Treni. Dopo il Prefetto anche Fedele

88% sono in orario? Ma allora il 12% è in ritardo

Riceviamo dalla CISL:
DISAGI FERROVIARI IN PROVINCIA, I NUMERI DI TRENORD SUI DISGUIDI: Non c’è da andare fieri!

Apprendiamo la notizia dell’intervento del Prefetto di Sondrio nei confronti di Trenord, stimolato dai continui disagi del trasporto ferroviario e dalle conseguenti ripercussioni che gli stessi hanno sulla vita dei viaggiatori della nostra provincia, per lo più lavoratori e studenti pendolari. Innanzitutto plaudiamo all’intervento del Prefetto che denota una particolare sensibilità e, soprattutto, attenzione al benessere delle persone ed è comunque significativo del carattere di emergenza che ha assunto il problema dei trasporti ferroviari per la nostra provincia. Ciò che ci lascia invece perplessi è la risposta dell’A.D. di Trenord, Cinzia Farisè, che fornisce i numeri dei disguidi quasi fossero numeri che denotano una sorta di “eccellenza” del servizio.

La D.ssa Farisè asserisce, infatti, quasi fosse un vanto, che l’88% dei convogli è in orario. Certo, è la solita questione di vedere “il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno”, ma ciò vuol dire che il 12% delle corse presenta problemi sulla percorrenza, ossia oltre un treno su dieci. Adesso, prendendo il dato generale e focalizzandolo sulla nostra provincia, possiamo dire che ogni giorno più di sette treni presentano problemi di ritardi o soppressioni, essendo settanta i treni che giornalmente attraversano la nostra ferrovia. Non è certo un dato confortante! Infatti, ciò vuol dire che quotidianamente il viaggiatore della nostra provincia ha una discreta possibilità di non usufruire di un servizio efficiente e soprattutto affidabile.  Peraltro, succede spesso (faccio anche un riferimento personale) che chi ha appuntamenti importanti preferisce prendere corse precedenti a quella che, comunque, stando agli orari stabiliti, potrebbe essergli consona. La D.ssa Farisè, inoltre, evidenzia come la clientela di Trenord sia aumentata dell’8,2% nell’anno 2016 rispetto all’anno precedente. A tal proposito riteniamo che ciò non sia assolutamente dovuto a un miglioramento del servizio ferroviario ma sia, invece, determinato dal fatto che la ferrovia rappresenta in alcuni casi l’unico mezzo di trasporto pubblico, anche in considerazione delle limitazioni che in Regione ha subito il trasporto pubblico su gomma, date le minori risorse economiche destinate a detto ultimo servizio.

Dunque, è normale che in assenza di adeguata concorrenza gli introiti aumentino! E … non certo perché si è stati bravi!

E’, comunque, da auspicare che i maggiori introiti che Trenord realizza per via dell’aumento della clientela siano destinati ad interventi manutentivi atti a limitare i continui disagi che caratterizzano il presente. Staremo a vedere! Inoltre è preoccupante l’affermazione della D.ssa Farisè sul fatto che, a seguito della soppressione di alcuni treni, non sia intervenuto il servizio sostitutivo perché gli autobus non erano disponibili. Ciò è intollerabile e dimostra che non è stato approntato uno specifico servizio per così dire di “pronta reperibilità”, ma che il servizio sostitutivo sia, invece, lasciato al caso, ossia alla disponibilità o meno del mezzo da parte della società concessionaria del servizio di bus sostitutivi.

Michele Fedele (Trasporti CISL Sondrio)

Sondrio, 25 gennaio 2017 

Cronaca