NO del CAI a qualsiasi tipo di mezzo a motore in montagna

NO A ELISKI E FREQUENTAZIONE DEI SENTIERI CON MEZZI MOTORIZZATI.
Al recente convegno di Mountain Wilderness il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti ribadisce che il vigente Codice della strada non consente la circolazione dei mezzi motorizzati sui sentieri.

Il Club alpino italiano conferma la propria contrarietà alla frequentazione della montagna per fini di svago con qualsiasi tipo di mezzo a motore: dalle moto da enduro ai quad, dalle motoslitte agli elicotteri. Il concetto è stato ribadito dal Presidente generale Vincenzo Torti oggi a Lanzo Torinese (TO), in occasione del convegno “Turismo degli elicotteri o turismo del rispetto”. L'appuntamento è stato organizzato da Mountain Wilderness prendendo spunto dalla delibera approvata il 30 novembre 2016 dal Comune di Balme (TO), con la quale si vieta qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio, sia estiva che invernale.

“Non posso che condividere totalmente le ragioni ispiratrici e i contenuti di quanto deliberato dalla Giunta comunale di Balme”, ha affermato Torti. “Non ho dubbi sulla fondatezza dell’opinione del Sindaco Bruno De Matteis per cui questo divieto avrà una positiva ricaduta di una vera promozione turistica, non quella del mordi, distruggi e fuggi. Scelte come quelle di Balme e della Valle Maira saranno vincenti come investimento turistico per il futuro già nel breve periodo”.

L'intervento di Torti si è poi focalizzato sulle disposizioni specifiche del Codice della Strada, “il cui articolo 2 dice chiaramente quali sono le strade destinate alla circolazione dei mezzi motorizzati e, tra esse, non vi sono i sentieri, le mulattiere e i tratturi. Ve ne è quanto basta per affermare che la circolazione dei mezzi a motore sui sentieri è in contrasto con la Legge”.

Luca Calzolari - Responsabile Ufficio Stampa CAI
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Quando il latino aveva ancora la sua importanza venivano snocciolate una serie di pillole di saggezza come costume di vita. Una di queste recita "In medio stat virtus". Un freno alle attività citate è giusto che vi sia ma il NO assoluto è un errore. Un esempio concreto viene da Chiareggio. 20 o 30 anni fa si arrivava, in pochi intimi, con gli sci ai piedi. Poi ha cominciato a funzionare un alberghetto e ottimo ristorante, cuoche eccezionali madre e sposa del "professore". Così era chiamato l'Alberto che aveva acquistato e sistemati l'ex casermetta della Finanza. Oggi vi è un consistente arrivo di turisti, più strutture ricettive e nessuna controindicazione perchè chi va lassù ci va perchè ama la montagna. A fianco di quelli e a piedi o con gli sci ai piedi da S. Giuseppe a Carotte e via via sino a Chiareggio - per poi andare in Forbesina dopo il pranzo, ci sono perrsone  che riescono ad andare lassù solo perchè c'è chi dà loro un passaggio sulla motoslitta attrezzata. Ormai + qualche anno che le cose vanno così e non risulta che vi sia stato un solo episodio spiacevole, anche rispetto all'ambiente (ndr)

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