Il presepe segno della cultura italiana

Pubblicato contestualmente al messaggio di Francesco

In Italia, ultimamente, c’è stato un acceso dibattito sul presepe, che in alcune scuole non si preparava più per rispetto verso studenti di altre religioni, in particolare musulmani. Nella querelle che ne è sorta, molti islamici si sono dichiarati a favore del presepio, dato che l'Islam venera Gesù come profeta. Personalità ecclesiastiche hanno precisato che chi vuole cancellare il presepio dalle scuole è in realtà mosso non da rispetto verso i musulmani, ma da idee laiciste, che confondono la tolleranza con il relativismo delle idee.
Che cos’è il Presepe
Nel Vangelo di Luca è scritto:
«Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo”.
Così, per i cristiani, le prime fonti del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e Luca, cosiddetti dell'infanzia, che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, considerata nobile, perché aveva dato i natali a Re Davide.

Con la diffusione del cristianesimo, durante il medioevo si propagò la tradizione di allestire il presepe durante il periodo natalizio, con  i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello agli agnelli, e così via. La rappresentazione può essere sia vivente che iconografica. La tradizione, prevalentemente italiana, risale al tempo di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività.  Tommaso da Celano, cronista della vita di San Francesco descrive brevemente la scena: « Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l'asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme ». Si ricorda che Il primo presepe scolpito di cui si ha notizia è quello conservato nella Basilica di Santo Stefano (Bologna). Si tratta del più antico presepio conosciuto al mondo. Per quanto concerne l’iconografia del  presepe ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi) raffigurò personaggi della famiglia Medici; Giotto con la Natività della Cappella degli Scrovegni a Padova. Nel Quattrocento anche Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi. Filippino Lippi compose la Natività che si trova al Museo Diocesano di Milano, Piero della Francesca la Natività della National Gallery di Londra, il Correggio la Natività della Pinacoteca di Brera.
Ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente accolto a tutti i livelli, soprattutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile.
Il presepe in Italia
In Italia i diversi presepi si differenziano per i vari prodotti e materiali utilizzati per ricreare la scena della nascita del bambino Gesù. Possiamo ricordare a tal proposito il presepe genovese che si realizza con pastori in legno, il presepe pugliese che utilizza la carta pesta per realizzare il prodotto finito, il presepe siciliano realizzato con l'aggiunta di prodotti tipici siciliani come rami d'arancio e di mandarino e sul quale si utilizzano diversi materiali come corallo, madreperla ed alabastro, tutti prodotti propri della Sicilia. Per le figure in legno è inoltre da ricordare il presepe di Villar Focchiardo in Valle di Susa, costituito da 270 figure in legno a grandezza naturale, esposte nei cortili e nelle vie del paese dall'8 dicembre al 5 gennaio. Famosi, poi, sono i presepi di alcune regioni:
Presepe bolognese
Il presepe bolognese può vantare una tradizione plurisecolare che risale al XIII secolo. Si distingue da altre tradizioni presepistiche italiane, per esempio quella napoletana, perché i personaggi sono scolpiti o modellati per intero, abiti compresi. Non si tratta quindi di statue vestite, né di figurini con volto e mani di legno o ceramica e abiti di stoffa. Vari materiali possono essere impiegati, dalla terracotta alla cartapesta, dal legno al gesso, a seconda delle capacità dell'artista o dell'artigiano, del metodo di produzione e della clientela a cui è destinata la figura.
Presepe napoletano
Il presepe napoletano, o partenopeo, si caratterizza per la costruzione di pastori in terracotta. L'uso della terracotta quasi scomparve a seguito del travolgente successo del pastore in plastica che garantiva produzioni in larga scala e prezzi più bassi. Intorno al 1969 quando sembrava esser scomparso, il pastore in terracotta fu riproposto con enorme successo da un "pastoraro", Nicola De Francesco, che seppe recuperare le tecniche d'esecuzione e riconsegnare al popolo napoletano una tradizione che rischiava altrimenti di sparire. Particolarmente celebre dal punto di vista turistico per le botteghe artigiane di presepi è via San Gregorio Armeno, un'antica strada nel centro storico di Napoli, dove è bello fare shopping e vedere anche personaggi dell’attualità.
Il presepe vivente
La tradizione del presepe vivente, sulla scia della prima rievocazione francescana, è diffusa in tutta la penisola. Nel presepe vivente viene proposta una breve rappresentazione teatrale che rappresenta, in una scenografia dedicata, la nascita di Gesù.
Nella Provincia di Crotone vengono messi in mostra presepi provenienti da tutta Italia nello scenario dei castelli medievali.
Di presepi viventi, invece, se ne possono trovare rappresentazioni in ogni parte  d’Italia. Tra i più noti e visitati, quello di Massa Lubrense (NA), di Assisi,  di Custonaci in (TP)  di Crispiano (TA) e quello di Pezze di Greco (BR). A Morcone (Benevento) ormai da trent'anni si realizza uno dei presepi viventi più conosciuti, denominato "Presepe nel Presepe" per le caratteristiche del paese in cui si svolge di origine medievale tutto arroccato intorno a se stesso, tanto da sembrare un presepe. Il percorso presepiale termina in una grande radura dove si svolgono le scene della Natività.
A Jesolo (Provincia di Venezia) dal 2002 ogni anno si svolge la manifestazione "Jesolo Sand Nativity", in cui artisti famosi scolpiscono presepi di sabbia, bellissimi e visitatissimi. In Val Gardena ad Ortisei ogni anno in casette di legno sono esposte diversi presepi di laboratori locali.
Il presepe nel mondo
Essendo un prodotto culturale, il presepe si diffonde nelle diverse culture con significati più diversi. Anche se l'idea di base, quella cioè di ricreare la profetica scena della nascita del Cristo, resta invariata, lo stesso non si può dire per i materiali usati e gli stili di costruzione dei diversi presepi. Per quanto concerne la diffusione del presepe nel mondo, possiamo suddividere tutte le varianti presepiali in due grandi macroaree: quella europea e quella comprendente il resto del mondo. In particolare appartengono all'area europea, con inconsuete varianti: il presepe spagnolo, quello provenzale, il presepe nei paesi di lingua tedesca e i presepi nei paesi dell'est europeo. Fanno parte, invece, della macroarea del resto del mondo maggiormente i presepi dei paesi dell'America Latina e quelli di origine orientale ed etnica.
Cosa ha assorbito dalle culture precedenti a quella cristiana, il presepe in Italia?
Per capire la tradizione e la genesi del moderno presepe, può essere utile ricordare la forma del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina. I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno). Esse erano poste in appropriate nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del solstizio d'inverno si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno. In attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini scoprivano giocattoli e dolci, deposti dai loro defunti nonni e bisnonni. Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), i cristiani tramutarono alcune feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone parte dei riti e delle date, ma mutando i nomi e i significati religiosi. In ogni caso, è bene mantenere la straordinaria tradizione del presepe che è e rimane un segno della cultura cristiana nel mondo, senza nulla togliere ai segni religiosi delle altre culture, visto che si sta facendo uno sforzo non indifferente da parte dei cristiani di rispettare tutto ciò che per loro è sacro.
Così con lo stesso cuore con cui oggi sono animati i cristiani sull’esempio di Papa Francesco, auguriamo a tutti di ogni razza, cultura, religione e pensiero, di trascorrere giorni felici in pace ed armonia, lontani da ogni bruttura che il Male- purtroppo- semina a piene mani oggi nell’umanità.
 

Maria de falco Marotta
Costume