Sondrio Calcio, le novità (tecnico e due giocatori)
«Sono emozionato perché per noi è un giorno importante: presentiamo un nuovo mister, un allenatore di levatura, con un curriculum di tutto rispetto. Fin dal primo allenamento si è vista l’intensità, la passione, la grinta che viene trasmessa ai giocatori. Siamo molto ottimisti, non vedo l’ora che cominci la stagione. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato a crescere nel girone di andata, ora ci attende quello di ritorno che sarà diverso, per il nuovo mister, per gli elementi nuovi innestati nella squadra. Sono molto curioso di vedere come andranno le cose».
Così il presidente Michele Rigamonti ha aperto la conferenza stampa di presentazione di Fabio Fraschetti, neo tecnico della Nuova Sondrio Calcio e con lui dei due giocatori Pato Grgona e Fernando Perez.
«Ringrazio la società per l’accoglienza riservata, metterò il massimo dell’impegno e ancora di più per corrispondere alla pari a quello che è stato un segno tangibile di affetto nei miei confronti – sono state le parole dell’allenatore di origini laziali, ma residente in Umbria -. Due, tre anni fa avevo fatto la scelta di rimanere a casa dopo aver raggiunto la pensione e volevo riavvicinarmi alla famiglia. Ora ho avvertito qui a Sondrio con le parole del presidente e del direttore la volontà di costruire qualcosa di veramente importante nel corso dei prossimi anni, di progettare qualcosa che possa vedere un cammino comune per più stagioni, ed è mia intenzione dopo aver raggiunto l’obiettivo minimo di questa annata di cui sono strasicuro, di far salire la mia famiglia e rimanere più a lungo possibile qui. Il presidente è una persona ambiziosa, molto seria, mentre il direttore è riuscito a convincermi a salire a Sondrio in una categoria che ho vissuto trent’anni fa quando ho iniziato la mia carriera da allenatore. L’obiettivo è soprattutto quello di costruire qualcosa di utile per partire il prossimo anno con traguardi ambiziosi. Le strutture ci sono, la piazza è appassionata di calcio e me lo hanno confermato diversi giocatori che ho conosciuto e che sono passati da qui».
Il difensore centrale argentino Pato Grgona si è presentato affermando: «E’ un piacere molto grande essere qui, ho trovato una società molto seria, ambiziosa, ed è la prima cosa che un calciatore guarda prima di scegliere dove andare. Metterò tutto l’impegno possibile, per ringraziare la società di aver creduto in me».
Il difensore spagnolo Fernando Perez gli ha fatto eco: «Grazie per questa opportunità. Sia io che Pato sappiamo che la posizione della classifica non è delle migliori, ma con il nostro impegno cercheremo di fare qualcosa di importante in una squadra unita».
Sul tavolo due questioni centrali come il Progetto Valtellinese e la scelta di puntare sui giocatori stranieri. Il presidente Rigamonti ha tenuto a sottolineare: «Siamo stati criticati sul progetto valtellinese, che all’inizio era l’idea da cui siamo partiti. Se nelle giovanili tutto va per il meglio, nella prima squadra manca un po’ di esperienza ai ragazzi della provincia che hanno accettato di essere con noi e grazie all’aiuto di persone competenti come Cristian Salvadori, siamo riusciti a portare nell’organico elementi stranieri che mettono in mostra grande impegno e professionalità e sono certo che contribuiranno a far crescere i nostri giovani».
«All’inizio mi hanno detto di avere pazienza, ma dopo tre sconfitte nessuno ha più pazienza – ha proseguito il numero uno del club biancazzurro -. Ho trascorso domeniche insonni dopo aver visto sfumare un successo o aver perso per un soffio. Mi sono accorto che mancava un qualcosa per essere a livello degli avversari, anche se con le prime abbiamo sempre lottato sino alla fine. Ecco allora che abbiamo dovuto attingere da fuori con persone professioniste per far crescere un progetto valtellinese che comunque non si ferma, anche se è bene ricordare che a giugno non tutti i giocatori della provincia hanno creduto in noi».
Alberto Meleri, direttore sportivo della Nuova Sondrio Calcio, sempre in prima linea su vari fronti, ha raccontato come: «C’è stato qualche giocatore che ha preferito andare a giocare in Seconda categoria piuttosto che venire da noi, dicendoci che avrebbe aspettato di vedere dove saremmo arrivati. Il nostro progetto comunque prosegue, con l’obiettivo di tornare in serie D entro il 2026, anno delle Olimpiadi, quando un capoluogo come il nostro non potrà non avere una squadra almeno in quella categoria».
Il ds ha proseguito: «Impegno, sforzo e passione sono finalizzati a questo obiettivo. Se i giocatori valtellinesi capiranno questo nostro target, le porte saranno sempre aperte, altrimenti che siano spagnoli, africani o di qualsiasi altra nazione, non importa se dimostreranno impegno e passione. Purtroppo ai valtellinesi il calcio interessa relativamente, non ce l’hanno come cultura. Quelli che ce l’hanno, militano in formazioni di fuori provincia perché lì sono performanti, noi invece oggi non lo siamo. Se non iniziamo a insegnare e dimostrare ai nostri ragazzi che il calcio può essere anche un ambito di lavoro, non cresciamo. Abbiamo ingaggiato un mister che in provincia di questo livello non abbiamo mai avuto. Ora attendiamo altri due elementi per completare l’organico, ricordando che alcuni italiani da noi contattati hanno chiesto ingaggi elevatissimi per militare nella nostra squadra. La nostra intenzione non è fare il girone di ritorno come una passeggiata, ma impostare già la nuova stagione».
Rigamonti ha sottolineato anche come: «Il nostro campionato ha costi importanti, ci sono realtà con un grande blasone nella nostra regione che sono in difficoltà economica. Per questo faccio un appello alla provincia inteso come territorio perché quegli imprenditori, quei privati che vogliono aiutarci in questo obiettivo, si facciano avanti. Ciò su cui siamo concentrati non è finalizzato a metterci in mostra oppure fare del calcio un nostro giocattolo, ma dare a una valle che non aveva più una squadra, la possibilità di ritrovarla e di portarla a livelli consoni. Dobbiamo ringraziare sempre la federazione per averci permesso di partire dalla Promozione, senza il cui aiuto tante questioni non saremmo stati in grado di risolverle. Quindi a Diego Fattarina e Daniele Croce in primis va ora e sempre il nostro grazie. Crescere dal punto di vista sportivo è anche rispettare l’impegno che la federazione ha speso per noi e quello dei numerosi tifosi che si seguono. Così come un grazie va al Monza Calcio per tutto il supporto che ci sta dando».
Alberto Meleri ha spiegato come la figura di Cristian Salvadori sia quella di «un importante aiuto per la società, il tassello in più con la sua esperienza da direttore sportivo, con le sue conoscenze e la sua competenza enorme per farci crescere con grandissima umiltà. I giocatori da lui indicati che sono arrivati hanno permesso solo di alzare il livello della rosa e del club».
Fabio Fraschetti sul tema dei giocatori stranieri ha ricordato come: «quattro anni fa a Nuoro in Eccellenza e serie D avevo in rosa 14 giocatori non italiani, erano greci, francesi, africani, argentini, brasiliani, ma per me erano uguali a quelli locali. Ieri ho detto che chi è venuto da fuori non ha il posto assicurato, così come chi è di qui. La professionalità è quella che conta. Nel discorso sul perché ci sia spazio per gli stranieri, va ricordato come mediamente gli italiani hanno dei costi superiori rispetto ai ragazzi che si mettono in gioco venendo dall’estero. Comunque raggiunta la salvezza, con il direttore sportivo abbiamo già una lista di valtellinesi che gravitano in categorie superiori e che saranno i primi a essere contattati per il prossimo anno e chissà che non sia proprio chi ci ha snobbato a venire a chiamarci».
Chiosa finale dedicata alle recenti polemiche, con il direttore sportivo Meleri che ha sottolineato come: «Il caso Speziale spero possa essere considerato concluso dopo le recenti polemiche: ribadisco che non rientrava più nei piani della società, della direzione sportiva, del mister. Ci sono altri che non rientravano più nei piani del club, ma hanno deciso comunque di fermarsi. Il nostro tipo di gestione porterà sempre avanti un periodo dedicato agli acquisti ad agosto, un check a dicembre e un'altra fase di confronto a giugno. I vari aspetti del campo, dei costi, delle necessità dell’organico decideranno cosa sarà utile alla squadra per raggiungere gli obiettivi prefissati».