Fine dell'inverno (quale?!?). Tradizioni valtellinesi

Bornio L'e'fora l'Ors dala Tana ! - Tirano Li toli - Aprica Sunà da Mars - Teglio Ciamà l'erba - Al Popocc Poschiavo

In teoria dovremmo avere celebrato, o stare per farlo, la fine dell'inverno.  Quale inverno? Termometro in Sondrio quasi costantemente sopra, e anche non di poco, lo zero e con la perla della Merla, ovvero dei suoi giorni, ultimi tre di gennaio o due di gennaio e uno di febbraio. Acme dell'inverno, giorni tradizionalmente più freddi dell'anno, quelli, appunto, della merla che per riparare dal freddo i suoi piccoli non trovò di meglio che infilarsi in un comignolo coprendosi di fuliggine. Dal candore passati dunque al nerissimo. Un tempo. Oggi il simbolo è quel colombo bianchissimo che una mattina dei giorni della merla in Piazza Garibaldi a Sondrio esibiva il suo contrasto alla tradizione. Lui per colore mentre la stazione meteorologica sulla parete del Posta impietosamente indicava sette gradi, una ventina in più rispetto a non molti decenni fa. Le tradizioni di un mondo sostanzialmente ancorato ai cicli naturali e ai prodotti della terra non sono comunque scomparse.

Due alle spalle, due nei prossimi giorni e anche una svizzera

L'e'fora l'Ors dala Tana !
A Bormio il 2 di febbraio..La simbologia di questa tradizione è legata all’arrivo della primavera in cui l’orso, un tempo diffuso in queste zone, usciva dal suo lungo letargo invernale.

Li toli
A Tirano con partenza da vari punti della città gran corse trascinando lunghe file di latte e barattoli (toli in dialetto) gridando la tradizionale frase dialettale " L’è fò ginée, l’è int febbrèe le fò l’urs da la tana ",

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Sunà da Mars 2015 Aprica
Sabato 28 febbraio è in programma Sunà da mars 2015, il potente e straordinario evento aprichese che invoca il cambio di stagione: il risveglio della natura perché i semi interrati dell'erba comincino a muovere il gelo della terra che li imprigiona.
Ma ... sotto la neve pane / senza la neve fame, recita il noto proverbio. E, a dispetto della meravigliosa tradizione - per la verità un po' anticipata per esigenze turistiche rispetto a un passato agreste sempre più lontano - sarà bene che il gelo e la neve permangano (come stanno in effetti facendo) ancora per un paio di mesi.
La stagione dello sci, infatti, terminerà a fine aprile-inizio maggio e ci sono tutte le premesse perché si possano praticare ancora per molte settimane tutti gli sport bianchi. È di questi giorni la notizia del completamento dell'apertura anche di tutte le piste da fondo della zona: loc. Al Plà in centro, Pian di Gembro e Trivigno.

Ciamà l'erba Teglio
Domenica 1 marzo a Teglio continua l’antica tradizione del “CIAMÀ L’ÉRBA” .
Organizzato dalla Parrocchia di Teglio e dal Gruppo Folcloristico “Gent De Paes” nel pomeriggio le vie di Teglio saranno allietate dal “concerto” dei campanacci.
Alle ore 15.30 il  ritrovo dei due gruppi (il primo nel parcheggio di via Roma di fronte all’Hotel Miravalle ed il secondo in via Tudori davanti all’ex bar Torre)
Alle ore 16.00 i due gruppi si uniranno nel piazzale della scuola per poi proseguire lungo le vie del paese
fino ad arrivare al Salone dell’Oratorio di Teglio dove è previsto il “Marindin” proprio come voleva la tradizione. (Valentina Maestroni)

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Al Popocc dal prim da Marz: Poschiavo
Con la tradizionale festa “Popocc dal prim da marz” (tradotto “Pupazzo del 1° Marzo”) gli scolari di Poschiavo
il 1° marzo scacciano l’inverno ed accolgono la primavera. Le origini di questa tradizione risalgono
all’età precristiana. Per i Romani alle calende di marzo (il 1° marzo) iniziava l’anno nuovo e nel Medio Evo
in numerosi comuni retici le autorità entravano in carica. Con questo retroscena in molte regioni dell’arco
alpino si rinnovano ogni anno diverse usanze per scacciare il tetro inverno e salutare la mite primavera.
La tradizione del “Popocc dal prim da Marz” a Poschiavo riunisce storicamente diversi aspetti. Gli scolari
attraversano in corteo il borgo e con il chiassoso frastuono dei campanacci e delle grida scacciano l’inverno
e chiamano l’erba (ciamà l’erba), rivolgendo così il loro invito alla primavera. Parte integrante del corteo
sono gli impressionanti “Popocc”, costruiti autonomamente dagli scolari e trasportati con l’ausilio di
carri. In origine i “Popocc” erano dei semplici fantocci di paglia. Negli anni si sono evoluti in laboriose
installazioni, che riprendono problemi di attualità come guerre, disoccupazione o inquinamento. Il corteo
termina presso le scuole di Santa Maria dove si bruciano i “Popocc”.
Quest’anno il “Popocc dal prim da Marz” cade di domenica. Per l’occasione i ristoranti del Borgo di Poschiavo propongono un menu speciale per le famiglie dei bambini coinvolti e per il pubblico della sfilata.
Programma:
14:30 Partenza del corteo dalle scuole di Poschiavo
Sosta e canti in Piazza
15:30 Rogo dei pupazzi presso le scuole di Poschiavo

Costume