Questione lupo, interviene Enalcaccia

In merito all’attacco di lupi o di un lupo ad un gregge di pecore avvenuto recentemente in Valfontana, il
Sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta, già Presidente della Provincia nella passata legislatura, ha preso
una posizione ben precisa a favore di coloro che, con sacrificio, contribuiscono al mantenimento del
nostro territorio montano.
Questa dichiarazione pubblica da parte di un politico di spicco della provincia di Sondrio giunge, seppur
tardivamente, con autorevolezza e chiarisce alcuni aspetti.

I^ aspetto: il dilagare di studi:
E’ ormai da molti anni che assistiamo, impotenti, al dilagare di progetti che mirano all’introduzione di
animali selvatici nell’Arco Alpino promossi da uno stuolo di persone che assurgono a ritenersi strenui
paladini a difesa della natura e che riescono ad arrivare molto in alto. Progetti, studi, indagini,
consulenze che sono lautamente finanziati dalla Comunità Europea (quindi con i nostri soldi), sulla
spinta di presunte emotive vocazioni ambientaliste.
Un aspetto però viene volutamente messo in secondo piano, poco noto, sconosciuto e volutamente
sottaciuto del quale, invece, bisognerebbe cominciare a parlarne. Quanti sono e quanto costano questi
studi? Quali sono i concreti benefici prodotti sul territorio? Chi sono destinatari e quanto
percepiscono? Progetto “orso”, progetto “lupo”, progetto “lince”, progetto “rapaci sarcofagi”. Non ci
stupirebbe più di tanto se comparisse anche un “progetto yeti”, tanto c’è da lavorare, ce n'é per tutti.
Ecco perché le dichiarazioni di Della Bitta, seppur importantissime e lodevoli, sono tardive perché, per
l’appunto, avrebbero dovuto essere fatte perlomeno un decennio or sono. Ora, purtroppo “le mucche
sono scappate dalla stalla”. Speriamo tuttavia che sia la prima di una serie di altre autorevoli prese di
posizione necessarie per riportarle in stalla!
Sia però ben chiaro che questa Associazione (così come crediamo anche per Della Bitta) non è per
principio contraria all’esistenza dei grandi predatori sul territorio, anzi, questi fanno parte del ciclo
naturale e della natura stessa. Siamo invece convintamente contrari a che, per interessi di parte, si
vogliano forzatamente introdurre animali selvatici solo per giustificare che si sono spesi una montagna
di quattrini pubblici investiti in studi, ricerche, analisi e consulenze. Il tutto a discapito di investimenti
sul territorio, come il nostro, tanto bello ma estremamente fragile e vulnerabile e che tanto avrebbe
bisogno di interventi concreti, a difesa dell’agricoltura e dei piccoli allevatori di montagna.

II^ aspetto: l’assenza di una specifica legislazione di controllo sui “grandi carnivori”:
Qui si tocca un tasto dolente che discende da un vuoto legislativo. Se, come pare, questi animali
selvatici dovessero proliferare ed essere fuori controllo, cosa succederebbe? Questa Associazione è, e
rimane, assolutamente contraria al “fai da te”. Occorre che i politici siano scentemente promotori di
una normativa che colmi questo vuoto, ora improcastinabile. Perché non copiare da stati progrediti a
noi confinanti come ad esempio la Confederazione Elvetica?

III^ aspetto: le competenze dei rapporti con i mass media nelle Istituzioni pubbliche:
Purtroppo non è la prima volta che il cittadino assiste a queste reiterate pubbliche dichiarazioni che
solo il legale rappresentante di un’istituzione è titolato a rilasciare. In assenza di una presa di posizione
netta (che il consigliere provinciale Luca Della Bitta ha comunque fatto capire), il legale rappresentante
della Provincia di Sondrio risulterebbe consenziente. E’ mai possibile?
E poi, per finire, come mai un tecnico faunistico tiene fermo un consiglio provinciale, tantissimi Sindaci
ed organismi associativi come per il piano faunistico? Non è giunto il momento di cambiare?
f.to IL VICEPRESIDENTE f.to IL PRESIDENTE
Cesare Mitta Stefano Moraschini
Sondrio, 12 maggio 2021

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Due osservazioni:
1.   Questione lupo, interviene Della Bitta, autorevole personaggio provinciale.  Lo si loda, giustamente, ma lo si critica, ingoistamenten perchè avrebbe dovuto agire 10 anni prima, un atteggiamento che sicuramente non incentiva altri. Non è giusto, non è utile.

2.   Scrivono: "questa Asociazione non è per principio contraria all’esistenza dei grandi predatori sul territorio, anzi, questi fanno parte del ciclo naturale e della natura stessa". Non è vero. Da quasi due secoli l'orso è un estraneo al nostro ambiente. Ricordiamo che nel Trentino per scongiurare l'estinzione hanno importato orsi dall'Est facendo violenza alla natura. 
Red

 

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