MOLA. Arte e Scienza: Fondazione Mudima e Galleria Morone. Il vulcano e il clima
Arte, Nuova Galleria Morone
Dopo le segnalazioni delle importanti mostre fotografiche milanesi puntiamo lo sguardo sulle Gallerie d’Arte private in un momento, come abbiamo scritto più volte, di grande creatività e produttività artistica. Oggi parliamo della Nuova Galleria Morone dedita in particolare alle diversi forme della contemporaneità. Quarant'anni d'attività, permettono alla Nuova Galleria Morone, di indagare e poi proporre opere del vasto mondo artistico internazionale e del nostro paese con il contributo di varie forme d'espressione, meno invalse, come l'assemblaggio e l'installazione. Con sensibile riflessione agli spazi e all’assetto. La mostra della nuova Galleria Morone è una ricca collettiva di arte contemporanea “MUSE INQUIETANTI. Ritratte da uomini inquieti” Con l’eredità di Rembrandt allo specchio, si sono sfidati molti maestri moderni, a loro volta intrappolati da un ritratto che li ha forzati a parlare di sé, a scoprirsi. La brava curatrice della mostra è Chiara Gatti.
Per gli artisti presenti si dovrebbe scrivere un lungo saggio essi sono: Rufo (Marco Perroni), Sylwester Ambroziak, Georg Baselitz, Giuseppe Bergomi, Agenore Fabbri, Gianfranco Ferroni, Lucian Freud, Domenico Grenci, Karl Plattner, Giovanni Sesia. Dieci artisti compresi i giovani emergenti e maestri storici, Una mostra di “autoritratti” allo specchio, che vogliono dialogare con il capolavoro inciso di Rembrandt, il celebre nudo ingoiato dall'ombra.
Agenore Fabbri (1911-1998) è stato un grande protagonista della guerra partigiana e del dopoguerra disastrato, e viveva a Milano nel '45, per mesi, fra le panchine della Stazione Centrale e negli interni fracassati di una Balilla. Lucian Freud (1922-2011) fu il maestro del decadimento fisico e della desolazione che ne deriva. Poi grandi come Plattner (1919-1986), Ferroni (1927-2001) o Baselitz (classe 1938). E gli artisti più giovani Giovanni Sesia (classe 1955) E fra i più giovani ancora, Domenico Grenci (classe 1981), di cui daremo altre notizie. Marco Perroni (classe 1970) e infine il polacco Sylvester Ambroziak (classe 1964).
Nella sala sottostante della Galleria una personale di Domenico Grenci di una densità e pregnanza rara. Commovente.
CARLO MOLA
NUOVA GALLERIA MORONE
Via Nerino 3 (20123) Milano – sino al 30 aprile 2014
tel.+39 0272001994, +39 0272002163 (fax)
orario: dal martedì al sabato ore 11|19
biglietti: free admittance catalogo: in galleria
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Arte, Fondazione Mudima
Avvicinarsi alla Fondazione Mudima di Via Tadino a Milano significa incontrare una delle più significanti istituzione per l’arte e la cultura in campo internazionale. Diretta da Gino Di Maggio, è nata all’inizio del 1989 ed è un’istituzione senza fine di lucro che non svolge attività mercantile. La Fondazione Mudima ha organizzato nel suo spazio milanese molte personali di artisti di grande importanza come Yoko Ono, Marcel Duchamp, Wolf Vostell, Nam June Paik, Joseph Beuys, Allan Kaprow, Imai, Arman, César, Piero Manzoni, Takako Saito, Kazuo Shiraga, Lee U Fan, Daniel Spoerri, Ben Vautier, Ben Patterson, Milan Knizak, Mimmo Paladino, Jaume Plensa, Kim Moon Suep, Michelangelo Pistoletto, Enrico Baj. Poi il mondo musicale e le partecipazioni alle grandi rassegne nel mondo con un occhio particolare all’Estremo Oriente. Ma questa non vuole essere una presentazione è solo un accenno su questa singolare Fondazione. Oggi vi vogliamo parlare della mostra che Giovanni Bonaldi ha presentato. Un percorso espositivo autentico ed originale che si snoda attraverso il piano terra e il primo piano della Fondazione e che si avvale di una pluralità di mezzi espressivi quali la pittura, la scultura e l’installazione. Bonaldi è un giovane artista della Val Serina, si muove con una ricerca incessante e puntuale sulla radice del genere umano, sul rintracciare un’individualità lasciata, forse omessa, ma costituente sapienza e miraggio contemporaneo. Egli allaccia e abbraccia il suo sapere ed anche il suo essere alla religione ebraica. Componente definitiva della sua religiosità.
Il libro dedicato all’artista, è nella collana Fluid, per le edizioni Mudima, con testi di Gino Di Maggio, Arturo Schwarz e Jean Blanchaert. Nel 2012, Arturo Schwarz ha redatto il testo critico per la mostra “… non dormire Bella Addormentata!” presso la Galleria Viamoronisedici a Bergamo e al Chiostro della S.S. Trinità di Serina (Bergamo). CARLO MOLA
Mostra Giovanni Bonaldi Titolo TZLIL-suono
Presso Fondazione Mudima | Via Tadino 26, Milano
Sino al 28 febbraio 2014
Orario lunedì – venerdì 11.00 - 13.00/15.00 - 19.30
Ingresso libero
Catalogo collana Fluid - Edizioni Mudima
Via Tadino 26 – 20124 Milano
t. 02.29409633 f. 02.29401455
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Scienza, il vulcano Marsili
Gondwana è la gazzetta ufficiale dell'Associazione Internazionale per la Ricerca Gondwana (IAGR). Gondwana Research (GR) è anche una rivista internazionale che ha per fine di dare impulso ad opere di ricerca di alta peculiarità su tutti i temi legati alla terra solida, con speciale riferimento all’origine e l'evoluzione dei continenti, assemblee continentali e le loro risorse. GR è un giornale "tutta la scienza della terra" con i contenimenti sul tempo geologico, geoscienze quali la geologia, geomorfologia, paleontologia, la petrologia, geochimica, ed altro ancora. Ebbene Gondwana Research ha pubblicato, convalidata da una campagna oceanografica e dalle analisi di un team internazionale che coinvolge lo Iamc-Cnr e l’Ingv, che la natura virtualmente esplosiva del più grande vulcano d’Europa e del Mediterraneo. è ancora attivo. Il Marsili è il più grande vulcano d’Europa e del Mediterraneo, che si estende sui fondali del mar Tirreno, tra Calabria e Sicilia, per una lunghezza di 70 chilometri e per una larghezza di oltre 30. A sancirlo è un gruppo di ricerca internazionale che comprende l’Istituto per l’ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Iamc-Cnr) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv). E’ la conseguenza di un impulso di esplorazione, cominciata nel 2006 a bordo della nave oceanografica 'Universitatis', ed stato compiuto un luogo preciso di correttezza scientifica sulla natura di questo vulcano sottomarino, della cui virtuale rischiosità si discute molto poiché è nota da tempo la sua attività sismica e idrotermale. “L’ipotesi più accreditata dagli studiosi era quella che considerava cessata, all’incirca 100.000 anni fa, l’attività eruttiva del vulcano”, dice Mattia Vallefuoco dello Iamc-Cnr. “Nel corso della missione, finalizzata ad acquisire nuovi dati sui prodotti emessi dal Marsili e sulla loro età, è stata prelevata ad una profondità di 839 metri una colonna di sedimento che ha evidenziato due livelli di ceneri vulcaniche dello spessore di 15 e 60 centimetri, la cui composizione chimica risulta coerente con quella delle lave del vulcano”.Per risalire all’età degli strati di questa ‘carota’ di ceneri i ricercatori si sono serviti del carbonio 14. “Le due analisi eseguite sui gusci di organismi fossili contenuti nei sedimenti hanno fornito rispettivamente età di 3000 e 5000 anni”, afferma Guido Ventura, ricercatore Ingv. “Datazioni che testimoniano una natura almeno parzialmente esplosiva del Marsili in tempi storici. A questo punto sono necessarie nuove ricerche per attivare un sistema di monitoraggio che possa valutare l’effettiva pericolosità connessa a una possibile eruzione sottomarina. Non è da escludere che il Marsili venga inserito nella lista dei vulcani italiani attivi come Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli, Etna, Vulcano e Lipari”. Una notizia da diffondere anche presso il grande pubblico a cui hanno collaborato anche l’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti, la Schlumberger Information Solutions di Madrid, la Leibniz University di Hannover e la società Eurobuilding Spa di Servigliano. CARLO MOLA
Scienza, anomalie del clima
“Un inverno piuttosto anomalo sia dal punto di vista termometrico che pluviometrico”, dichiara Michele Brunetti dell’Isac-Cnr (Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche), garante della Banca dati climatologica che cura le serie storiche convalidate dal 1800 a oggi per precipitazioni e temperature. Il febbraio e l’inverno 2014 si collocano al secondo posto tra i più caldi degli ultimi duecento anni, caratterizzandosi anche per l’eccezionale piovosità. “Con febbraio l'inverno 2013/2014 si chiude dal punto di vista meteorologico, confermando le tendenze eccezionali dei mesi precedenti”, continua Brunetti. “Per quanto riguarda le temperature, febbraio è risultato ampiamente sopra la media, con un'anomalia superiore di 2.5 gradi rispetto alla media del periodo convenzionale di riferimento (1971-2000), risultando così il secondo febbraio più caldo dal 1800 ad oggi dopo quello del 1990, che presentò un'anomalia di +2.7”. Il dato fa seguito alle anomalie sempre positive di dicembre 2013 e gennaio 2014: rispettivamente +0.8 e +2.1 gradi rispetto alla media, 22-esimo dicembre e terzo gennaio più caldi dal 1800 ad oggi. Non per Sondrio la Valtellina e la sua provincia. “Questa continuità porta a chiudere la stagione invernale 2013/2014 al secondo posto tra le più calde, con un'anomalia di +1.8 gradi sopra la media, seconda solo all'inverno 2006/2007 che registrò un'anomalia di +2.0 gradi”, continua il ricercatore Cnr-Isac. A differenza dell'inverno 2006/2007, che fu abbastanza secco, quello appena concluso è stato molto piovoso, “con un 62% di precipitazioni in più rispetto alla media 1971-2000 e rientrando così tra i primi 15 più piovosi della serie bisecolare”, completa Brunetti.
“L'anomalia pluviometrica è stata maggiormente pronunciata nel nord Italia, dove sono caduti oltre il doppio dei millimetri di precipitazione che solitamente cadono in inverno, facendo segnare per l'Italia settentrionale il terzo inverno più piovoso di sempre dopo quelli del 1951 e del 1826”. Noi valtellinesi abbiamo avuto un inverno mite e non eccessivamente piovoso. Soprattutto per Sondrio. In quota neve e ancira neve. CARLO MOLA