"IL RE DI SOSTILA" 12.3.20.5
La storia di Fausto Mottalini sembra uscita da un antico libro di fiabe, di quelle che si narrano di sera accanto al fuoco. A sessant'anni suonati, il tecnico radiologo di medicina nucleare per oltre 30 anni nell'ospedale di Sondrio va in pensione anzitempo e si ritira a vita solitaria a Sostila un antico, minuscolo borgo in Val Fabiolo, abbandonato ormai dal secondo dopoguerra. "Qui ho trovato pace e serenità a contatto diretto con la natura, vivo dei frutti del mio orto, della legna a disposizione, di tutto ciò che il bosco mi offre, ed è sempre una grande gioia alzarmi al mattino per iniziare una nuova avventura in una valle fantastica come la Val Fabiolo. - E' la confessione di Mottalini, "sirtarol" doc e maratoneta provetto - Quassù non mi sento mai solo, ma sono felice lontano dagli stereotipi della vita quotidiana, dalle gabbie mentali in cui, senza accorgercene, spesso ci dibattiamo. Qui ho rimesso a nuovo la vecchia casa di nonna Rosina con cui tante volte m'inerpicavo in estate lungo i sentieri che da Sirta conducevano ad Aret. E mi piaceva perdermi tra i boschi, tra i torrenti e la vegetazione unica di una montagna silenziosa eppure ricca di armonie naturali a cui a volte unisco il suono del mio rudimentale flauto di Pan. Morta la nonna, però, il catenaccio della vecchia casa al numero civico 308 si è arrugginito nell'incuria e l'abbandono." Ma ora Mottalini, re incontrastato di Sostila, unico abitante di quattro case arroccate attorno all'antica pieve dove un tempo il parroco predicava per gli ultimi superstiti e dove la vecchia maestra insegnava agli ultimi bambini, vive dei frutti di una terra ostica, ma prodiga, e ancor più delle emozioni che solo la natura sa dare. Ma Mottalini è anche un esperto fotografo sempre in giro con il suo telefonino tuttofare con cui scatta splendide istantanee lungo le sue escursioni in montagna e con cui resta in contatto con le figlie Fabiola e Francesca e gli adorati nipotini Davide, Anna e Maria che impazziscono per lui. E' da questa sua grande passione per la fotografia che è nata la mostra "I colori della Val Fabiolo" nella sala espositiva del Palazzo della Provincia. "C'è stata tanta gente che ha apprezzato le immagini della Val Fabiolo scattate durante l'arco delle quattro stagioni, e molti sono rimasti sorpresi quando ho rivelato che ho usato semplicemente il mio telefonino e che le immagini sono state stampate in casa in modo molto artigianale". Le immagini di una valle straordinaria sono state messe in vendita e l'intero incasso sarà devoluto per la costruzione di un pozzo artesiano in Burkina Faso. Un Mottalini dunque anche impegnato nel sociale che annota puntualmente le sue sensazioni quotidiane, vivendo quasi di una spiritualità panteistica, lavorando con caparbia tenacia i campi e la vigna seguendo il ritmo di un vivere lento e benefico che fa bene al cuore.
Nello Colombo