Il reggae “patrimonio dell’umanità”!

(Maria de falco Marotta) Chissà la gioia di Giulio nell’apprendere che il reggae che lui ostinatamente suona con altri due giovani da molti anni, è diventato “patrimonio dell’umanità”! Infatti, il 29 novembre 2018, l’UNESCO ha aggiunto la musica reggae della Giamaica nell’elenco del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Così, da adesso, quando ascolteremo una canzone di Bob Marley o di Peter Tosh, sapremo di ascoltare un brano protetto dalla più importante organizzazione mondiale per la cultura. Il comitato dell’UNESCO, riunitosi a Port-Louis (Mauritius), ha evidenziato il contributo offerto dal reggae al dibattito internazionale sull’ingiustizia, sulla resistenza, sull’amore e sull’umanità.  Così l’UNESCO descrive la musica reggae: “originata in uno spazio culturale che ha offerto una casa agli emarginati, soprattutto nella zona ovest di Kinston, la musica Reggae della Giamaica è un amalgama di numerose influenze musicali, incluse forme precedenti di musica giamaicana e melodi caraibiche, nordamericane e latinoamericane. Gli stili musicali neo africani e la musica soul e rhythm & blues dal nord America furono incorporati in un unico elemento che ha gradualmente trasformato lo Ska nel Rock Steady e quindi nel Reggae. Se all’origine il Reggae era la voce degli emarginati, adesso è uno stile musicale suonato e abbracciato da ampi strati della società in maniera trasversale, inclusi diversi gruppi etnici, religiosi e di genere. Il suo contributo al dibattito internazionale su temi come l’ingiustizia, la resistenza, l’amore e l’umanità evidenzia le sue dinamiche al tempo stesso intellettuali, socio-politiche, sensuali e spirituali. Le funzioni sociali di base della musica Reggae - come veicolo di dibattito sociale, come pratica catartica, e come mezzo per lodare Dio - non sono cambiate, e il Reggae continua a svolgere il ruolo di voce per tutti”.
Per quanto l’UNESCO tuteli la musica reggae “della Giamaica”, si tratta comunque della prima volta che l’alta organizzazione delle Nazioni Unite per la cultura include nel patrimonio dell’umanità un genere musicale di ampia diffusione. Non si conosce esattamente da dove derivi il termine “reggae”: si tratta probabilmente di una storpiatura dell’inglese “ragged” (“rozzo”) che, trasformato nel termine “reggay”, indicava uno stile di ballo praticato nei Caraibi verso la metà del Novecento. Influenzata dalla musica calipso oltre che dal jazz e dal rhythm and blues, il Reggae è attestato per la prima volta negli anni Sessanta, e si tende a indicare in Larry and Alvin e nei Beltones i primi interpreti del genere. Però è diventata mondiale con Bob Marley e c’è stato un tempo che la ballavano tutti, compresi noi. Anzi proprio per la loro valenza in “musica del riscatto” dei popoli sudamericani.

Maria de falco Marotta
Cultura e spettacoli