Sette espressioni del pensiero. Cultura di Valle e non solo
CNR1, l'istamina
Non hai più fame? Te lo dice l’istamina. E’ stato scoperto il funzionamento per mezzo del quale il cervello riconosce la sazietà. Pubblicata su Pnas. (PNAS è una delle riviste globali multidisciplinari più citati e del mondo scientifico, pubblicando più di 3.800 articoli di ricerca ogni anno. Fondata nel 1914, PNAS pubblica ricerche di avanguardia, news scienza) è la ricerca svolta da Università di Firenze e Cnr in collaborazione con La Sapienza ed é il meccanismo di accesso attraverso cui il cervello interpreta diversi segnali periferici di sazietà. Risultato di una ricerca svolta da Università di Firenze e Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza Università di Roma. Il titolo del lavoro, pubblicato su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), è “Satiety factor oleoylethanolamide recruits the brain histaminergic system to inhibit food intake”.“Abbiamo scoperto”, spiega Maria Beatrice Passani, ricercatrice del Dipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) dell’Ateneo fiorentino, “che il segnale di sazietà prodotto dall’intestino durante il consumo di un pasto da parte di un lipide, l’oleoiletanolamide (Oea), attiva aree specifiche del cervello che usano l’istamina come neurotrasmettitore, favorendo così la cessazione dell’attività alimentare”.“Le prove sperimentali raccolte in questo studio”, prosegue Roberto Coccurello dell’Ibcn-Cnr, al cui fianco hanno lavorato per lo stesso istituto Giacomo Giacovazzo e Anna Moles, “dimostrano per la prima volta che l’effetto anoressizzante di Oea viene drasticamente attenuato sia in animali privi della possibilità di sintetizzare istamina, sia in animali le cui riserve neuronali di istamina sono state temporaneamente inattivate attraverso la somministrazione diretta nel cervello di un agente inibitore. Grazie alla nostra ricerca siamo riusciti a individuare la natura dei neurotrasmettitori implicati e a comprendere i meccanismi attraverso cui determinate popolazioni di cellule nervose (neuroni) presenti nel cervello a livello dell’ipotalamo traducono l’informazione mediata da Oea sullo stato nutrizionale dell’organismo e sul corrispondente livello di sazietà. È stato identificato quindi nel sistema neurotrasmettitoriale dell’istamina una delle componenti fondamentali per veicolare il messaggio di sazietà generato da Oea a livello intestinale”.“La conoscenza di questi meccanismi neuronali, che assolvono un ruolo essenziale nel comportamento alimentare, in quanto contribuiscono alla riduzione dell’appetito, offre nuove prospettive per sviluppare farmaci più efficaci e sicuri per il trattamento dell'obesità, che mirino a incrementare il rilascio di istamina nel cervello”, conclude Passani, al cui fianco hanno lavorato – nel team fiorentino - Gustavo Provensi, Hayato Umehara, Leonardo Munari, Nicoletta Galeotti e Patrizio Blandina. Una notizia degna di divulgazione . CARLO MOLA
CNR, festeggiando Augusto
Vogliamo dare questa notizia anche con un po’ di anticipo vista l’importanza. Roma, Sarajevo, Amsterdam, Alessandria d’Egitto: tutto l’Impero festeggia Augusto. LE CHIAVI DI ROMA. IL CITTÀ DI AUGUSTO. Il 23 settembre 2014, per il Bimillenario della morte del princeps, il mondo festeggerà Augusto. In modo singolare due itinerari si svolgeranno presso il Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano, l'uno e l'altro suggeriti da Augusto e dall’Impero Romano, ma con differenti sviluppi: consentire agli ospiti di “camminare” nella città augustea e “riconoscerne” i luoghi mitici e storici; collegare quattro città, quattro musei, quattro forme di essere cittadini romani, per un viaggio interagente, mai azzardato prima, alla scoperta del mondo romano, oltrepassando i portoni del tempo con le chiavi di Roma. Proposito comunicativo di Roma Capitale in occasione del Bimillenario della morte del princeps e del più ampio progetto internazionale “Keys To Rome”. Infatti, l’esposizione, ideata e curata da Sovrintendenza Capitolina e CNR, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, Società partecipata al 100% da Roma Capitale. (Zètema è l’azienda strumentale capitolina che opera nel settore Cultura. caratterizzata da una mission votata ad ottenere una fruizione ottimale del patrimonio storico artistico della Città ed un core business che consiste nella gestione di attività e servizi culturali e turistici, oltre che nell’organizzazione di eventi). Si mira ad illustrare due percorsi tematici complementari e intrecciati: uno narrativo – Keys To Rome. Le Chiavi di Roma - e l'altro di analisi, che condurrà i visitatori attraverso i luoghi di Augusto e si presenta, quindi, come una sperimentazione espositiva unica per la prima volta. Sarà inaugurata il 23 settembre in contemporanea in quattro luoghi di grande attrazione e, grazie alla fusione di differenti applicazioni tecnologiche, aprirà la vista a un evento organizzato dalla rete di eccellenza europea sui Musei Virtuali, V-MUST, coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Quattro città offriranno quattro visuali diverse sulla cultura romana: il cuore di Roma, con il Museo dei Fori Imperiali; Alessandria d’Egitto, nelle bellissime sale della Biblioteca Alessandrina; Amsterdam presso l’innovativo Museo Allard Pierson e, alla fine Sarajevo all’interno dell’importante biblioteca, sede del municipio, da poco restaurata. Le quattro locations, che simboleggiano i “quattro angoli” del mondo romano, sono il piedistallo dell’idea della mostra europea e saranno un’occasione senza precedenti per guardare all’Impero da punti di osservazione geografici, storici, umani e culturali molto inconsueti. Al centro dell'esperienza museale, un percorso fatto di filmati, e applicazioni mobili, guiderà il visitatore a ripercorrere la storia romana, grazie a due protagonisti – un vecchio mercante e suo nipote – che dovranno ritrovare gli oggetti appartenuti alla famiglia e palesarne i segreti, usando le chiavi di Roma, nell’unico giorno in cui il dio Giano permetterà di aprire le porte del tempo. Nell’Aula del Museo, una mappa della città darà al visitatore la sensazione di “camminare” nella Roma di duemila anni fa. Il Foro di Augusto, il suo Mausoleo, l’Ara Pacis e gli altri monumenti, “emergeranno” dalla mappa e racconteranno la propria storia. Due busti di Augusto e Agrippa – il suo più valido collaboratore - si animeranno e parleranno delle tattiche e degli avvenimenti storici che hanno permesso la trascinante ascesa del princeps e la trasformazione della città. Infine, video pannelli presenti lungo il percorso espositivo illustreranno le novità scientifiche sugli ultimi scavi, testimoniando la continua ricerca e la presenza sul territorio degli archeologi della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. “Gli innovativi apparati digitali a disposizione del pubblico sono frutto del lavoro congiunto durato quattro anni da parte di ricercatori e autori all’interno del progetto V-MUST. Obiettivo della rete di eccellenza è stato quello di confrontare le esperienze dei singoli Musei e Istituzioni di ricerca, costruire un gruppo di lavoro sul tema della tecnologia virtuale al servizio dei musei e dei Beni Culturali”. La mostra “Le Chiavi di Roma. La Città di Augusto” è quindi il frutto palpabile di questa collaborazione e costituisce il modello per un futuro senza precedenti nel mondo scientifico di riferimento. Nell’ambito delle attività collaterali che arricchiranno ulteriormente l'evento, verrà anche organizzata la “Digital Museum Expo”, esposizione e workshop rivolti a professionisti e operatori del settore, che presenteranno le soluzioni tecnologiche più recenti, create per i musei del futuro. L'Expo sarà visitabile a Roma, sempre all'interno del Museo dei Fori Imperiali, dal 24 al 28 settembre 2014. Verrà poi spostato a turno nelle altre quattro sedi di “Keys to Rome” tra ottobre e dicembre. “La particolarità della mostra, il suo approccio narrativo e multimediale ha interessato alcune importanti istituzioni statunitensi con sede a Roma aderenti all’AACUPI (Association of American College and University Programs in Italy)” Studenti di lingua inglese serviranno da intercessori per i visitatori non italiani, mentre altri attiveranno laboratori e concorsi fotografici ispirati alla mostra, tutto all’insegna della plurien sinergia tra queste Università e la Sovrintendenza Capitolina. All’interno dei Mercati di Traiano.
La mostra, a Roma, prende il nome di "Le Chiavi di Roma. La città di Augusto" ed è promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica -Sovrintendenza Capitolina e dall’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC) del CNR.
CARLO MOLA
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TONY CORTI PRESENTA IL SUO ULTIMO LIBRO
Un uomo e la sua terra. Tony Corti e la sua Valtellina, che ama dal profondo del cuore. Genio e passione, fuoco e anima nelle sue peregrinazioni in un passato remoto che rivive nello spirito libero di una temerarietà temprata dalla lotta e dal sacrificio di tanti emigranti che sin dal Cinquecento, dopo aver annodato nel cuore tutta l’amarezza del distacco dai propri affetti, dal proprio paese, con una lunghissima marcia forzata o a dorso di mulo raggiungevano la capitale per dare un futuro ai propri figli. Pellegrini d’amore senza più amore, uomini tenaci e solerti, adusi ai mestieri più rudi, da scaricatori di porto a facchini, da macellai a fornai, da muratori a falegnami, da umili cocchieri e vetturali a garzoni da stalla. Eppure uomini che hanno fatto la storia di Roma e si sono guadagnati fama e ricchezza. Ma pur sempre nomadi stanchi sotto cieli stranieri. A migliaia. Corti, eclettico artista che spazia dalla letteratura al cinema, dalla musica al teatro, dalla televisione al giornalismo, ne ha contato oltre 3000 solo nella seconda metà del Seicento e già 2000 solo nel primo scorcio del Settecento. Uomini che rappresentavano la ricchezza della Valle che riceveva il pesante obolo raggranellato dopo estenuanti giorni di fatica. Curti diventa così l’aedo che canta l’odissea dei primi migranti nei suoi libri su “I Valtellinesi e i Valchiavennaschi nella Roma del Cinquecento”, “del Seicento”, e ora anche “del Settecento” con la sua ultima fatica letteraria. Una ricerca minuziosa e certosina tra gli archivi storici dell’Urbe, a tratti estenuante e logorante. Mai domo, però, Corti ha rinnovato gli sforzi, spesso fino a tarda notte, sulle “sudate carte”, per dare un nome a tanti piccoli eroi di un mondo dimenticato, che annota puntigliosamente nell’appendice del suo ponderoso libro, affinché nulla vada perduto nella memoria collettiva di un popolo la cui identità è sacra quanto il giuramento di un solenne imeneo. “Uomini delle rive dell’Adda e della Mera che non si sono mai arresi dinanzi alle vicissitudini della vita e che con coraggio si sono rimboccate le maniche accettando i lavoro più umili, salendo pian piano le scale di un mondo difficile, accatastati come bestie da soma anche in 15 in una sola stanza, per rincorrere un magro salario”, racconta Corti. Ma anche uomini che hanno scritto la storia romana, come il noto “pictor” Marcello Venusti, autore della riproduzione del Giudizio Universale di Michelangelo, al museo di Capodimonte. O quel Vincenzo Grazioli di Cadelsasso nei pressi di Civo che si fregiò del titolo di duca e barone imparentandosi con i Lante della Rovere, e fiduciario di principi e Papi. Suo Palazzo Grazioli, acquisto della neoplutocrazia berlusconiana, e suo anche Castel Porziano, ora tenuta della Presidenza della Repubblica. Ricca l’aneddotica del testo, confortata da un’iconografia di prim’ordine che ha dato smalto a 574 pagine di vita, tasselli della grande storia valtellinese e valchiavennasca che nella città del Tevere si innestava con la Confraternita dei Lombardi, tra barcaioli e braccianti sul porto di Ripetta e Ripa grande, e mercanti e magazzinieri di olio e sapone nel cuore trasteverino dell’Urbe, dove si concentravano anche tante zitelle da maritare o monacare con una piccola dote. Miracoli di una microeconomia misconosciuta e altrettanto preziosa che Corti, vera mente in cinemascope, ha avuto la saggezza di svelare, dando lustro e un volto ad un popolo che ovunque ha lasciato il suo segno, senza mai perdere di vista la terra lontana, ancorato a tradizioni sedimentate nel cuore, a valori sacrosanti e inalienabili come la famiglia, l’onore, il rispetto, e l’amore per le proprie radici.
NELLO COLOMBO
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Civiltà Cattolica - quaderno 3939-3940
ARTICOLI
209 LA RICOSTITUZIONE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ (1814). Una lettura sapienziale
Benjamín González Buelta S.I.
Il 7 agosto si celebra il secondo centenario della ricostituzione della Compagnia di Gesù ad opera di Pio VII con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum. In questo articolo viene fatta una lettura sapienziale di ciò che per i gesuiti sopravvissuti al breve della loro soppressione Dominus ac Redemptor di Papa Clemente XIV significò lo scioglimento per sempre del loro Istituto e del loro modo di giungere a Dio. Nel corso dei quarant’anni nei quali la Compagnia rimase soppressa, i gesuiti vissero un processo pasquale molto intenso. Chi leggesse quegli anni soltanto con il linguaggio dell’ingiustizia, del lamento e della perdita, non rispetterebbe l’opera di Dio e nemmeno l’ispirazione e la novità che egli ci offre con ogni potatura: il Padre è l’agricoltore e può trasformare i colpi d’ascia indirizzati alla morte in un futuro di vita ben migliore per tempi nuovi.
224 MISTICA POPOLARE E PASTORALE URBANA
Jorge R. Seibold S.I.
L’esortazione apostolica di Papa Francesco dal titolo Evangelii gaudium, pubblicata a Roma il 24 novembre 2013, tratta dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale. In questo articolo l’A. intende riflettere su alcuni aspetti particolari che vengono trattati in essa, quando la «nuova evangelizzazione» viene messa in rapporto con la «pietà popolare», la «mistica popolare» e la «pastorale urbana», così come Papa Francesco li esprime in quell’Esortazione. Infine, a mo’ di conclusione, vengono sintetizzati i principali apporti raccolti, che possono dischiudere, al livello della Chiesa, nuovi spazi di azione pastorale davanti alle urgenti sfide dell’attualità.
235 LA «BUONA NOTIZIA»
Lino Dan S.I.
«Buona notizia» è la traduzione letterale del termine «Vangelo», in greco euaggelion. Ma perché questa proclamazione che si compie da 2000 anni è «buona notizia», e lo è ancora? E in che senso questa buona notizia si comprende a partire dalla sua accezione comune? In questo articolo si cerca di mostrare come l’espressione «buona notizia» abbia a che fare, fin dal linguaggio comune, con qualche cosa che il soggetto sente e vive come arricchimento, gioia, pienezza, soprattutto nelle relazioni. Si passa poi a esaminare il termine greco euaggelion e il verbo euaggelizomai, sia nel contesto classico, sia nella loro derivazione dai termini ebraici usati nell’Antico Testamento, sia poi nel loro utilizzo nel Nuovo Testamento, in particolare nei Vangeli — che prendono il nome proprio dal termine euaggelion — e nelle lettere di Paolo. Infine, si propongono alcune riflessioni sull’uso dell’espressione «buona notizia», in modo da poter ulteriormente permettere di scoprire la ricchezza e la potenza performativa che la sua proclamazione può avere nell’oggi.
251 TRE RADICI FILOSOFICHE DEL NICHILISMO
Georg Sans S.I.
La tesi di questo articolo è che il nichilismo, in quanto atteggiamento esistenziale o visione della realtà, ha le sue radici in determinati problemi filosofici. Si tratta di tre questioni, relative rispettivamente alla conoscenza giusta, alla volontà buona e alla negatività. L’A. passa quindi a considerare il nichilismo della conoscenza, della volontà e il nichilismo come «il più inquietante fra tutti gli spiriti» (Nietzsche). Sostiene la possibilità di uscire dal nichilismo con un atteggiamento di fede. Ma questa fede non è imposta a nessuno. La via che porta ad essa conduce allo stesso punto da cui parte la via verso il nichilismo. Alla biforcazione si decide se io credo in Dio che, come dice san Paolo, è «tutto in tutti» (1 Cor 15,28), oppure se in ultima analisi nulla ha valore al di fuori di me.
FOCUS
262 LA REPUBBLICA CENTRAFRICANA IN ATTESA DEI CASCHI BLU
Luciano Larivera S.I.
La storia della Repubblica Centrafricana (Rca) è una delle più tragiche del continente. Adesso in gran parte del suo territorio regnano l’anarchia e la guerra tra milizie, che fanno pure leva sull’appartenenza etnica e religiosa per giustificare rappresaglie, crimini contro l’umanità e latrocini. La sopravvivenza della Rca esige un’azione decisa contro l’impunità dei criminali e per il disarmo dei miliziani. La Minusca, la missione dei «caschi blu» che sarà operativa dal 15 settembre, deve però arricchire quanto prima il suo mandato. Oltre al ristabilimento della sicurezza, alla tenuta di elezioni nel 2015 e alla lotta contro la corruzione per finanziare i servizi pubblici, è indispensabile che l’Onu si dia l’obiettivo strategico, a lungo termine, di sviluppare l’economia «produttiva» della Rca, e quello, a brevissimo termine, di lanciare progetti agricoli e infrastrutturali per occupare la maggior manodopera possibile e far rientrare a casa 800.000 sfollati e rifugiati. Solo così la Repubblica Centrafricana potrà diventare uno Stato.
VITA DELLA CHIESA
274 VERSO L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL SINODO SULLA FAMIGLIA
GianPaolo Salvini S.I.
Con la pubblicazione dell’Instrumentum laboris è stato compiuto un ulteriore passo avanti per la preparazione della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, in programma dal 5 al 19 ottobre 2014. Esso è stato redatto, per la prima volta, in base alle risposte inviate dalle Chiese locali al questionario proposto loro nel Documento preparatorio di alcuni mesi fa. In esso si espongono rispettivamente: il disegno di Dio sulla famiglia e l’annuncio del Vangelo su di essa; le proposte di pastorale familiare soprattutto in considerazione delle situazioni difficili e del mutato contesto sociale; infine l’apertura alla vita e la responsabilità educativa. Il tutto in chiave positiva e propositiva, in modo che la crisi della famiglia diventi occasione di una rinnovata pastorale, espressione anche della misericordia di Dio e della Chiesa.
PROFILO
285 DON GIUSEPPE ROSSI, UN MARTIRE PER LA SUA GENTE
Francesco Occhetta S.I.
Don Giuseppe Rossi (1912-45), un giovane parroco ucciso barbaramente il 26 febbraio 1945 dai nazifascisti per rappresaglia, in seguito a un attentato da parte dei partigiani, ha salvato la vita al paese del quale era guida spirituale. A cento anni dalla sua nascita, e con l’apertura della sua causa di beatificazione, ci si chiede se il suo sia stato un vero martirio. La sua «testimonianza» — in greco, martyrion — va oltre la sua drammatica esecuzione e rimanda a un modo di appartenere a Cristo nascosto nell’anonimato e nonostante le crisi. La fedeltà di una promessa è portata al sacrificio di sé per la salvezza degli altri. È quanto la Scrittura riassume in un versetto: «Sii fedele fino alla morte, e ti darò la corona della vita» (Ap 2,10).
INTERVISTA
296 INTERVISTA A EDOARDO WINSPEARE, REGISTA CINEMATOGRAFICO SALENTINO
Virgilio Fantuzzi S.I.
Il regista cinematografico Edoardo Winspeare ha presentato con successo alla recente Berlinale il suo ultimo film In grazia di Dio, che narra la storia di quattro donne costrette da un dissesto finanziario a intraprendere una vita a contatto con la terra e i suoi prodotti naturali, ottenuti con fatica e sudore. Siamo andati a trovarlo nel suo ambiente, il Salento, e abbiamo parlato con lui dell’insieme del suo cinema, legato a quel luogo ricco di fascino. L’incontro ci ha riservato una sorpresa: l’influsso che don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta morto in concetto di santità nel 1999, ha esercitato sul giovane Winspeare negli anni in cui fu parroco di Tricase, mentre il futuro regista, tra i 14 e i 17 anni, attraversava il momento più delicato della sua formazione personale.
NOTE E COMMENTI
311 UNA VISIONE MESSIANICA DELLA SCIENZA?
Giandomenico Mucci S.I.
La nota discute il valore di una convinzione comunemente accettata: la scienza sperimentale guida l’uomo a ogni progresso, alla soluzione di ogni problema, alla realizzazione di ogni speranza. Concentra la sua attenzione sul percorso della fisica, dalla Grecia classica alla crisi galileiana, alla teoria quantistico-relativistica, alla ricerca oggi pesantemente condizionata dai criteri e dagli scopi dell’industria, all’evoluzione del regime della Macchina nel futuro.
317 IRENEO, LA GNOSI E IL DIO CREATORE
Enrico Cattaneo S.I.
Nel II secolo, Ireneo, un greco dell’Asia Minore diventato vescovo di Lione, si confrontò apertamente con lo gnosticismo, una dottrina teosofica che aveva molta presa sui cristiani più inquieti. L’A. più che riproporre i vari sistemi gnostici, cerca di scoprire dove fosse la loro capacità di seduzione e la individua in quattro aspetti: un forte sentimento anti-ecclesiastico; uno spiccato esoterismo; un affrancamento dalla morale; e, infine, un diffuso anti-giudaismo. Il tutto può essere ricapitolato nel rifiuto del Dio Creatore, che non è un dio minore, come ritenevano gli gnostici, ma l’unico vero Dio, che con il suo Verbo e il suo Spirito vuole elevare questa creazione, attraverso l’uomo, anima e corpo, alla comunione con sé.
RIVISTA DELLA STAMPA
323 TEOLOGIA E SPIRITUALITÀ DEL SACERDOZIO CATTOLICO IN JOSEPH RATZINGER
Domenico Marafioti S.I.
Continua la pubblicazione, presso la Libreria Editrice Vaticana, dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI con il 12° volume Annunciatori della Parola e servitori della vostra gioia. Teologia e spiritualità del Sacramento dell’Ordine. Sono 982 pagine, che raccolgono saggi teologici, testi sulla formazione e la spiritualità dei presbiteri, omelie per l’Ordinazione e anniversari giubilari. Leggendo questi scritti, che si svolgono nell’arco di cinquant’anni, si può seguire il dibattito sul sacerdozio cattolico nel dopo-Concilio, e lo sforzo compiuto dalla teologia per motivare dal punto di vista biblico e dogmatico il ministero sacerdotale nella Chiesa.
RECENSIONI
330 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Barsotti D. 334 - Borghesi M. 330 - Bossis G. 342 - Ceresa-Gastaldo A. 338 - Crescini F. 342 - Falzone M. T. 335 - Gerolamo 338 - Kerouac J. 340 - Maffeo P. 341 - Melloni A. 337 - Vita (La) e l’essere. L’embrione: grumo di cellule o persona? 332 - Ward D. M.
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San Martino in Rio, 29 giugno 2014, Santi Pietro e Paolo
Caro Direttore,
ormai tanti anni fa doveva svolgersi nel mio paese una conferenza sull’omosessualità: un prete, una dottoressa, due testimoni. I 4 relatori prevedevano di rientrare a casa in serata; ma era inverno, il viaggio era lungo, per cui avevamo predisposto la possibilità del pernottamento: il sacerdote in canonica, la dottoressa in una casa, i due ragazzi a casa nostra.
E qui nasceva il mio dubbio. I due ragazzi erano due ex gay: potevano dormire nella stessa stanza? Personalmente non ospiterei mai un maschio e una femmina nella stessa stanza, se non sono sposati. Ma due ex gay?
Non sapevo come comportarmi, era un mondo del quale conoscevo solo briciole, per cui alla fine ho chiesto lumi. Però non me la sono sentita di interpellare i due ragazzi direttamente, e sono ricorso a un intermediario: 13 domande organizzative, tra cui quella fastidiosa “I due ragazzi possono dormire insieme?”. L’intermediario ha risposto ad alcune domande, poi ha girato la mail ai ragazzi: domanda indiretta, risposta diretta.
Egregio Signor Lazzaretti,
sono uno dei due ragazzi che darà la testimonianza il 27. Non so quanto D. abbia risposto alle vostre domande, ma, per ciò che ci concerne ecco alcune risposte: […]
Per la domanda n. 10, il dubbio è lecito. Se ci chiede se una persona che ha praticato l’omosessualità può ancora essere tentato da pensieri di tipo omosessuale, la risposta generale è “Sì, può ancora succedere”; ma l’intensità di questi pensieri è sempre minore e va di pari passo al processo di guarigione.
Inoltre “pensiero” non è uguale a “azione”, e “tentazione” non è uguale a “accettare la tentazione”. La persona che esce dall’omosessualità oltre a scoprire la propria eterosessualità, impara a gestire i pensieri e dire no alle tentazioni omosessuali.
Se C. e S. possono dormire nella stessa camera, la risposta è “Sì, non c’è alcun problema”.
[…] In attesa di rivederci, con cordiali saluti. C.
Tirai un sospiro di sollievo: “Il dubbio è lecito”. Nella sua risposta C. non mi sgridava per il dubbio, e inoltre mi apriva le porte alla complessità degli ex gay: vivono un percorso di battaglia che dura per tutta la vita.
Mi lasciava perplesso quel “percorso di guarigione”. Guarigione da che cosa, visto che l’omosessualità, secondo le loro stesse parole in conferenza, non è una malattia? “Guarigione dalle ferite” è l’espressione che ripeterono più spesso. E qui ho capito meglio, perché la guarigione dalle ferite riguarda tutti noi. Anche a me Padre F. consigliò la giaculatoria “Signore Gesù, per le tue sante piaghe, guariscimi!”: non perché sono malato, ma perché sono ferito.
Quali sono le ferite di un gay o di un ex gay? Non sperate di trovarne notizia sui giornali o in TV. Nel mondo degli ex gay si può entrare solo se qualcuno ci apre la porta. Ne ho trovato un buon campionario in un libro che consiglio a tutti: Joseph Nicolosi “Oltre l’omosessualità” edizioni San Paolo.
Otto casi emblematici: l’adulto “ragazzino dentro”, l’uomo sposato dalla doppia vita, il prete cattolico, l’adolescente che assaggia la pratica gay, l’uomo che vuole uscire dalla vita gay e al contempo prova gelosia per l’ultima sua relazione, eccetera. Otto storie di battaglia, per chi vuole capire.
E capire in fretta perché, se dovesse passare la legge sulla cosiddetta “omofobia”, si formerebbe ben presto anche un “Gay Index Librorum Prohibitorum”: questo libro ci cadrebbe di sicuro, come tutti i libri che dicono la verità sull’argomento.
Giovanni Lazzaretti
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“La locanda delle trote blu”
Dal 9 agosto novità in libreria con il terzo romanzo di Luca Moretti (x), intitolato “La locanda delle trote blu”, edito dalla casa editrice Robin di Roma e distribuito da Messaggerie su tutto il territorio nazionale.
Il romanzo
Nicola è uno studente al primo anno di università che in pochi mesi, tra l’ottobre del 1989 e il giugno del 1990, acquista coscienza di sé e compie il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Un passaggio normale che appartiene ad ogni essere umano ma che nel suo caso avviene in pochi mesi turbolenti e pieni di esperienze travolgenti e indimenticabili.
Il ricordo dei quei momenti fa riflettere Nicola sull’Italia e sul mondo di quegli anni. Anni di grandi cambiamenti e sconvolgimenti che hanno contribuito a formare le idee, i valori e perfino il carattere del protagonista del romanzo e di tutti quelli della sua generazione. Ma per Nicola è anche un’occasione per riflettere su sé stesso e, con il disincanto e il distacco dei tanti anni trascorsi da allora, sull’Italia e sul mondo di oggi.
Ma che cos’è, e dov’è, la locanda delle trote blu? Forse non è nient’altro che il trait d’union tra il passato, il presente e il futuro. Forse sono i sogni di gioventù che a volte, se non si smette di inseguirli, si avverano.
L'autore
(x) L'autore è nato a Sondrio, ove vive, nel 1968. Laurea in Storia Moderna presso l’Università Statale di Milano. Dal 1997 lavora come funzionario nella Comunità Montana di Sondrio. Nel 2009 ha pubblicato con la casa editrice Nuovi Autori di Milano il romanzo “Anima in viaggio” e poi nel 2012 ha pubblicato con la casa editrice Robin di Roma il romanzo “La vita dentro”.
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Fare del bene...
Farevolontariato oggi è importante più che mai, c'è ne veramente tanto bisogno. Deve partire da un sentimento interiore di spontaneità, di libertà, di generosità e dalla propria coscienza, di impegno gratuito per gli altri. Entrare a far parte in qualche associazione di volontariato bisogna crederci, per dare il proprio contributo umano, professionale, economico e sociale, richiede tempo, sacrificio e tanta volontà, per dare assistenza, prendersi cura degli altri, dei più deboli, dei più bisognosi.
Fare volontariato dev'essere, aiuto concreto e solidale, quello che fa scoprire e portare avanti, i grandi valori dell'umanità, metterli in pratica, quelli che fanno crescere culturalmente e socialmente come cittadini del mondo e come persone, in Italia abbiamo tante associazioni di volontariato, è una grande risorsa umana,anche una grande ricchezza per i servizi-sociali resi alle persone bisognose, questo fa onore all'Italia, sono da apprezzare e valorizzare.
Vorrei fare con semplicità, alcune considerazioni sull'associazione umanitaria EMERGENCY, fondata da Gino Strada nel 1994, che si occupa gratuitamente delle cure mediche, chirurgiche, per i poveri e per le persone vittime delle guerre, conflitti, promuove anche con determinazione e concretezza, una cultura di solidarietà, di pace,di rispetto dei diritti umanitari e di una equa distribuzione delle risorse economiche nel segno dell'uguaglianza, il diritto alla salute sia per tutti i cittadini del mondo. Dal 2005 EMERGENCY opera anche in Italia per garantire a tutti il rispetto di essere curati, con la collaborazione di altre associazioni sparse sul territorio italiano.
Ora vorrei dire due parole prendendo un caso come quello di una associazione di volontariato, la “BDK”, con sede a Cenate Sotto in provincia di Bergamo. Lo scopo di questa associazione è di raccogliere fondi per finanziare progetti di beneficenza, organizzando iniziative ricreative e feste aperte a tutti. Negli ultimi anni si sono impegnati per EMERGECY, collaborando con la sezione di Bergamo. Devo proprio dire che è un gruppo di ragazzi fantastici, animati da entusiasmo, passione, voglia di fare per gli altri, per il bene comune. Tutti gli anni organizzano una festa in paese, preparando del mangiare molto buono e anche di una bella musica, questo riescono a farlo, utilizzando parte delle proprie ferie e tutto per raccogliere fondi da donare ad EMERGECY, bravi ragazzi e complimenti. Lo fanno con grande impegno, sacrificio, sapendo di farlo nella condivisione degli obiettivi con EMERGENCY, di fratellanza, di pace e di solidarietà. Questi ragazzi, al di la di tutti gli egoismi e indifferenza che c'è nella società di oggi, danno veramente un bel esempio di protagonismo concreto, stanno dando la priorità di fare del bene, con i loro progetti per rispondere direttamente ai bisogni dei meno abbienti, dei più deboli, dei più bisognosi. Sono ragazzi veramente in gamba, hanno scelto di portare avanti i valori veri e di alta civiltà, di dare il loro contributo per costruire una società migliore, più giusta, una società dove tutti possano vivere un'pò meglio, lo sentono come un dovere morale.
Poi cari lettori fare del bene fa veramente bene a chi lo riceve ma anche a chi lo fa.
Francesco Lena