Mola. CNR - Tancredi - Morlotti

(Apriamo questa puntata con il CNR per l'importanza della notizia)

82 ricercatori assunti dal CNR !
Iniziamo questo nuovo anno con una notizia felice. Cnr: assunti nei tempi previsti 82 ricercatori. Considerevole la presenza di donne, l’età media contribuisce al ringiovanimento dell’Ente e la provenienza geografica è variegata. "Soprattutto, le competenze garantiscono di coprire le diverse aree tematiche nelle quali è impegnato il nostro Ente”, osserva il presidente Inguscio. “Auspico che questo tipo di reclutamento possa continuare” Si è tenuta questa mattina, nel pieno rispetto dei tempi stabiliti, la presa di servizio degli 82 ricercatori assunti dal Consiglio nazionale delle ricerche ai sensi del decreto del ministro dell'Istruzione, università e ricerca scientifica dello scorso febbraio per il reclutamento di giovani ricercatori negli Enti pubblici di ricerca . La convocazione per la firma dei contratti si è svolta presso l’Aula Marconi della sede centrale. “È con orgoglio, oltre che con profonda gioia, che annuncio l’arrivo di questi nuovi colleghi”, dichiara il presidente del Cnr, Massimo Inguscio. “La già ottima notizia dell’acquisizione di nuove risorse è, infatti, rafforzata dalla coscienza di avere adempiuto a quanto previsto dal decreto nei ristretti termini temporali indicati dalla normativa: una prova di efficienza che ha consentito al maggiore Ente pubblico di ricerca italiano di non vanificare quest’essenziale opportunità”. Ulteriore soddisfazione deriva poi, evidenzia il presidente Inguscio, “dalla composizione degli 82 posti: tra gli assunti è rilevante la presenza di donne, l’età media sensibilmente inferiore a quella dei ricercatori in attività contribuisce al ringiovanimento dell’Ente e la provenienza geografica dei colleghi è variegata, molti arrivano dal Sud. Soprattutto, le competenze di questi ricercatori garantiscono che si tratta di persone non soltanto brillanti dal punto di vista scientifico ma anche in grado di coprire le diverse aree tematiche nelle quali è impegnato il nostro Ente multidisciplinare”. I posti assegnati vanno infatti dalle neuroscienze ai cambiamenti climatici, dall’innovazione della società ai materiali avanzati e innovativi. “Auspico che questo tipo di reclutamento, con concorsi nazionali e multi disciplinari che consentono di coprire le varie aree strategiche dell’Ente, possa continuare”, conclude Inguscio. “Concorsi svolti con questo innovativo sistema su discipline traversali sono essenziali: in particolare per il Cnr, che nella sinergia tra competenze diverse ha la sua specificità principale, e più in generale perché le sfide del futuro si giocano in campi che travalicano i vecchi steccati. Ecco perché queste prime assunzioni sono un buon inizio: una strategia basata sulla possibilità di acquisire giovani studiosi di elevato livello consente di puntare decisamente sulla qualità e sul rinnovamento”.  A CURA di CARLO MOLA

Tancredi
Una retrospettiva che ci attendevamo DA ANNI! La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva fino al 13 MARZO 2017 a cura di Luca Massimo Barbero
Ci dice Peggy Guggenheim.”Tancredi, con la sua pittura, crea una nuova filosofia poetica per coloro che non posseggono né telescopi né razzi: quanto fortunati noi che abbiamo tali cristallizzazioni da trasportarci sani e salvi, verso altri mondi!  Con oltre novanta opere, si tratta di un’attesa retrospettiva che stabilisce il grande ritorno a Venezia di Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), TRA GLI INTERPRETI PIÙ ORIGINALI E INTENSI DELLA SCENA ARTISTICA ITALIANA DELLA SECONDA METÀ DEL NOVECENTO. Tancredi è stato l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale Peggy Guggenheim stringe un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre, come quella del 1954 a Palazzo Venier dei Leoni. Dopo oltre sessant’anni, dunque, l’artista ritorna protagonista manifesto alla Collezione Guggenheim con una straordinaria selezione di lavori, che ricostruiscono in modo intimo e capillare, tra produzione creativa ed emotività prorompente, la parabola breve, ma folgorante, di questo grande interprete dell’arte del secondo dopoguerra. Partendo da rare prove giovanili di ritratti e autoritratti e dalle prime sperimentazioni su carta del 1950-51, il percorso espositivo documenta, nella sua prima parte, la ricerca prettamente astratta, legata alla frammentazione del segno, svolta dall’artista feltrino nell’arco degli anni '50, periodo che segna l'incontro cruciale con Peggy, di cui diventa protégé, e che lo porta ad avere un proprio studio a Palazzo Venier dei Leoni. Questo significativo legame è documentato dal consistente numero di lavori in mostra, appartenenti al museo veneziano. L’esposizione rappresenta inoltre il ritorno in Italia di una preziosissima selezione di opere donate dalla mecenate ad alcuni celebri musei americani: per la prima volta, dai tempi di Peggy, sono esposti capolavori come la Primavera, proveniente dalla MoMA di New York e Spazio, Acqua, Natura, Spettacolo, oggi al Brooklyn Museum. La grande retrospettiva non manca di documentare la produzione artistica degli anni '60, momento di crisi e di completa revisione della propria pittura, a cui Tancredi vuole dare un senso esistenziale e politico. Ed è così che la vena della polemica e della tensione di quegli anni di guerra fredda emergono nel titolo della mostra “La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba”, frase con cui Tancredi risponde agli innumerevoli conflitti dell’epoca, dal Vietnam alla guerra in Algeria, alla tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Di questo momento fondamentale nel suo percorso artistico, sono esposti i tre dipinti della serie Hiroshima (1962). La parte conclusiva dell’esposizione è dedicata ai collage-dipinti, eseguiti tra il 1962 e il 1963, i cosiddetti Diari paesani e i Fiori dipinti da me e da altri al 101%, che a ragione possono essere definiti la vera rivelazione di questa retrospettiva e che sono da considerarsi esempi di eccezionale vigore creativo e drammatica euforia. Sono queste opere a chiudere lo straordinario percorso, geniale e sregolato, della pittura di Tancredi dedicata alla natura e all’uomo. Tancredi muore nel 1964 a soli 37 anni, giovanissimo e pronto a entrare, come scrive Dino Buzzati, nel "mito di Tancredi".

IL CATALOGO, La mostra sarà accompagnata da un’esaustiva pubblicazione, edita da Marsilio Editori in due edizioni italiano e inglese. Con i saggi del curatore Luca Massimo Barbero, di Luca Nicoletti, la biografia dell’artista a cura di Elena Forin, e un’estesa selezione di immagini, il catalogo è un'importante testimonianza per la ricostruzione delle donazioni delle opere di Tancredi da parte di Peggy Guggenheim ai musei americani, realizzata grazie alle ricerche di Gražina Subelytė.  Peggy Guggenheim Museum Shop:

tutti i giorni dalle 10 alle 18, chiuso il martedì
tel: 041.2405.422 / 432; fax: 041.520.6885; e-mail: shop@guggenheim-venice.it

SPONSOR
La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva gode del sostegno di Intraprese Collezione Guggenheim e degli Institutional Patrons BSI, Lavazza e Regione del Veneto. Con la collaborazione di Corriere della Sera, Hangar Design Group cura l’immagine coordinata della comunicazione. I progetti educativi correlati all’esposizione sono realizzati grazie alla Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz. In occasione della mostra, Regala unAlbero compenserà le emissioni di CO2 generate per l'organizzazione dell’esposizione, fino a 150t, tramite la creazione e la tutela per 50 anni di foreste in crescita sul territorio italiano. L'azione di Regala unAlbero si configura nella definizione di "carbon sink" così come specificato nel protocollo di Kyoto.  ARTICOLO di PRESENTAZIONE A CURA di CARLO MOLA.

--------

L’opera di Giorgio Morandi in dialogo con Ennio Morlotti a Bologna

L’opera di Giorgio Morandi in dialogo con Ennio Morlotti a Bologna. Il Museo Morandi fino all’8 gennaio 2017 apre le proprie sale ad una selezione di dipinti e di pastelli dell’artista lombardo, uno dei più amati dal collezionista Giuseppe Merlini. Il titolo dell’esposizione é: “ENNIO MORLOTTI. DALLA COLLEZIONE MERLINI AL MUSEO MORANDI”.Ennio Morlotti: Natura Morta, 1948, olio su tela, cm 80 x 80 Da un aneddoto riportato da Arturo Carlo Quintavalle si comprende quanto accomuni i due artisti, almeno in una precisa fase della produzione morlottiana: al critico e storico dell’arte Morlotti confessa come Roberto Longhi, sostando davanti alcune sue opere esposte alla Galleria del  Milione tra il ’39 e il ’40, chiedesse al gallerista Gino Ghiringhelli: “chi è questo morandiano così interessante?”. L’episodio costituisce un autorevole riferimento alla devozione di Morlotti verso il maestro bolognese, che rende ancora più interessante il dialogo inedito proposto dall’esposizione al Museo Morandi. Ennio Morlotti: Nudi n.1 (tre Nudi),1989, olio su tela, cm 110 x112,5 La qualità dei dipinti e dei pastelli di Morlotti in mostra consente di ripercorrere tutti i momenti salienti dell’attività dell’artista, a partire dagli esordi sulla scena milanese dei primi anni Quaranta, documentati in particolare da una rara Natura morta ascrivibile al 1942: un tempo in cui, da precoce protagonista del vivace ambiente artistico cittadino, Morlotti individua appunto in Morandi un riferimento e un modello. Giorgio Morandi: Natura morta, 1948, Olio su tela, 32 x 44 cm La mostra prende avvio da due importanti esemplari di quella stagione morlottiana, la citata Natura morta del 42 e Dossi del 1946. Attraverso le opere esposte si seguirà l’evoluzione di Morlotti, che rielabora e assorbe gradualmente la pittura di Morandi entro uno stile proprio e autonomo. Infatti, superato  il famoso confronto con Picasso che, dopo le giovanili prove morandiane, caratterizza la produzione del pittore degli anni Quaranta, in perfetta contiguità di tempi con il generale orientamento neo-cubista dell’arte italiana intorno alla fine della seconda guerra, l’artista approda intorno alla metà degli anni Cinquanta alle prime sue prove autenticamente originali, ove matura uno stile affatto peculiare, caratterizzato da una intera immersione nel magma di una natura composita (calato, dirà di sé, “come un insetto in mezzo alle cose”) attraverso una grande intensità materica e ricchezza cromatica. Ennio Morlotti: Ulivi a Bordighera, 1989, pastello ad olio su carta, cm31x32,7 Con esse Morlotti rielabora le potenti composizioni del maestro che, superato Morandi, più interessa il pittore, ovvero Paul Cézanne. Le tre straordinarie prove delle serie cruciali di quegli anni presenti in mostra – Nudi, Granoturco e Adda a Imbersago – documentano questo snodo fondamentale; così come la sequenza di dipinti di Rocce, che copre l’intero arco di lavoro dell’artista su quel motivo, dalla metà degli anni Settanta ai tardi anni Ottanta, mostra la centralità dell’idea di serialità mutuata da Monet, che – come già in Morandi e soprattutto in Cézanne – non è mera variazione sul tema ma indagine insistita alla ricerca di un grado sempre più profondo di penetrazione della natura e del tempo del suo svelarsi.

Informazioni utili Ennio Morlotti. Dalla collezione Merlini al Museo Morandi Museo Morandi, Via Don Minzoni 14 – Bologna Tel. 0516496611 – info@mambo-bologna.org www.mambo-bologna.org/museomorandi/  TESTI A  CURA di CARLO MOLA

-------------

Cultura e spettacoli