Approvate in Commissione nuove regole per attività funebri e cimiteriali
Commissione regionale Sanità: approvato a maggioranza progetto di legge che definisce le nuove regole in materia di attività funebre e cimiteriale. Il provvedimento andrà in Aula nella seduta del 19 febbraio
Milano, 23 gennaio 2019 - Nuove regole sulla realizzazione degli impianti di cremazione finalizzate a sostenere la lotta all’abusivismo e a tutelare le piccole aziende del settore, con la conferma che la gestione dei cimiteri rimarrà in capo ai Comuni. E’ quanto prevede il progetto di legge sui servizi funebri e cimiteriali approvato oggi a maggioranza in Commissione Sanità (a favore Lega e Forza Italia, contrari PD, M5Stelle, Lombardi Civici Europeisti e +Europa) e che è stato calendarizzato in Aula per la seduta di Consiglio regionale del 19 febbraio.
“Finalmente -ha detto il Presidente della Commissione Emanuele Monti (Lega)- affrontiamo una riforma attesa da anni e in particolare da tutti gli operatori del settore che abbiamo voluto ascoltare nel corso di specifiche audizioni in Commissione. Il nostro obiettivo è di tutelare chi opera nel rispetto delle regole e garantisce la qualità dei servizi”.
Relatrice del provvedimento è Simona Tironi (Forza Italia) che ha spiegato come il primo obiettivo è quello di aggiornare l’impianto normativo allineandolo ai nuovi modelli organizzativi che hanno visto subentrare le Ats alle Asl e le ASST alle aziende ospedaliere. In particolare si stabilisce che le attività di polizia mortuaria restino in capo alle Ats, mentre le competenze di medicina legale e necroscopica siano attribuite alle ASST.
“Il nostro documento deve fare da apripista in tutta Italia, mettendo ordine a una materia complessa –ha sottolineato Simona Tironi-. Tra le innovazioni più significative che intendiamo mettere in campo c’è l’introduzione dei centri servizi, che devono agire come imprese funebri: questo permetterà anche alle piccole imprese (che ci preme tutelare, attraverso regole chiare e precise) di poter operare senza accollarsi costi eccessivi di personale e attrezzature per avere i requisiti necessari. Un’altra iniziativa importante –aggiunge la relatrice Tironi- sarà la creazione di una piattaforma informatica, capace di semplificare le procedure e fungere da vero e proprio database per la raccolta dati. Lo scopo è far sì che non si presentino mai più episodi vergognosi come quello avvenuto a Bologna, dove le autorità hanno riscontrato un vero e proprio “racket” delle pompe funebri”.
Nel progetto di legge approvato oggi in Commissione, viene introdotta e riconosciuta la definizione del “centro servizi” inteso come impresa funebre che svolge attività in proprio e fornisce ad altre imprese funebri esistenti requisiti e servizi a norma di legge, e viene meglio definita e regolamentata l’attività di trasporto funebre.
Il provvedimento specifica quindi le caratteristiche della “casa funeraria”, intesa come struttura gestita da imprese autorizzate dove, su richiesta dei familiari del defunto, sono ricevute, custodite ed esposte le salme di persone decedute presso abitazioni private o strutture ospedaliere e sanitarie per l’osservazione, la composizione e vestizione della salma, nonché per l’esposizione e la custodia del cadavere: le case funerarie, se di nuova costruzione, non potranno essere ubicate nelle immediate vicinanze di strutture sanitarie, cimiteri o crematori.
E’ vietata ogni forma di pubblicità e promozione funeraria e cimiteriale a distanza inferiore ai 50 metri da strutture sanitarie, socio assistenziali, di ricovero e di cura pubbliche e private.
Inoltre, a seguito dell’adeguamento alle nuove disposizioni di legge, il provvedimento prevede che l’autorizzazione comunale all’esercizio dell’attività funebre venga sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Le imprese che esercitano le attività funerarie devono disporre di una sede commerciale idonea, di almeno un carro funebre e di una adeguata autorimessa conformi alla normativa vigente, di un direttore tecnico nonché responsabile commerciale, di un addetto alla trattazione delle pratiche amministrative e di almeno quattro operatori funebri o necrofori in possesso dei necessari requisiti formativi e con regolare rapporto di lavoro. I soggetti che già svolgono attività funebre all’entrata in vigore della legge, avranno sei mesi di tempo dalla sua pubblicazione per adeguarsi ai nuovi standard richiesti.
I Comuni potranno autorizzare la costruzione e l’uso di aree e di spazi per la sepoltura di animali d’affezione, secondo le indicazioni tecniche fornite dall’ATS di competenza e dall’Arpa; la costruzione di cappelle private fuori dal cimitero, purchè contornate da un’area di rispetto; le tumulazioni in luoghi esterni al cimitero, sempre previo parere e secondo le indicazioni tecniche fornite dall’ATS di competenza e dall’Arpa, quando ricorrano giustificati motivi di speciali onoranze.
Su richiesta o per volontà del defunto o degli eredi sarà possibile tumulare, previa cremazione e in teca separata, gli animali di affezione a questi appartenuti, nello stesso loculo del defunto o nella tomba di famiglia.
La Regione d’intesa con le associazioni rappresentative dei Comuni e di categoria, dovrà predisporre e adottare infine il nuovo codice deontologico per i soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività funebre. I controlli sulla sussistenza dei necessari requisiti per lo svolgimento dell’attività funebre restano in capo alla Giunta e agli Enti preposti e competenti.
Circa 90 gli emendamenti e subemendamenti discussi questa mattina in Commissione: alcuni di questi sono stati ritirati dai rispettivi proponenti dei gruppi PD e M5Stelle e saranno ripresentati in Aula, mentre la stessa relatrice Simona Tironi si è riservata di presentarne a sua volta di nuovi con differente formulazione rispetto ad alcuni di quelli inizialmente depositati in Commissione.