Il grande regista teatrale e cinematografico Peter Brook

PETER BROOK, GLI ESORDI

(Maria de falco Marotta) Noto soprattutto come regista teatrale, l’opera di Peter Brook si trova nel contesto sperimentale delle neoavanguardie del secondo dopoguerra che oltrepassa i confini tra le arti, praticando una reciprocità tra cinema, teatro e televisione. Esordisce giovanissimo nella regia teatrale con il Doctor Faustus di Marlowe (1943), e si impone quale attento interprete del teatro di Shakespeare, con spettacoli come Pene d’amor perdute, 1946; Re Lear, 1962; La tempesta, 1968; Sogno di una notte di mezza estate, 1970; Antonio e Cleopatra, 1978. Sul palco porta opere di forte influsso emotivo e psicologico rompendo spesso le barriere della sceneggiatura e dando ampio spazio all’improvvisazione; si avvale inoltre anche di attori (G. Mezzogiorno,italianissimo) non professionisti e di diversa provenienza etnica, anticipando di gran lunga i tempi. È stato dal 1947 al 1950 direttore della London Royal Opera House e dal 1962 della Royal Shakespeare Company.

L’OPERA DI PETER BROOK

L’insegnamento di Antonin Artaud, assieme al pensiero brechtiano, sono nella messa in scena del dramma di Peter Weiss, The persecution and assassination of Jean-Paul Marat as performed by the inmates of the asylum of Charenton under the direction of the marquis De Sade (1964), in cui affronta il tema del meta teatro e rende esplicito il suo impegno politico e sociale mettendo in contrapposizione il messaggio egualitario del rivoluzionario Marat e quello elitario del Marchese De Sade. Negli anni Settanta fonda il Centre International de Recherches Théâtrales (Cirt), nell’ambito del quale nasce uno dei suoi lavori più visionari, Orghast, andato in scena nel ‘71 a Persepoli in Iran; sempre negli anni Settanta viene chiamato a dirigere il Théâtre des Bouffes du Nord, accanto alla Gare du Nord di Parigi, mentre nel 1985 progetta Mahābhārata, frutto della collaborazione con Jean-Claude Carrière, considerata come la sua opera più grandiosa, della durata di nove ore. Nella sua lunga carriera, Peter Brook è stato anche autore di libri dedicati al teatro, tra cui The empty space (1968), The shifting thoughts on acting and theatre (1993), oltre al libro di memorie Threads of time: recollections (1998).point: 1946-1987 (1988) e The open door.
Noi lo ricorderemo come un regista esemplare , grande e difficile da imitare, in questo grande  ed imperfetto mondo, afflitto da tanti guai immensi che ci stringono il cuore senza fine.

Maria de falco Marotta

Cultura e spettacoli