Altro caso di TBC bovina. Nessun pericolo per la salute
Un secondo caso di TBC in breve tempo. Attenzione nel mondo degli allevatori per i riflessi negativi che possono esserci in fatto di immagine anche se non vi sono pericoli per la salute, oltre alle conseguenze dirette. Per il primo caso registratosi nella Bassa Valchiavenna si è proceduto con tempestività con l'abbattimento di ben 110 capi. Altri 60 stanno per essere abbattuti per il secondo caso, scoperto nella Bassa Valle.
E' atteso per lunedì un comunicato dell'APA (Associazione Provinciale Allevatori) ma sin d'ora si può definire positivo il fatto che il sistema dei controlli si dimostra all'altezza e il Servizio veterinario dell'ASL in grado di affrontare adeguatamente il problema. Certo, qualche allevatore aggiunge che sarebbe bene che tutto il bestiame tornasse ad essere autoctono...
Il grande risanamento operato dal BIM
Settore importante. Un'importanza che viene da lontano, da quell'intervento strategico con vera lungimiranza a suo tempo operato dal BIM.
La legge 1367 nel 1956 "Disposizioni per il miglioramento ed il risanamento del patrimonio zootecnico. Era stato un bel regalo natalizio (pubblicata una settimana prima del Natale) per gli allevatori italiani. Per quanto ci riguarda importanti furono due punti dell'articolo uno e cioè
d) l'organizzazione dell'azione profilattica per il risanamento del bestiame iscritto ai libri genealogici, con particolare riferimento alle razze bovine da latte;
e) l'organizzazione dell'azione profilattica per il risanamento del bestiame nelle zone montane che producono soggetti destinati all'allevamento, alla riproduzione, al ripopolamento ed alla rimonta di altre imprese zootecniche, con particolare riferimento alle razze bovine da latte;
Un gran passo avanti ma non bastava perchè il contributo per abbattere una bestia era una gran cosa ma non copriva tutto per cui gli allevatori erano restii. Ci pensò il BIM ed in particolare il suo Presidente Valsecchi che presiedeva anche la Coldiretti provinciale e quindi conosceva bene i problemi del settore. Il BIM intervenne con 627 milioni, di cui poi rimborsati dallo Stato solo 271. Fondamentale fu l'integrazione per ogni capo abbattuto con un totale di indennizzi di 482,4 milioni. Altre spese contro l'afta epizootica, per prove diagnostiche eccetera.
8749 i capi abbattuti
Furono 8749 i capi abbattuti, circa un quinto del totale provinciale ma i risultati si videro. Un Decreto del Ministero della Sanità dichiarò ufficialmente la provincia di Sondrio “indenne da tubercolosi e brucellosi”, prima in Italia insieme con Bolzano (anche se noi eravamo un po' avanti.
Non si trattava di un diploma da appendere sulle pareti della stalla come chiunque poteva riscontarre frequentando un mercato e misurando le valutazioni in crescita delle bestie.
La bruno-alpina di Valtellina in Puglia, si leggeva su qualche giornale, grande merito di quella campagna e di una serie di ulteriori provvedimenti per il comparto da parte del BIM.
Pari dichiarazione da parte della Regione nel 2010 e con riferimento agli allevamenti di tutta la Lombardia.
A lunedì per il comunicato APA.