LA TASSA SUI CANI E SUI GATTI. E PERCHE' NO ALLORA LA TASSA SUI PAPPAGALLI, QUELLA SUI CANARINI E QUELLA SULLE OCHE? 12.5.20.35

Io non c'ero e se c'ero dormivo. Sembra questa la posizione di molti, persino dell'ANCI, l'Associazione dei Comuni Italiani, dopo le reazioni alla notizia secondo cui cani e gatti stavano per essere tassati.

Ne stavano discutendo alla Camera, alla XII Commissione, Affari sociali che era anzi in dirittura di arrivo visto che aveva dato l'assenso per il Governo il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. Abituato al Circolo Montecitorio a rispedire la palla da buon tennista ha tentato di farlo anche in Commissione. La pallina è però finita in rete avendo dichiarato dopo le prime reazioni "La mia era soltanto una battuta". Peccato, infatti, che gli atti parlamentari dicano ben altra cosa.

Il trio misto

Era del resto in buona compagnia, con un trio misto (al tennis non si va oltre il doppio). Della partita infatti il relatore, Gianni Mancuso, che è stato più schietto ammettendo e dando anche una giustificazione: "Era una tassa di scopo con la finalità di contrastare il randagismo". Della partita, e due, l'on. Rodolfo Viola che, come autore dell'emendamento "fiscale" era finito sulla graticola. Non volendo finire sbranato dalle decine di milioni di propietari di cani e gatti ha precisato che l'introduzione della tassa non era proposta sua. Lui, come da incarico, aveva redatto quel che la commissione collegialmente e unanimemente aveva deciso. E che questo sia vero è documentato da un altro emendamento approvato, quello dell'IDV che esonerava dal pagamento i proprietari di segugi e felini che fossero stati adottati prelevandoli da una struttura comunale.

Della partita, e tre, anche l'ANCI. Il Presidente nazionale Del Rio ha vistosamente smentito ma i parlamentari della commissione confermano che l'OK, così come quello del governo c'era stato e come!

Gravità, oltre le reazioni

Due gli elementi di giudizio.

Il primo: 44 parlamentari, alcuni di primo piano, - e gli assenti, come si sa, hanno sempre torto per cui devono condividere la sorte dei colleghi - decidono una cosa senza neppure lontanamente rendersi conto di quale macroscopica reazione di rigetto si innesca nella pubblica opinione, compreso che di cani e gatti non ne ha. Distacco cioè dal Paese reale.

Il secondo: c'era una volta la tassa cani, comunale. Fu abolita perchè si documentò che il costo della riscossione superava il gettito. Se poi per i cani in qualche modo si può arrivare alla tassazione, con i costi relativi, hanno pensato tali parlamentari a come procedere per i gatti? Spediamo la Finanza a casa della genete a vedere se possiedono o no un gatto per fare pagara tassa e, se occorre, sanzioni? Distacco cioè dai problemi amministrativi.

Oltre le reazioni

Oltre le reazioni negative, generalizzate, anche ironia e sarcasmo.Logico infatti chiedersi, fosse passata la tassa sui cani e gatti, se con zampate successive non fosse il caso di estenderla a papagalli, canarini e poi - visto che a Sondrio gira tranquilla al guinzaglio dei padroni, un'oca - anche alle oche. Esoneriamo pure furetti, criceti, scimmiette, tartarughe e rinoceronti...

La parte serie

Giusto, dopo la fesseria dell'emendamento, di parlare del provvedimento generale che, al contrario, è una cosa seria. Lo facciamo in altro articolo.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
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