Mola. "Ex libris delle montagne - Incisori di vette" Ricerca pura - Turismo (dal CERN)

Una notizia assai gradita per i nostri lettori. Apre: "Ex libris delle montagne - Incisori di vette" la nuova mostra e il nuovo libro del Museo Nazionale della Montagna di Torino. L'inaugurazione della mostra e la presentazione del libro sulle singolari etichette nate per contrassegnare la proprietà dei volumi sono in programma il 30 giugno 2016  presso la sede del Museo. «Uno spazio di libertà in pochi centimetri quadrati», così definì gli ex libris Gastone Mingardi, il grande collezionista e antiquario che ha dedicato una vita a collezionare, studiare e catalogare le etichette nate per contrassegnare la proprietà dei volumi.
La mostra Ex Libris delle Montagne. Incisori di vette – organizzata dal Museo Nazionale della Montagna con la Regione Piemonte, Fondazione CRT e la collaborazione della Città di Torino e il Club Alpino Italiano – presenta al pubblico la collezione di ex libris una fra le più recenti acquisizioni iconografiche che hanno arricchito il patrimonio del Centro di Documentazione del Museomontagna. Ma la mostra già così tanto importante non è solo quello. Un'esposizione fondata sulla cospicua raccolta di ex libris del Museo, che conta più di quattromila pezzi con soggetto essenzialmente montano, dottamente messa insieme negli anni dal  collezionista e antiquario Gastone Mingardi ed entrata oggi a far parte dei beni del Museomontagna, integrata con le raccolte del Museo stesso. L’esposizione si articola in un percorso iconografico che comprende noti artisti che hanno lavorato PER PERSONAGGI FAMOSI, VALENTI ALPINISTI O SEMPLICI AMANTI DELLE TERRE ALTE, E SPAZIA IN UN ARCO TEMPORALE CHE PARTE DALLA FINE DEL CINQUECENTO A OGGI. Nata in Germania alla fine del Quattrocento per contrassegnare la proprietà di un libro – il tema montano è declinato in mille sfaccettature, parole e immagini sono fuse in un tutt’uno: il nome del committente e titolare è inseparabilmente legato all’apparato iconografico rievocato da famosi artisti, come Max Klinger, Alois Kolb, Alberto Martini, Guido Balsamo Stella, o da incisori meno noti e valenti artigiani. La raccolta Gastone Mingardi, fulcro centrale della mostra, nasce dalla sua passione per la montagna, che lo portò a dedicarsi interamente alle pubblicazioni incentrate su temi montani, costituendo negli anni Cinquanta a Bologna la Libreria Alpina, la prima a occuparsi specificatamente di questo settore in Italia, meta di collezionisti e bibliofili italiani e stranieri appassionati di alpinismo. All’interesse per i libri di montagna, nel tempo si è affiancato anche quello per gli ex libris. All'interno della collezione si trovano lavori xilografici opera di Otto Albert C. Krebs, Alfred Peter, Italo Zetti, Remo Wolf, bulini, come quelli di Alfred Cossmann, Friedrich Teubel e Georges Hantz, o pittoriche acqueforti realizzate dall’incisore tedesco Adolf Kunst.
“Negli ex libris in mostra si riflette in larga misura l’interesse che, tra Otto e Novecento, a partire dalla Germania e dall’Austria, aree dominate nei secoli dalla vocazione alla produzione libraria e incisoria, gli artisti simbolisti mostrano per le arti applicate e per la grafica, di cui colgono la natura intima e le più soggettive e libere possibilità espressive”.

Autori di ex libris sono pittori, incisori, illustratori, disegnatori, cartellonisti, come lo svizzero Jules-Georges Hantz, nato nei pressi di Neuchâtel nel 1846, cui spettano raffinati bulini, o Hans Eggimann (1872-1929), originario di Berna, che spazia dalle arti applicate all’architettura, alla musica, alla grafica e alla pittura, grazie alla sua formazione avvenuta al Politecnico di Dresda. Sulla scena artistica tedesca lavora Alois Kolb (1875-1942), di origini viennesi, ma formatosi a Monaco, docente a Lipsia di incisione e tecniche grafiche e illustratore della rivista “Jugend" come Mathilde Ade (1877-1953), che dopo la formazione avvenuta a Monaco si dedica soprattutto all’illustrazione di libri per l’infanzia. Al mito e a temi epici è invece orientata la produzione di Walter Helfenbein (1893-1984), attivo a Dresda, che realizza entro il 1923 più di novanta ex libris con soldati e cavalieri in duello.

“Negli ex libris le montagne sono spesso sfruttate in chiave simbolica: diventano allegorie di forza, costanza, delle virtù e dei valori di cui l’alpinista viene ritenuto portatore. Fra i profili più ricorrenti sono quelli del Cervino, raffigurato in un’acquaforte di Adolf Kunst del 1915 per Olga Rigele, dell’Everest, del K2. La collezione ci permette quindi di affacciarci a una vasta stagione dell’alpinismo e delle montagne, creando un vero e proprio «itinerario nella cultura simbolica del triangolo uomo-libri-montagna» come scrive Luigi Zanzi”.

La mostra è anche l’occasione per presentare al pubblico i venticinque ex libris selezionati nell’ambito del concorso internazionale Un ex libris per il Museo Nazionale della Montagna, indetto dal Museo nel 2015. Alla competizione hanno partecipato più di trecento artisti provenienti da 25 diverse nazioni. Il risultato è una panoramica sulla produzione exlibristica internazionale con lavori molto differenti per tecnica, linguaggio, stile e soggetto. I risultati del concorso sono pubblicati sul sito del Museomontagna.

Parallelamente alla mostra viene presentato l’ottavo volume della collana dedicata alle Raccolte di Documentazione del Museo Nazionale della Montagna (edito da Priuli & Verlucca): Ex libris delle montagne, a cura di Aldo Audisio e Laura Gallo. Il libro che illustra l'intera collezione di ex libris di soggetto montano appartenente al Museo è articolato in diversi contributi. Aldo Audisio apre il volume riflettendo sull’importanza della carta da collezione all’interno delle raccolte museali, Gastone Mingardi, da cui proviene la maggior parte di ex libris oggi nelle collezioni del Museo, ne racconta la storia in un’intervista raccolta da Roberto Mantovani mentre l'intervento di Leonardo Bizzaro è incentrato sugli ex libris di noti alpinisti ed esploratori, Gian Carlo Torre scrive invece dello sviluppo storico e tecnico della produzione exlibristica, infine Laura Gallo ne illustra i rapporti con le arti applicate e la grafica fra Otto e Novecento. Il libro che si compone di 264 pagine è corredato da un ricco apparato iconografico di 546 riproduzioni di ex libris a colori, EX LIBRIS DELLE MONTAGNE Incisori di vette Torino, Museo Nazionale della Montagna  1 LUGLIO 2016 – 27 NOVEMBRE 2016 Inaugurazione 30 giugno 2016. Una mostra e un volume del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI-Torino con Regione Piemonte, Fondazione CRT, con la collaborazione di Città di Torino e Club Alpino Italiano

Sede della mostra: Museo Della Montagna Torino (TO), Piazzale Monte dei Cappuccini 7 Auto: A21 Torino – Piacenza, A4 Torino – Milano, Uscita: Torino C.so Unità d’Italia Metro: fermata Porta Nuova Bus: linea 52 da Porta Nuova

Museo Nazionale della Montagna Torino Orario: Aperto 10.00 - 18.00 Dal martedì alla domenica
Biglietti: Tariffe Intero € 10.00 Ridotto: € 7.00 gruppi di almeno 15 persone  Altre Riduzioni € 6.00 - soci Touring club - soci CAI  Gratuito: - abbonamento Torino musei - Torino card  - soci Icom Cards Torino card.

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Ricerca pura
E’ passato poco tempo da quando due studiose hanno raggiunto altissime posizioni nell’ambito del CERN di Ginevra. Da poco meno di un anno Fabiola Gianotti è diventata direttrice del CERN di Ginevra. Ma un’altra donna, qualche mese prima, è stata eletta a capo di un dipartimento non meno importante dell’enorme centro di ricerca svizzero: Monica Bello, direttrice del programma arts@CERN. Il suo obiettivo è quello di portare artisti da tutto il mondo, di tutte le discipline, in un ambito dominato dalla fundamental research, ricerca pura, branca della ricerca scientifica volta a implementare teorie scientifiche per sviluppare la comprensione o l’anticipazione di fenomeni naturali e non. Ed ora la parola a Monica Bello, direttrice di arts  cern. Programma creato nell’ambito del famoso centro di ricerca svizzero sulla fisica delle particelle. Un’iniziativa che unisce scienza e creatività, allo scopo di attivare la ricerca e l’innovazione. “Quando è stato creato il programma arts@CERN?
Il programma è stato inaugurato nel 2011 sulla base delle ricerche di Ariane Koek, la fondatrice. L’obiettivo è sempre stato quello di supportare l’arte e le discipline a essa connesse offrendo un ambiente di fundamental research. Di ricerca pura, non applicata. Fin dall’inizio abbiamo sviluppato quattro programmi all’anno che sono strutturati come call per artisti, per le loro idee e per progetti che possono essere sviluppati al CERN. Quante discipline sono state coinvolte fino a oggi? Ogni volta che lanciamo un concorso, decidiamo quali discipline coinvolgere e supportare: dalla letteratura all’architettura, dalle arti visive alla danza, senza dimenticare la musica e il cinema. Il linguaggio artistico e i contagi fra le arti sono praticamente infiniti e noi ci stiamo adeguando, espandendo le categorie. Il focus del programma, inoltre, è la multidisciplinarietà, quindi preferiamo non soffermarci nel supportare specifici campi, piuttosto ci dedichiamo a nuove sfide, alla creazione di linguaggi innovativi. In veste di direttrice di arts@CERN, come ritieni sia possibile, oggi, creare una piattaforma all’interno della quale i sogni di artisti e scienziati si incontrano grazie alla tecnologia per promuovere un cambiamento sociale?
Siamo perfettamente consci del fatto che attività che comportano ispirazione, apertura, possibilità portino con sé elementi necessari alla sperimentazione, al confronto, alla crescita del sapere. Incontri tra arte e scienza favoriscono, ma allo stesso tempo dipendono, da collaborazioni tra approcci che richiedono una visione libera da condizionamenti e convenzioni. Noi abbiamo il compito di creare una metodologia necessaria affinché queste componenti dialoghino interagendo, anche se sappiamo che i risultati di questa ricerca dipendono strettamente dalla volontà così come dalle circostanze offerte dal contesto scientifico. Siamo legati all’idea che l’esperienza possa impattare tanto sulle arti quanto sulle scienze, per poi promuovere reali cambiamenti sociali

Potresti elencare tre prerequisiti che mettono in dialogo arti e scienze al CERN? E tre caratteristiche essenziali di cui devono disporre gli artisti per accedere al programma?
Il primo prerequisito riguarda la capacità di artisti che vogliano realmente impegnarsi in una sfida che faccia emergere la creatività in un laboratorio scientifico. Inoltre devono comprendere che lavorare in un ambiente così iconico come il CERN comporta regole precise, necessarie per preservare tanto l’avanguardia tecnologica quanto un ambiente nel quale saranno completamente immersi e dal quale dovranno essere permeati, anche attraverso conversazioni basate sulla natura della materia, sui livelli sub-atomici, sui quanti, i fenomeni della luce ecc. Dall’altro lato, per noi è molto importante selezionare artisti che siano spinti e caratterizzati dalla ricerca dell’eccellenza nel loro lavoro.
Dal punto di vista della selezione degli scienziati, selezioniamo solamente chi abbia interessi reali per l’arte, chi si appassiona ai progetti. Deve esserci un riscontro quasi immediato di sintonia tra pratica e pensiero di entrambi. In una doppia direzione.

Se la fisica e le arti condividono una sorta di aspirazione estetica, come definire queste ultime attraverso la scienza? La bellezza è davvero una simmetria imperfetta?

La bellezza delle idee è davvero trascinante per noi, ma anche i pensieri sfidanti lo sono. Slanci che hanno un impatto sociologico, politico e complessivamente umano. L’arte in questo caso non deve rappresentare i concetti o illustrare alcuni passaggi della ricerca scientifica, ma deve cogliere la scienza, la fisica secondo un punto di vista non convenzionale. In base a un processo di illuminazione, di investigazione reciproca che fa giungere scienziati e artisti, attraverso linguaggi diversi, a esplorazioni teoretiche comuni, ma di livello superiore.

Il programma arts@CERN è uno dei più avanzati al mondo nel porre sullo stesso piano tecnologie e arti, ma quanto risultano importanti il tempo e lo spazio per riflettere, per contemplare? L’approccio scientifico è pura ricerca ed è necessario avere tempo per metabolizzare domande, temi e concetti attraverso un viaggio di riflessione, di scoperta. La contemplazione deve passare attraverso processi del pensiero non lineari e questo è un elemento sempre molto evidente quando ospitiamo un artista in residenza. Per gli scienziati e per gli artisti che vogliono aprire nuove porte, nuovi passaggi attraverso entrambe le discipline.

Come si confrontano gli artisti con la tematica del vuoto? Potresti proporre alcuni esempi? Il vuoto crea sempre una metodologia, un sistema di pensiero, un percorso sistematico, l’ho notato spesso, soprattutto in occasione del Collide Award, durante il quale gli artisti hanno passato tre mesi in residenza al CERN. Procedere in questo modo serve a comprendere passato e futuro delle proprie scelte, accompagnando lo sperimentalismo all’interno del campo della ricerca, testando alcune basi teoriche e forzando la propria conoscenza.
Alla fine gli artisti producono documenti visuali di ogni genere, grazie a lunghi dialoghi con gli scienziati e grazie all’assemblaggio, del tutto innovativo, di materiali tratti dagli archivi. A CURA di CARLO MOLA.L’intervista è di Ginevra Bria. Ginevra Bria è critico d’arte e curatore degli archivi di Mary Vieira presso Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. Inoltre si è dedicata e tuttora si dedica allo sviluppo di numerosi progetti concepiti da Art For The World. E’ specializzata in arte concreta, modernista e contemporanea latinoamericana. In qualità di giornalista, in Italia, lavora come redattore di Artribune, Alfabeta2 e Flash Art. Attualmente collabora con Aesthetica magazine di Londra. Vive e lavora principalmente a Milano

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Turisno (dal CNR)
Le ultime notizie nel campo del turismo sono confortanti si parla di una ripresa dell’11,8% del Pil -Il’XX Rapporto sul turismo italiano', curato dall’Iriss-Cnr, raccoglie dati, idee ed esperienze del settore. La tendenza costante di sviluppo del mercato internazionale (+32,2% in 10 anni) e la risalita del mercato interno (+1,8% nel 2015) descrive un’occasione per il Paese. In particolare per il Mezzogiorno, dove Puglia e Basilicata sono le regioni più dinamiche. Sempre attuale tra gli stranieri i tedeschi, seguiti da francesi, statunitensi e britannici. Il’caso' del turismo sommerso “Il settore turistico continua a svolgere un ruolo trainante nell’economia italiana, con un’incidenza sul Pil che è arrivata all’11,8%. Un risultato importante, dovuto soprattutto ai flussi di stranieri, che nel decennio 2004-2014 sono aumentati del 32,3% grazie ad uno sviluppo generalizzato del mercato turistico globale, che nel 2015 hafatto registrare 1.113 milioni di arrivi e che promette di proseguire anche nei prossimi anni, fino a raggiungere 1,8 miliardi di arrivi nel 2030. È quanto emerge dal’XX Rapporto sul Turismo Italiano', curato dall’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche (Iriss-Cnr) di Napoli e presentato in questi giorni a Roma, presso la sede del Cnr”.

Il rapporto afferma che il mercato interno, dopo un periodo di crisi estesa ha fatto registrare nel 2015 un cambio di direzione di tendenza con un lieve incremento delle presenze degli italiani negli esercizi ricettivi, che hanno superato i 194 milioni (+1,8% rispetto al 2014). Un primo segnale di ripresa che fa ben sperare, in quanto porta il numero complessivo delle presenze (pernottamenti) straniere e italiane a più di 384 milioni, che corrispondono a oltre 109 milioni di arrivi. Numeri che collocano l’Italia ai vertici della classifica delle destinazioni più ricercate in Europa dopo Spagna e Francia (con poco più di 400 milioni di presenze). “Si tratta probabilmente di dati sottostimati. Esiste, infatti, un turismo sommerso, che sfugge alle statistiche ufficiali, in quanto il pernottamento avviene in seconde case, presso parenti o amici o in appartamenti privati”, dichiara Alfonso Morvillo, direttore dell’Iriss-Cnr. “Questa realtà, di cui si parla poco, è tutt’altro che marginale e alimenta anzi numeri superiori a quelli ufficiali. Si stima che il numero di presenze turistiche, comprensivo anche di queste casistiche, potrebbe essere di oltre un miliardo”.

I turisti stranieri più presenti sono, come da tradizione, i tedeschi, che nel 2014 hanno pesato per il 28,1%, seguiti da francesi, statunitensi e britannici, assestati singolarmente intorno al 6,4%.

L’incidenza di questi Paesi sul totale delle presenze tende però a diminuire passando nell’ultimo decennio dal 53,9% al 47,3%, anche a causa della maggiore incidenza nello stesso periodo di turisti provenienti dalla Russia, che ha registrato un aumento dall’1,2% al 3,7%, dalla Polonia (dall’1,3% al 2,3%) e dalla Cina (dallo 0,9% all’1,9%).

Altro trend positivo, quello di alcune regioni meridionali. In particolare le più dinamiche rispetto al mercato turistico internazionale sono state la Puglia e la Basilicata, dove le presenze di turisti stranieri sono aumentate, rispettivamente, del 54,7% e del 35,9% nel quinquennio 2009-14.

La XX edizione del Rapporto, coordinato da Emilio Becheri e Giulio Maggiore, di circa 800 pagine, ha visto la partecipazione di più di sessanta tra i maggiori esperti di turismo e attività turistiche. Hanno contribuito alcune delle istituzioni più rilevanti del settore quali Istat, Ciset, Unioncamere e il Mibact, che patrocina l’iniziativa e apre il volume con una nota del ministro Dario Franceschini. Il Rapporto rappresenta da oltre un trentennio il principale documento di economia e politica del turismo in Italia.

Diverse le tematiche affrontate: la sharing economy, i cambiamenti dovuti al social network e all’Ict, le reti d’impresa, i piani di sviluppo, la competitività delle destinazioni, le nicchie turismi emergenti, la crescente rilevanza del turismo culturale anche in periodo di crisi. Il Rapporto propone, inoltre, case history di successo da prendere come best practices modello.

“Il’XX Rapporto sul turismo italiano' si propone di offrire un contributo di conoscenze e di strumenti utili sia attraverso un’analisi sistematica delle evidenze statistiche più significative, organizzate in modo da rendere comparabili nei tempi i fenomeni esaminati, sia attraverso la presentazione di alcune ricerche empiriche finalizzate a studiare i fenomeni emergenti di maggiore interesse”, conclude Morvillo.

Alla presentazione ha partecipato rappresentanti delle principali categorie imprenditoriali del settore – Claudio Albonetti (Assoturismo), Nicola Ciccarelli (Confindustria Alberghi), Alberto Corti (Confturismo), il presidente di Confcultura, Patrizia Asproni, il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, il direttore esecutivo dell’Enit, Gianni Bastianelli, e il direttore generale turismo del Mibact, Francesco Palumbo.

A CURA di CARLO MOLA

Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Iriss) del Cnr di Napoli. Presentazione del’XX Rapporto sul Turismo Italiano'

 

 

 

 

 

Cultura e spettacoli