Fabio Cancellara Gomez 'cresciuto a pane e musica'

Fabio Cancellara Gomez incarna perfettamente quella schiera di “cantartisti” a tutto tondo che hanno fatto della loro musica il linguaggio universale per arrivare la cuore della gente. Un aedo d’altri tempi che racconta e si racconta con garbo predicando che “niente è impossibile” a chi vuole, e che anche una “fragile follia” può condurti lontano, dove la liturgia di un canto eterno scopre le emozioni più profonde, capace però anche di gridare che “è ora di smetterla” con un mondo incartapecorito nel buio della violenza e della sopraffazione, per farne un delirante sogno di speranza. Fabio Cancellara Gomez, doppio cognome come la sua anima italica sognante e seduttiva di padre lucano, e quella caliente-hermosa del mondo iberico di mamma madrilena, è cresciuto a pane e musica tra gli idoli del cantautorato italiano e l’influenza della musica d’oro americana, prima in terra elvetica militando nel coro Gospel Amazing Grace di Lugano, fino all’approdo sul lago di Como patria eletta dell’età fiorente. E qui non ha mai smesso di cercare e di trovare nuovi padri putativi come Piero Cassano, Fabio Perversi e tanti altri, che gli hanno spalancato le porte dell’universo musica, a contatto col fior fiore della discografia contemporanea, fino alla sua prima esaltante  esperienza discografica di “Niente è impossibile” pubblicato dall’etichetta EuroTeam e distribuito nei negozi di dischi e web store da Believe. “Devo tanto ai miei mentori che mi hanno coccolato e hanno creduto in me guidandomi nella realizzazione di un sogno. Non so ancora dove questo magnifico viaggio mi condurrà, ma di certo so che io sto già vivendo questo mio sogno, anche se i sogni vanno sempre alimentati, ed io, imprenditore di me stesso, con quell’umiltà e quel cuore generoso che mi hanno donato i miei cari, saprò tendere lontano”, ha detto Cancellara Gomez. Dal lago alla Valtellina.  “I miei venivano spesso in vacanza sul lago a Domaso, un vero angolo di cielo, ma mi mancava quella dimensione umana dell’essere riconosciuto come per le vie d’un paese natio dove tutti conoscono tutti. Col tempo mi son reso conto del potere magico e seducente della voce che mi ha condotto ad trovare tanti amici anche in Valtellina e Valchiavenna. Ricordo ancora l’emozione della mia trasferta a Bianzone con un’orchestra europea di 80 elementi per una vibrante musica d’insieme, o la mia performance a Cascina Triulza all’Expo di Milano, o ancora i concerti a Regoledo o al Sant’Antonio di Morbegno. Una terra a me cara la Valtellina, una sorta di promontorio musicale e affettivo che da Radio Bellagio come speaker mi riconduce spesso in Valle a cercare nuove sonorità espressive e nuove fonti d’ispirazione”, ha concluso Cancellara Gomez.

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