MARIA , MANDACI UNA CARTOLINA DALLA BIELORUSSIA

Il viaggio di ritorno di Maria per la nazione di Lukaschenko e per il suo Internat fa felici molti, e fa piangere altri: perché ?

Genova: Dopo venti giorni di prolungata e forzata vacanza, torna in patria la bambina Bielorussa ospite per un soggiorno terapeutico temporaneo presso una famiglia affidataria italiana. Le forze dell’ordine hanno ricevuto l’ordine di intervenire prima che la situazione superasse il limite della decenza e della intelligenza . Nessuno infatti crede più alla ricerca senza risultato, ma all’attesa dell’intervento per evitare ulteriori tensioni. Mentre un gruppo di famiglie intrappolate nell’adozione internazionale in Bielorussia da oltre 3 anni protestava sotto il Palazzo del Governo a Roma, la bambina veniva prelevata in Val d'Aosta e posta in una Comunità in attesa delle decisioni del Tribunale per i Minorenni di Genova. In attesa del rimpatrio ormai imminente.

A raffica , su TV e Radio, e poi sui giornali, posizioni, arringhe difensive: chi a favore della decisione della coppia genovese di bloccare il rientro della bambina, di fatto rapendola, chi invece indignato per tale scelta, sollevato dal prossimo ritorno in patria della bambina.

Nell’affanno di dire ognuno il suo punto di vista sulla specifica situazione, nessuno ha puntato l’attenzione al perché questi “rapimenti “ accadono ed accadono anche abbastanza spesso.

Non è infatti la prima volta che viene “trattenuto” per un prolungamento di soggiorno temporaneo un bimbo bielorusso: e non è la prima volta che un delegato dell’ambasciata corre a riprenderselo con l’ausilio delle forze dell’ordine italiane.

I soggiorni temporanei in Italia di questi bimbi esistono da quasi 20 anni, cioè subito dopo la catastrofe nucleare di Chernobyl.

Ed in questi venti lunghi anni moltissimi bambini arrivati solo per soggiorni temporanei sono “rimasti”, sono stati trattenuti. Ed infine, con una serie di provvedimenti riparatori delle autorità giudiziarie minorili bielorusse e poi italiane, sono stati adottati: anche da coppie non idonee all’adozione.

Adozioni clandestine o illegali? Non proprio, ma certo non perfette nella loro esecuzione, anche se i provvedimenti finali hanno sanato le imperfezioni di un iter formalmente non valido.

Ma le cose sono in questi ultimi anni cambiate molto: sia in Italia che, e soprattutto, in Bielorussia.

L’avvento di Lukaschenko , ultra nazionalista filo sovietico, ha bloccato, in parte sigillato il flusso di adozioni internazionali dalla Bielorussia all’Italia. I soggiorni temporanei che per magia diventavano adozioni, sono stati inibiti. Le adozioni Internazionali sono diventate sempre più difficili con accordi bilaterali sempre meno affidabili.

Per questo, con il tristemente noto blocco del 2004, i bambini adottati da quell’anno ad oggi dalla Bielorussia sono stati solo 32. Dei famosi 152 bambini del contingente 2004 gli altri 120 probabilmente non saranno mai adottati in Italia.

Figuriamoci poter far partire nuove adozioni per gli anni 2006 e seguire.

Mentre hanno proliferato a dismisura i soggiorni terapeutici temporanei.

E quello che si teme è che ancora, qui in Italia, alcuni referenti di queste organizzazioni che gestiscono questi flussi di bimbi dalla Bielorussia all’Italia continuino a suggerire, a bassa voce, affermando poi il contrario e negando tutto, che si potrebbe provare la strada di bloccare il bambino o la bambina qua in Italia, per motivi di salute.

Il Bel Paese è abituato a ragionare all’italiana: una scappatoia c’è sempre, magari grazie alla conoscenza giusta.

Insomma, cara Maria, tu ritorni nella tua Bielorussia. Di te, fra una quindicina di giorni, non parlerà più nessuno: mi riferisco ai soggetti istituzionali ed ai tanti pela galline che in questi giorni hanno vuotato secchi di stronzate.

L’ennesima figura meschina delle istituzioni italiane è palese: ancor più meschina considerando che la si è fatta con una nazione che è ben difficile considerare democratica , affidabile e moderna.

Quindi, cara Maria, mandaci una cartolina dalla tua Bielorussia: ci ricorderemo di te e di quanta poca attenzione all’infanzia disagiata l’Italia ha dimostrato e dimostra in questi anni.

Alessandro Maria Fucili

Alessandro Maria Fucili
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