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Spinelli nell’intervallo – Spinelli in classe - La professoressa di Monteroni alla Fiera di Tirano

1) Spinelli nell’intervallo

In una scuola nel Milanese muore un ragazzo che – dicono i compagni –nell’intervallo aveva fumato uno spinello. Questo lo si saprà tra un mese a fine esami tossicologici anche se è stato anticipato il ritrovamento nei suoi polmoni di cocaina tagliata. La stampa riporta che altri compagni sostengono che il fumo degli spinelli era cosa diffusa. Premesso che bisogna evitare di dare giudizi tranchants senza conoscere a fondo le cose una domanda pure va posta. Possibile che solo i ragazzi in quella scuola sapessero che si fumavano spinelli?

Andiamo per supposizioni.

1) Mettiamo che sia proprio così. Preside e docenti dovrebbero quantomeno finire sotto inchiesta amministrativa per accertare una loro – eventuale – responsabilità. In questo caso infatti il dubbio che viene è che Preside e docenti della scuola non avessero minimamente il polso della situazione. E questo per educatori sarebbe grave. Al minimo ci vorrebbe un corso intensivo di rieducazione.

2) Mettiamo che non sia proprio così. L’altro dubbio è se per caso che Preside e docenti della scuola avessero invece il polso della situazione o, in via subordinata, sentore della cosa. Preside e docenti dovrebbero quantomeno finire sotto inchiesta amministrativa per accertare una loro – eventuale – responsabilità nel senso o di avere sottovalutato la situazione o, peggio, di avere glissato ritenendo cosa migliore da farsi quella del far finta di niente.

2) Spinelli in classe

Dalla stampa si apprende in questi giorni di un altro caso ancor più clamoroso, ossia di spinelli preparati in classe e qualcuno fumato. Se appurato inchiesta, e in questo caso non solo amministrativa, sui docenti presenti. Su cosa hanno fatto, se hanno segnalato la cosa al Capo d’Istituto, se hanno segnalato la cosa, loro o il Capo, alle Forze dell’Ordine eccetera. E se responsabilità ci sono non deve esserci cattedra disponibile per questi docenti. Se tengono famiglia non licenziamoli ma mandiamoli a curare biblioteche o fare lavoro amministrativo (con un solo mese di ferie annuali, s’intende).

3) La professoressa di Monteroni alla Fiera di Tirano

Gli organi di informazione hanno informato dell’esistenza di un nuovo video, anzi trasmesso, protagonisti gli studenti e la loro professoressa che li lascia fare tranquillamente mentre fanno scorrere le loro mani sulle sue parti rotondeggianti e chissà mai con quali reconditi pensieri. Il diritto romano arrivato sino ai giorni nostri prevede un caso in cui la violenza (in senso lato) alle donne non sia punibile. C’è una formula giuridica, in latino come molte altre, che traduce il principio. Non c’è colpa, e quindi pena “si vis grata puellis”. I casi sono due per la professoressa quarantenne di Monteroni di Lecce. O lei apprezzava la “vis” (chiamiamola così…!) dei suoi alunni o lei era indifferente (sia consentito, forse anche frigida) e quindi lasciava fare. La terza ipotesi, quella di una dignità offesa, propria della maggior parte delle donne fatte oggetto di simili attenzioni da chiunque, proprio uomo ovviamente escluso, non pare affatto ricorrere visto l’atteggiamento passivo, se per piacere o per indifferenza è da vedere. (x)

E’ di questi giorni a Tirano una grande Fiera di tradizione secolare che ha due volti. E’ la “Fiera di Pentecoste”, da sempre fonte di fortissimo richiamo ben oltre la Valtellina ed anche dalla Svizzera. Associata una tradizione pagana, quella che la faceva chiamare in gergo “La fèra dei palpacù”. Il nome traeva origine appunto da una tradizione, quella di arrivare vicino ad una ragazza, ma anche a signore in età purché in carne, e, zac, raggruppare le quattro dita da una parte con il pollice dall’altro direttamente sulle parti molli, rotondeggianti, posteriori, anzi su un’area vasta delle stesse in modo da evitare la trasformazione in pizzicotto che avrebbe avuto ben altra valenza. A sera le femmine si confidavano fra loro il numero di omaggi ricevuti. Non volavano sberle che ovviamente sarebbero volate gli altri 364 giorni dell’anno, 365 se bisestile. Quest’anno è tardi ma si potrebbe pensare per la Fiera del prossimo anno di invitare tale professoressa che sicuramente attirerebbe molta gente – una volta solo maschi, chissà, magari adesso anche qualche femmina – sia come spettatori che come manipolatori.

Amarilli

(x) Potrebbe esserci un quarto caso, quello di incapacità di reagire, subendo la cosa. Sarebbe l’ipotesi migliore, occasione anche di comprensione umana, ma in questo caso la cattedra sarebbe incompatibile. ndr

Amarilli
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