I "FUORI PORTA"

Sono nati poco tempo fa, eppure si sono diffusi dappertutto dalle Alpi alla Sicilia, dal Piemonte a Trieste. E sono tanti, tanti…

Ormai i "Fuori Porta" sono diventati un ingrediente del paesaggio. Sono nati poco tempo fa eppure ormai li si vedono dappertutto. Niente e nessuno sfugge. Sono legioni nelle grandi città ma non scherzano neanche in quelle medie o in quelle più piccole. Li si nota persino nei paesi e, capita, anche nelle frazioni.

Incuranti del tempo e del clima. Sole a picco, maltempo, neve loro ci sono sempre. Non sempre gli stessi, si alternano, a qualsiasi ora. Qualcuno sparisce solo nei week-end ma altri imperterriti tengono il campo. Hanno, tutto sommato, una caratteristica abbastanza in comune: una certa aria quasi di tristezza e, se non proprio di tristezza, quantomeno di malinconica impazienza, quasi a desiderare ardentemente la fine dei loro turni. Turni che non sono gli stessi per tutti, ma variano di molto. C'è chi compare, ad esempio, una sola volta in un'intera mattina, o pomeriggio, o, in certi posti anche sera. C'è chi invece fa un via-vai, compare, si ferma il tempo necessario, scompare per poi riapparire e così via.

C'è una spiccata solidarietà fra loro che non ha bisogno di manifestarsi con le parole. Un 'fuori porta' è lì, nel suo turno. Arriva un altro 'fuori porta'. Non occorrono parole. Si mette al fianco. L'unione fa la forza sembra dire quello sguardo, ricambiato, che l'ultimo arrivato rivolge all'altro. Uno sguardo da martiri per un destino comune.

Dove sono?

Ma i posti quali sono? I più diversi, entro e fuori gli edifici. Quelli più appariscenti stazionano in prossimità della porta di un bar, di un ristorante, di un pub, di una sala giochi, di negozi vari. Quelli mano appariscenti li si trovano nei cortili, in spazi attigui agli uffici, sia pubblici che privati, a botteghe artigianali, ad aziende, persino alle scuole.

Ma chi sono?

Ma chi sono dunque questi "Fuori Porta"? Ma non dite che non l'avete capito! Sono i resti di quella sorta di invincibile armata che appestava bar, ristoranti, cinematografi, uffici, pubblici e privati, treni e bus e che riusciva perfino ad arrivare in cima alle più elevate vette alpine. Eravamo proprio tanti allora mentre oggi, cacciati dai posti comodi come il tavolo di luoghi di ristorazione, l'ideale per il dopo-caffè, come l'ufficio che conciliava lo sguardo perduto nel vuoto in auliche riflessioni, come la poltrona del cinematografo e via dicendo, la trasformazione si è compiuta. Costretti da leggi liberticide sono diventati i "Fuori porta", quelli che per fumare una sigaretta in santa pace debbono uscire all'aperto o andare in qualche camera a gas tipo quelle aeroportuali sul cui ingresso qualcuno ha invece avuto la spudoratezza di scrivere "sala fumatori".

L'ex

Sono quelli che non si sono per nulla impressionati dalle frasi terroristiche inserite sui pacchetti di sigarette da qualcuno che, sicuramente non fumatore, non ha capito niente della psicologia del fumatore.

Sono quelli che sanno 'che sarebbe meglio non fumare' ma che non hanno la voglia di farlo, e che invece potrebbero farlo senza il minimo sacrificio, con soddisfazione personale ed anche del portafoglio (basta fare due conti, e impressionarsi), se qualcuno gli spiegasse che è possibile e come sia possibile. Qualcuno disinteressato ma soprattutto un ex, uno che ha smesso non perché il dottore lo ha spaventato, o perché è ricorso a cose strane come l'agopuntura, ma semplicemente perché un bel mattino, appena sveglio, ha deciso di farlo.

Alfa

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