) PEDOFILIA, UN PASSO AVANTI CONTRO QUELLA ON LINE – 2) CINEMA; APOCALYPTO NON E’ UN FILM PER MINORI
1) PEDOFILIA
C’è una novità nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia on line ed firmata dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Si tratta di un decreto dello scorso 2 gennaio; un regalo di Natale, appena posticipato, a tante famiglie e tanti minori che, ogni giorno, navigando nella rete rischiano di trovarsi di fronte ad immagini di abusi sessuali su minori. Il decreto è frutto di un accordo che il Ministero ha trovato con gli Internet Provider e la Polizia postale e delle comunicazioni. Dai primi di marzo, quando il decreto entrerà ufficialmente in vigore, la Polizia, dopo una tempestiva comunicazione al Ministero, oscurerà i siti con contenuti pedopornografici nell’arco di 6 ore. “Un passo avanti importante” lo ha definito la presidente del Moige Maria Rita Munizzi, “anche se non basterà da solo ad eliminare ogni problema – ha aggiunto – perchè insieme alla repressione serve anche tanta informazione ed educazione, ma in ogni caso questo decreto è un tassello in più nel contrasto alla pedofilia”.
2) APOCALYPTO
Dopo il successo, ma anche le polemiche suscitate dal film “The Passion” Mel Gibson ci riprova con Apocalypto, colossal per il cinema che ripercorre, con immagini crude e cruente, la fuga e lo sterminio del popolo Maya. Ancora una volta con il pretesto più o meno giustificato di fare arte, cultura e ricostruzione storica, sbarca nei cinema, con gran clamore pubblicitario, un film che, al di là e al di fuori del suo valore cinematografico, non è certo adatto alla visione dei minori di 14 anni. Troppo sangue, violenze, sevizie, stupri: abbastanza da sconvolgere uno spettatore adulto, decisamente troppo per i ragazzini già abbondantemente bombardati da volgarità e immagini crude. Eppure in Italia, diversamente da quanto avviene in molti paesi esteri, il film è stato mandato nelle sale senza alcun divieto. Potranno vederlo tutti, anche i bimbi di 10 anni. Ed è questo il più evidente risultato di una Commissione cinematografica evidentemente non adeguata ai suoi compiti, priva di regole chiare con cui operare e il funzionamento del quale deve essere assolutamente rivisto. I genitori infatti rappresentano solo 2 componenti su 10, tutti gli altri sono critici cinematografici o comunque persone senza una specifica sensibilità verso i minori. Per fortuna questa volta, se pur all’ultimo momento, la vista del film ai minori di 14 anni è stata vietata dal Tar del Lazio che ha accolto un ricorso del Codacons “ma – dice Elisabetta Scala, del Moige – non si può agire ogni volta sull’onda dell’emergenza: se il problema è strutturarle va affrontato per quello che è partendo dalla composizione della commissione. La prossima volta potrebbe non andare così e un film del genere potrebbe essere messo veramente alla portata di tutti, dobbiamo affidarci a delle regole e a delle competenze, non alla tempestività delle proteste”.
Moige