VIDEOFONINI, MULTE A CHI DIFFONDE IMMAGINI ALTRUI SENZA CONSENSO

Il Ministro della P.I. ha detto basta

Il Ministero dell’Istruzione ha detto basta alle immagini ‘rubate’ a scuola e diffuse attraverso la Rete o i videofonini. Basta, perché questo strumento – che può essere in alcuni casi utile e divertente - era spesso stato usato impropriamente dagli studenti. Fin dallo scorso anno scolastico, infatti, c’erano stati molti casi di bullismo o di ‘scherzi pesanti’ filmati e diffusi. Con danno e vergogna per le vittime e, certamente, pregiudicando gravemente anche la qualità della didattica. L’utilizzo di questi particolari e superaccessoriati telefonini era, infatti, un forte elemento di distrazione per i ragazzi. Il ministero ha dunque deciso di dire stop: non sarà vietato portare i videofonini a scuola bensì diffondere immagini altrui senza il consenso. Chi trasgredisce sarà multato con una cifra dai 3 ai 30 mila euro. Così formulato il divieto dovrebbe andare a colpire proprio gli autori di atti di cyberbullismo funzionando da deterrente. L’iniziativa è lodevole ma sorge un dubbio: non sarà che le gesta di questi ragazzini finiranno per pesare – e molto – sulle tasche dei genitori? Non che sia in assoluto sbagliato che i genitori paghino per gli errori dei figli, però c’è da considerare che quando i ragazzi sono a scuola sono affidati alla custodia di questa. Non dovrebbe essere la scuola ad impedire, magari vietando l’ingresso in classe dei telefonini, che i ragazzi contravvengano al divieto? Ecco, magari sarebbe auspicabile questa forma di impegno da parte degli istituti che potrebbero, per togliere ogni tentazione, imporre di depositare i cellulari all’ingresso garantendone la custodia per tutto il periodo delle lezioni. E, infine, male non sarebbe se le aziende produttrici di cellulari si impegnassero un po’ di più per mandare messaggi educativi ai ragazzi, così che imparino ad utilizzare con maggiore correttezza e rispetto degli altri questi evoluti mezzi di comunicazione.

Moige

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