenza dell’arte di Arnaldo Pomodoro sta nell’immagine spaccata di una forma perfetta e coerente; la sua metafora personale nel dialogo tra esterno e interno, quasi sempre presente nelle sue opere. A questa dialettica corrispondono molteplici significati. Distruggendo le forme tradizionali Arnaldo Pomodoro esprime la libertà da ogni costrizione; portare a galla l’energia della materia significa privare la forma geometrica della sua staticità fisica e metterne in dubbio la stabilità ideologica, ipotizzando così un nuovo tipo di monumento. Infine, liberare la scultura dalla ponderalità gravitazionale, fa in modo che essa acquisisca una sua dinamica e la trasformi in “scultura in movimento”.

“Le erosioni e le esplosioni nelle sue forme non sono mai già accadute e concluse: ma sono viste in un momento del loro inarrestabile divenire. La scultura di Pomodoro è sempre processo in movimento.”

(D. Porzio, 1976)

Proprio al movimento si riferisce l’artista nel catalogo che accompagna la mostra del 1971 quando afferma: “Sento oggi un enorme e maestoso movimento di crollo”. Nel breve testo in cui declina la sua poetica, sostiene di aver ormai raggiunto la massima consapevolezza delle sue operazioni mentali su sferoidi e cilindri e che la sua ricerca si appresta ora a far prevalere l’elemento del significato su quello del movimento delle masse scultoree. Precisa che non si tratta di un significato semantico o letterario ma di una sorta di visione ironica e controcorrente, in grado di accentuare il disequilibrio tra natura e visione, ordine prestabilito e imprevedibile invenzione. In ciò consiste il “movimento di crollo”, enorme e maestoso, che si sprigiona dalle colonne recise e in bilico raffigurate nei grandi disegni, o eseguite in lucido bronzo riflettente. Da un lato, la rottura delle forme permette all’artista di scoprirne le fermentazioni interne, “misteriose e pure”,rispondendo a un bisogno di scoperta altrimenti insoddisfatto. Dall’altro, la superficie specchiante delle opere permette di restituire la percezione di tutto ciò che è intorno alla scultura facendola diventare parte integrante della stessa.

Arnaldo Pomodoro “Un centesimo di secondo” Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea Via Tadino 15 - 20124 Milano Tel. 02 29 41 92 32 - Fax 02 29 41 72 78info@fondazionemarconi.org - www.fondazionemarconi.org Inaugurazione: 1 dicembre 2016 dalle ore 18,00 Durata della mostra: 2 dicembre 2016 - 4 febbraio 2017 Orario: martedì - sabato 10-13, 15-19 Ingresso gratuito

In occasione della pubblicazione della nuova edizione delle Opere complete, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano presenta la mostra itinerante I MONDI di PRIMO LEVI. Una strenua chiarezza, realizzata dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, con il sostegno di Material ConneXionItalia e la collaborazione dell’Associazione Figli della Shoah.

La mostra percorre la pluralità di esperienze e di interessi che hanno caratterizzato la vita e l’opera dello scrittore torinese: dalla formazione scientifica alla deportazione, dalla chimica come mestiere al mestiere di scrivere.

Mosso dalla volontà di raccontare con “strenua chiarezza” le esperienze e le riflessioni che hanno animato il suo percorso di vita, Primo Levi offre nelle sue pagine storie straordinarie ai lettori di tutto il mondo. Sono proprio le sue parole ad accompagnare i visitatori della mostra, riprese dalle pagine di Se questo è un uomo, I sommersi e i salvati, La tregua, Il sistema periodico, La chiave a stella ei racconti di fantascienza.

Di questo complesso percorso di vita la mostra intende proporre un quadro ricco e articolato, attraverso immagini private e professionali per lo più inedite, interviste video, citazioni dalle opere.

L’obiettivo è dare al visitatore una nitida rappresentazione dei molti mondi che Levi ha attraversato o che ha saputo creare grazie al suo talento di scrittore: dalla realtà estrema del Lager al multiforme universo della scrittura, all’infinita ricchezza della scienza, alle risorse straordinarie del linguaggio, all’importanza dell’attività manuale e creativa nello sviluppo del pensiero, alla centralità del lavoro nella vita degli esseri umani.

L’esposizione, pensata per offrire a tutti un itinerario nella ricchezza plurale dell’opera di Levi, è rivolta in particolare ai più giovani, che lui stesso considerò sempre interlocutori privilegiati.

Testi, audiovisivi e videoinstallazioni articolano le 6 sezioni del percorso espositivo che si snoda dall’atomo di carbonio proposto come simbolo della continuità della vita, ai recessi più dolorosi e insondabili del Novecento; dalla chimica narrata, personale e fantastica, a quella vissuta con amore per il proprio lavoro; dalla passione per la dimensione artigianale, decisiva anche per il chimico, alla curiosità per molti altri mestieri.

A partire dalla mostra, le parole e le riflessioni di Primo Levi si estendono anche agli spazi del Museo in un percorso che tocca una varietà di oggetti ed esposizioni, dalle botteghe artigiane, ai laboratori di ricerca, alle grandi realtà produttive. Parole autorevoli e profondamente pertinenti per leggere in modo diverso il patrimonio di un’istituzione nata dalla passione per la scienza e per la tecnica all’interno di una visione ampia e unitaria della cultura, all’insegna di Leonardo da Vinci.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Sezione 1. Carbonio

Carbonio è l’ultimo racconto de Il sistema periodico, pubblicato nel 1975. Vi si descrive il viaggio avventuroso di un atomo di carbonio nel corso dei millenni e nell’immenso spazio planetario. Le sue straordinarie trasformazioni ne fanno il protagonista della nascita e dello sviluppo della vita su questa terra. Quel racconto, immaginato già al tempo della prigionia nel Lager di Auschwitz, rappresenta uno dei primi sogni letterari di Primo Levi. Nella mostra è presentato attraverso una ricca sequenza di tavole disegnate dall’artista giapponese Yosuke Taki.

Sezione 2. Il viaggio verso il nulla / Il cammino verso casa

Una grande carta geografica dell’Europa propone l’itinerario del viaggio cui Primo Levi fu costretto dal campo di Fossoli fino ad Auschwitz. Sulla stessa carta è descritto il lungo periplo dell’Europa centro-orientale che lo scrittore dovette compiere per tornare a casa. Il contesto nel quale quei viaggi avvennero è descritto in due video posti subito sopra la carta.

Il percorso continua lungo una sorta di tunnel, dove sono solo le parole di Levi a “illuminare” la realtà di Auschwitz.

Subito dopo, una sequenza di pannelli aiuta a seguire alcuni dei passaggi più significativi della testimonianza sul Lager, che Levi non cessò mai di dare. In un video le immagini aiutano a situare la sua testimonianza nel più ampio contesto del dibattito sullo sterminio lungo il secondo dopoguerra.

Sezione 3. Cucire parole

La terza sezione della mostra è dedicata a Levi scrittore. Una ricca successione di immagini e citazioni illustra i diversi mondi da lui immaginati nei suoi libri, fra racconto, romanzo, poesia e saggio. Centrale risulta anche la sua cura della parola. Nella forma della video-intervista l’autore illustra poi alcuni aspetti della propria attività di scrittore.

Sezione 4. Cucire molecole

La sezione su Primo Levi chimico inizia con la riproduzione della tavola degli elementi presente nell’Istituto di Chimica egli studiò. Di fronte, un’installazione visiva propone un’altra tavola degli elementi, quella entro cui volle inscrivere i passaggi fondamentali della sua vita e del suo mestiere di chimico quando scrisse Il sistema periodico.

A seguire, il percorso espositivo propone i momenti salienti del rapporto di Levi con la chimica, dagli anni di scuola ad Auschwitz, fino alla lunga esperienza nella SIVA, la fabbrica di vernici dove lavorò fino alla pensione.

Sezione 5. Homo Faber

Il tema centrale della quinta sezione è la relazione fra mano e cervello. Una relazione già così stretta e decisiva nel mestiere del chimico, che Levi coltivava anche in altri modi: ad esempio affinando la propria capacità di costruire sculture in filo di rame di cui sono presenti nell’allestimento immagini efficaci.

Sezione 6. Il giro del mondo del montatore Faussone

La sesta e ultima sezione si sviluppa intorno al tema del lavoro, centrale ne La chiave a stella e nel pensiero di Levi, portato quasi per naturale vocazione a misurarsi sia con la realtà concreta dei mestieri più diversi, sia con il significato del lavoro nella vita dell’uomo.

Conclude il percorso di visita un video che propone, con parole e immagini, i vari momenti della biografia dello scrittore e aiuta a ricomporre idealmente i vari capitoli della mostra.

Nel periodo di apertura della mostra sono previsti un programma culturale e appuntamenti speciali rivolti a insegnanti e studenti.

La visita alla mostra I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza è compresa nel biglietto d’ingresso al Museo.

La mostra è stata realizzata da: Fabio Levi e Peppino Ortoleva, curatori; Gianfranco Cavaglià e Anna Rita Bertorello, progetto allestimento; Roberta Mori, ricerca e coordinamento; Ars Media, progetto grafico e realizzazione video; Yosuke Taki, realizzazione artistica della sezione Carbonio; Cristina Zuccaro, ricerche iconografiche e materiali video; Serena Nicolasi, coordinamento e relazioni esterne.

L’esposizione è stata realizzata con il sostegno di: Compagnia di San Paolo, FCA, Fondazione CRT, Reale Mutua Assicurazioni, Iren, RAI Teche, Fondazione Giovanni Goria, Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, Comunità Ebraica di Torino, Fondazione Ruffini, Camera di Commercio di Torino, Centrale del Latte di Torino, Museo Ferroviario Piemontese.

LA MOSTRA SI SVOLGE SOTTO L’ALTO PATRONATO DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA.

Il Centro Internazionale di Studi Primo Levi è partner del Polo del ‘900.

I MONDI di PRIMO LEVI. UNA STRENUA CHIAREZZA 1 dicembre 2016 – 19 febbraio 2017 Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Via San Vittore 21 – 20123 Milano  A CURA di CARLO MOLA

 

 

 

 

 

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