Scandalo Volkswagen e la Valtellina
Premesso che se fosse successo agli italiani avremmo dovuto seppellirci sotto montagne di cenere qualche riflessione si impone. Alcuni punti dunque:
1. La dimensione dello scandalo è enorme al punto di fare tremare le fondamenta del colosso automobilistico tedesco. Se auto, per usare un eufemismo, 'a software perfezionato', sono state vendute in più di un Paese, a parte gli ingenti costi della sostituzione e alle sanzioni amministrative probabilmente vanno messe in conto anche indagini penali. In questo caso non andrebbe certo di mezzo l'operaio del montaggio o il programmatore, i piccoli cioè ma l'intera catena di comando non essendo credibile che una cosa di questo genere abbia riguardato solo i settori bassi di tale catena.
2. Sembrerebbe il trionfo del “Io non c'ero e se c'ero dormivo”. Potrebbe anche essere questa la connotazione del comportamento in quel di Bruxelles. Il Financial Times in prima pagina denuncia che dal 2013 lassù erano stati avvisati che il software rappresentava un pericolo per l'ambiente e strumenti. Secondo il giornale l'inazione degli Stati “porta alla luce il potere delle lobby dell'industria automobilistica europea che ha scommesso molto sui diesel” Per la sua diffusione secondo il Daily Telegraph che riprende Greenpeace, la lobby europea del diesel nel 2014 ha speso 18,4 mln di €uro. Ma ci chiediamo come mai i burosauri di lassù si occupano di accertare che i piselli abbiamo 5 baccelli e non guardano dentro il cofano oggi della “auto del popolo” tedesca e domani chissà su quale altro cofano.
3. Cofani e basta? Se tanto mi dà tanto può venirmi il dubbio che si stia sviluppando una trappola subliminale in chiave moderna dietro la quale con una trentina di anni di ritardo pare di ritrovare il “1984” di di George Orwell
4. Italia. Il sottosegretario ai Trasporti Nencini ha dichiarato che le auto “softwarate” in Italia sarebbero un milione.
5. Valtellina. Se in Italia sono un milione in provincia, comprendendo ovviamente la Valchiavenna, statisticamente ce ne dovrebbero essere circa 335. In realtà la mappa della motorizzazione deve tenere conto della distribuzione non omogenea per cui si può stimare che, sempre in teoria, dovrebbero essercene intorno alle 400 unità, oltre una cinquantina nel capoluogo. Sempre in teoria naturalmente.
E per concludere non è che la società, attraverso i suoi rappresentanti in Italia, ci faccia sapere- a tutti gli organi di informazione – la sua posizione e, soprattutto, come intende – non cancellare perchè per una simile onta è impossibile – operare per il futuro?
frizziero