MOLA: Crisi editoria: 1) stampa 2) Giornali gratuiti - 'Think tank' primato mondiale - CNR: Che molecola! 2) Tempo e maltempo

Crisi dell'editoria: 1) stampa

Molti se lo chiedono: giornalisti, opinionisti, sociologi, professori universitari, intellettuali, gente comune. E’ terminata la gloriosa età di Gutenberg? E’ finita l’età della stampa nel mondo dei tablet e degli e-book? Questi nuovi mezzi sono veramente entrati completamente ed hanno sbaragliato l’antico glorioso libro, ed, in parte, anche la carta stampata? Certo è una situazione che lascia veramente meditare. Ebbene, cominciamo ad affrontare il problema attraverso i numeri. La situazione non sembra fra le migliori.  Sulla scorta dei  dati degli Uffici studi delle associazioni di categoria tutti i quattro settori della filiera carta stampata sono in non buone condizioni: carta, editoria, stampa e trasformazione. Il fatturato raggruppato di tutti i comparti presenterebbe 32.851 milioni di euro per il 2012. Nel 2003 erano circa 40 milioni di euro.  L’editoria è stata gravemente impoverita da due cause: la crisi economica  e l’ascesa dei new media ( CD, DVD ed altro ancora). Sempre stando ai dati del 2012 il bilancio generale è  di  2.981 milioni, rispetto ai 3.574 del 2007. Ma c’è di più. Si prevedono tempi ancor peggiori. Tra le molte cose lette in questi giorni ci sembra molto in significativa un’attenta  analisi di Tiziana Corti pubblicata su Largo Consumo, rivista di economia, che riportiamo quasi integralmente  “I quotidiani sono passati dal 2003 al 2013 da 3.859 milioni a 2.566 milioni, mentre i periodici non specializzati hanno subito una flessione che ha ridotto il fatturato da 5.069 milioni a 2.824 milioni di euro”. E, ancora: “A livello di occupazione, la filiera ha mantenuto i livelli di un certo rilievo, nonostante i tagli imposti dalla crisi economica. L’occupazione diretta di tutti i comparti interessati si stima in quasi 213.000 addetti, ovvero il 5% di quella complessiva della manifattura nazionale, a cui vanno aggiunte circa 527.000 unità relative all’occupazione indotta nei settori a valle. Scendendo al dettaglio, l’industria della stampa, della cartotecnica e della trasformazione contava nel 2012,  150.353 occupati, quella della produzione di carta e cartone quasi 20.000, mentre l’editoria libraria e quella quotidiana occupavano rispettivamente 17.100 e 11.190 persone”. Vi  sono, per nostra fortuna, nicchie di resistenza.  E la rivista Scientific American, mette in risalto la qualità della lettura su carta, la memoria di quello che si legge.  Allora ci si deve muovere sul piano delle agevolazioni. Quello che fu eseguito in campo cinematografico, salvando (in parte) l’industria e la distribuzione rispetto alla TV e si fece (in parte) per il teatro salvandolo dal cinema. Si deve citare  la legge numero 62/2001 che prevede il Fondo agevolazioni di credito per l’editoria, il credito d’imposta per le imprese della filiera per investimenti in beni strumentali, la detassazione della spesa per l’acquisto di libri di testo scolastici e universitari e per l’acquisto di abbonamenti e periodici. Ma si deve fare ancora molto anche nel campo dell’educazione al libro A questo proposito ci sembra interessante l’istituzione, presso il ministero per i Beni e le attività culturali, di un fondo diretto all’assegnazione di contributi, attinente ai contratti di mutuo stipulati per lo sviluppo dell’attività di produzione, distribuzione e vendita di libri e prodotti editoriali di elevato interesse culturale. Riceventi del fondo sono:- gli editori che intendono realizzare e commercializzare prodotti editoriali di elevato valore culturale e scientifico; e coloro che presentano piani di esportazione e commercializzazione di prodotti editoriali italiani all’estero. Dobbiamo tutti capire che la lettura su  di un libro è un patrimonio della nostra millenaria civiltà e capacità critica e sensibilità spirituale. (Carlo Mola)

Crisi dell'editoria: 2) Giornali gratuiti

Abbiamo brevemente esaminato, in un nostro articolo, la situazione della carta stampata (giornali e libri) nei nostro giorni . Vorremo qui parlare di un’altra notevole vicenda  di questo periodo: i giornali  distribuiti gratuitamente. A Roma  il primo ad apparire è stato Metro, poi diffuso anche Milano. Un quotidiano gratuito, ideato dal gruppo svedese Modern Times Group, diffuso in 21 paesi.  Questo giornale acquisì parecchi diritti di distribuzione mettendo anche in crisi la vendita dei quotidiani. Ma il discorso diventa troppo ampio anche con la venuta di altri quotidiani dello stesso tipo: “Leggo” ed altri.  Lo approfondiremo  in un altro momento. Invece oggi vi vogliamo parlare della nascita di altri periodici gratuiti che sembrano riscuotere interesse.  E nato da poco  CiBi – arte e scienza del cibo, free  della rivista   sull’alimentazione diretto da Paola Chessa Pietroboni con il patrocinio Expo 2015 Milano. Si deve puntualizzare che l’Expo 2015 – avrà come tema principale Nutrire il Pianeta. Energia per la vita. A proposito della rivista CIBI vi  sono acute riflessioni del professore di Chimica agraria dell’Università Cattolica di Piacenza Ettore Capri. Sfogliando un numero di questa nuova pubblicazione troviamo molti servizi ricchi e particolarmente nuovi come “ L’agricoltura periurbana”, “come scegliere le patate”, “La dieta antifreddo” ed altro ancora. C’è sembrato anche interessante un numero (il primo) di “RIVISTAMICA” . La rivista di informazione, buon cibo e divertimento di IPERAL. Anche qui tante buone ricette ed articoli di carattere culturale.  Auguriamo alle due pubblicazioni tanto successo. (Carlo Mola)

'Think tank' primato mondiale

    L’occasione  ci arriva, giusto, giusto per raccontare, un  poco, a chi non li conosce (ma penso e spero siano pochi), cosa sono i Think tank. L’ISPI (Istituto Studi di Politiche internazionali) è risultato primo al mondo tra i Think Tank di medie dimensioni (budget annuale inferiore ai 5 milioni di dollari),  Anche IAL ha avuto una buona affermazione e sempre l’ISPI quarto nella categoria "Best policy study produced" (dopo Brookings Institution, Chatham House e McKinsey Global Institute). (Oltre a Bruno Leoni in ambito economico) ed ancora segnaliamo ai primi posti in altre sei categorie tra cui "Think Tank to watch", "Best managed Think Tank" e “Best Conference” .Gli altri Think Tank italiani che sono inseriti nelle varie serie tematiche e funzionali del ranking sono: Italiani europei, Fondazione Mattei, ICCG, Eupolis Lombardia e Cesi. Nell’ultimo rapporto “Global Go To Think Tank Report – 2013” dell’Università di Pennsylvania, Brookings, Chatham House e Carnegie Endowment for International Peace si affermano ai primi tre posti fra i 6.800 think tank mondiali analizzati. Allora andiamo avanti. Un Think tank (alla lettera deposito di pensiero in inglese) è un istituto, una società, un organismo o un gruppo, per natura indipendente dalle potenze politiche  (anche se non fanno difetto i Think tank pubblici) che si interessa di  approfondimenti delle pratiche di governo pubbliche e quindi nei campi che vanno dalla strategia politica, alla politica sociale, dall'economia alla scienza e la tecnologia, dalle politiche industriali o commerciali ai pareri militari. L’espressione non è recente venne creata negli Stati Uniti d'America, durante la seconda guerra mondiale quando il Dipartimento della Difesa diede vita a delle unità particolari per l’approfondimento dell'andamento bellico appellate in gergo proprio think (pensiero) tank (serbatoio, tanica, ma anche carro armato). In Italia i think tank più noti in  politica internazionale sono ISPI e IAI. Ve ne sono  anche altr: come: Italia Futura[1] e Arel/Associazione Trecento Sessanta che fanno capo a Luca Cordero di Montezemolo e a Enrico Letta[2]. E poi: Fare Futuro di Adolfo Urso, Italiani Europei di Massimo D’Alema, Nuova Italia di Gianni Alemanno, Magna Carta di Gaetano Quagliariello, Medidea di Giuseppe Pisanu, Liberal di Ferdinando Adornato, Italia Decide di Luciano Violante, Mezzogiorno Europa nato per decisione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ancora un po’ di storia il primo Think tank nacque in Inghilterra (ispirato dalla grande Fabian Society, 1884) ma ormai  i think tank sono una particolarità degli states. Essi sono in grado di fornire  dati, informazioni, consigli e previsioni in particolare ai policy makers. Teniamoci allenati a seguirli.  (Carlo Mola)

CNR: Che molecola! 2) Tempo e maltempo

1) Giungono dal nostro Consiglio Nazionale Delle Ricerche notizie di alto valore culturale specialmente nel campo scientifico. Sulla rivista EMBO Molecular Medicine:  l’autorevole pubblicazione nata nel 2009 ad Heidelberg  destinata alla ricerca clinica e biologia molecolare che trova alti momenti  di incontro dà notizia di un avvenimento scientifico degno di nota. La rivista, appunto,  pubblica  ricerche di alta qualità rimarchevoli per la cognizione, il riparo e la cura delle malattie umane. E’ di questo periodo  uno studio, che, pone le basi per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche relativo a una nuova scoperta nel campo delle malattie genetiche mitocondriali, per le quali non esistono attualmente terapie efficaci. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibpm-Cnr) e dell'Università Sapienza di Roma ha identificato una molecola in grado di avversare le malattie causate da alterazioni nel funzionamento dei mitocondri, le ‘centrali energetiche’ delle cellule che hanno l’incarico di produrre l'energia necessaria alle loro funzioni vitali. Se viene a mancare questa energia la vita della cellula è a rischio e, come risultato, quella dell’intero organismo. Il ricercatore che ha studiato con altri questa identificazione è Gianni Colotti,  Ibpm Cnr, Roma. Dove nel Laboratorio di Biologia Molecolare, ex CSBM, tema principale di ricerca è lo studio dei rapporti fra struttura e funzione di peptidi e proteine, tipico della biologia di base, ma che avanza notevoli forme applicative, nell’ ambito biomedico della progettazione di farmaci. (Carlo Mola)

2) Che molecola!Sempre dal C.N.R. un’altra notizia, diversa dalla precedente, che però può essere utile ai nostri lettori. Ecco i reali dati scientifici sulla temperatura e la piovosità non legati a nostre “impressioni”. I dati non sono così allarmanti come spesso la stampa tende a commentare.  Anche se si deve dire che le recenti piogge hanno creato danni e devastazioni. Il primo mese del 2014 ha  riportato temperature di oltre due gradi  (+2.1 per la precisione) superiori alla media del periodo a cui si fa scientificamente riferimento  1971-2000,  ed inoltre da segnalare  che si colloca  al terzo posto tra i mesi di gennaio più caldi dal 1800 ad oggi (dopo il 1804 e il 2007). Le precipitazioni sono state piuttosto abbondanti su gran parte del territorio italiano, facendo registrare un’irregolarità di +86% (rispetto alla media del periodo 1971-2000) a livello nazionale. Le irregolarità più notevoli si sono avute nell’Italia del Nord dove, come media, sono caduti oltre due volte e mezzo (+160%) i millimetri che generalmente si controllano a gennaio (con punte nel Nord-Est che superano di oltre  quattro volte le piogge medie di quelle zone), facendo concludere il mese per l'Italia Settentrionale come il terzo più piovoso da sempre. Era dal 1845 che non si registrava un'anomalia del genere nel Nord Italia. (Carlo Mola)

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