IL GF IN AULA? IL SÌ DEI GENITORI PER INIZIARE A CONTRASTARE IL BULLISMO, MA È NECESSARIO UN PROGETTO EDUCATIVO PIÙ AMPIO

I sempre più frequenti casi di violenze nelle aule italiane hanno costretto le autorità e la società stessa a riflettere su una situazione che si sta trasformando in una vera e propria emergenza. Pestaggi, atti vandalici, filmati "hot" che approdano inevitabilmente sulla rete. Tutti atti che hanno un solo comun denominatore: il bullismo. Le aule scolastiche inoltre sono il luogo dove questi episodi avvengono sempre con maggiore frequenza. Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Cosa possiamo fare, genitori e insegnanti insieme? Queste le domande che nell'ultimo periodo angosciano la maggior parte dei genitori. Il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, ha recentemente proposto l'introduzione delle telecamere in aula. Questa forma di "GF scolastico" incontra in linea di massima il consenso dei genitori. Le telecamere, infatti, spaventano meno le famiglie rispetto a questo diffondersi di violenza, ma resta la consapevolezza che l'occhio elettronico da solo non basti a risolvere i problemi. Bisognerebbe pensare ad azioni e progetti più articolati per diminuire i casi di violenza, che includano il proposito di rieducare i nostri ragazzi al rispetto della "persona". Molti istituti hanno, purtroppo, sottovalutato il Patto di Corresponsabilità voluto dal Ministro Fioroni e riproposto dalla stessa Gelmini. Si tratta di un documento posto alla firma dei genitori al momento dell'iscrizione che rende corresponsabili scuola e famiglia dell'educazione del ragazzo. In molti istituti, questo atto è diventato una questione meramente burocratica: non c'è nessun progetto alla base, una semplice firma risolve il tutto. Il Moige ha ricevuto dai genitori moltissime segnalazioni in merito. "In molti hanno dovuto firmare documenti in cui le scuole sostanzialmente scaricano sulle famiglie ogni responsabilità" spiega la Presidente Maria Rita Munizzi "sembra quasi di aver a che fare con dei consensi informati. In questo modo il progetto educativo che sta dietro questa novità decade completamente". Crediamo che le telecamere possano essere uno strumento valido per monitorare la realtà delle aule italiane "ma non si può delegare alla tecnologia la sorveglianza dei nostri ragazzi. Anche i docenti,insieme ai genitori, devono assumersi la responsabilità di insegnare uno stile di vita" conclude la Munizzi.

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