Il Governo ce l'ha fatta: basta soldi ai partiti. Tutte le novità. Ma c'è dell'altro da mettere sul tavolo del Parlamento

Altra tematica: deve essere gratuito l'impegno nei vari Enti. Fumo negli occhi per eludere l'attenzione sui privilegi? E incarichi pubblici solo per chi può...

Da oggi il finanziamento pubblico ai partiti, sia il rimborso delle spese per le consultazioni elettorali sia i contributi pubblici erogati per l’attività politica e a titolo di cofinanziamento, è morto per legge. In teoria potrebbe resuscitare solo se il Parlamento non convertisse il Decreto Legge varato dal Governo ma l'eventualità ha una probabilità di concretizzazione pari a quella che abbiamo tutti noi di fare un sei al Superenalotto. Succedesse infatti ci sarebbe la rivoluzione!
Lo Stato non erogherà più un €uro anche se, ovviamente, con gradualità dal 25% vel 2014 sino allo zero del 2017. Saranno i cittadini, se lo ritengono, di poter destinate il 2 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) al partito che vuole se però ha regolare statuto e condizioni di trasparenza come ci accingiamo a illustrare. In buona sostanza lo stesso meccanismo in vigore per il volontariato (5 per 1000) e per le confessioni religiose (8 per 1000).

Il 2 per 1000
Fra neanche tre settimane con la chiusura del rubinetto dei soldi cambia il regime e inizia quello nuovo perchè per chi vuole si basa, e solo per chi vuole, sulle dichiarazioni dei redditi 2013.

Contributi ai partiti
Come per le altre due categorie dall’imposta lorda sul reddito si potranno detrarre “le erogazioni liberali in denaro effettuate da cittadini.  Non del tutto: del 37 per cento per importi compresi tra 30 e 20.000 euro annui e del 26 per cento per importi compresi tra 20.001 e 70.000 euro annui. Possibile detrarre il 75 per cento delle spese sostenute dalle persone per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti (tetto massimo di 750 euro annui). Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle società, si potrà detrarre il 26% dell’onere per 'le erogazioni liberali' in denaro per importi compresi tra 50 e 100.000 euro.

Le condizioni per i partiti
- I partiti se vogliono avere i soldi  devono dotarsi di statuto che andrà ai Presidenti del Senato e della Camera che a loro volta li inoltreranno alla “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici”.
- La Commissione dovrà controllare regolarità e conformità della rendicontazione, trasparenza e pubblicità di partiti.
- La Commissione, se scoopre che qualcosa che non va, applicherà una sanzione pecuniaria pari all’importo non dichiarato o difforme dal vero.
- I partiti, per trasparenza e per l’accesso alle informazioni relative a Statuto, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci, dovranno avere un sito internet che assicuri accessibilità anche alle persone disabili.

Partiti ammessi
I partiti politici iscritti nell’apposito elenco depositato alla Commissione possono essere ammessi, a richiesta:
- al finanziamento privato in regime fiscale agevolato se hanno almeno un eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il Senato, la Camera, il Parlamento europeo o in uno dei consigli regionali o delle provincie autonome di Trento e Bolzano o abbiano presentato nella medesima consultazione elettorale candidati in almeno tre circoscrizioni per il rinnovo della Camera, tre regioni per il rinnovo del Senato o in un consiglio regionale o delle province autonome o in almeno una circoscrizione per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettante all’Italia;
alla ripartizione annuale del 2 per mille se hanno conseguito nell’ultima elezione almeno un eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il Senato, la Camera o per il Parlamento europeo.

Limiti
- Ciascuna persona fisica non può versare o dare contributi in beni o servizi in favore di un singolo partito politico più di 300.000 euro né più del 5 per cento dell’importo dei proventi iscritti nel conto economico del partito.
- Soggetti diversi dalle persone fisiche al massimo possono arrivare ai 200.000 euro.

Rovvedimenti per le donne
- Se nelle liste alle elezioni di Camera, Senato o Parlamento europeo, uno dei due sessi è rappresentato in misura inferiore al 40% le risorse spettanti al partito sono ridotte dello 0.5 per cento per ogni punto percentuale di differenza tra 40 e la percentuale dei candidati del sesso meno rappresentato (limite massimo complessivo del 10%).
Sanzioni anche per quei partiti che non destinano il 10 per cento delle somme ad essi spettanti (destinazione volontario del 2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche) ad iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne in politica.

Critiche?
E adesso aspettiamo le critiche che ci saranno di sicuro. Ci sarà anche chi dirà che non va bene neppure questo perchè non bisogna concedere niente. Lo strano è che chi sostiene questo spesso fa parte di quella categorie di persone che sarebbe del tutto fregata se si seguisse quel che vogliono. In tal caso infatti chi si fregherebbe le mani? Chi ha i soldi. Chi resterebbe al palo? Chi di soldi non ne ha. L'attività politica infatti costa come qualsiasi altra attività. Il volontariato non basta. Le campagne elettorali costano, gli aspetti organizzativi costano, la formazione, indispensabile in un Paese moderno, costa. Occorrono limiti e soprattutto trasparenza se non si vuole consegnare il Paese alle lobbies che sicuramente non sono dalle parti della povera gente e dei cittadini normali.

Province, e altri Enti, in mano a chi ha i soldi
Il pericolo di cui sopra , da sventare con le nuove norme illustrate, adesso riguarda le Province nella nuova versione di Enti di secondo livello, quasi una specie di Consorzio di Comuni. Il Presidente deve essere un Sindaco che, dopo il tempo speso in Comune per mandare avanti le cose quotidiane, dovrà passare in Provincia. Lì non ha più la Giunta e quindi ore e ore di lavoro svolto dagli attuali assessori, per cui di tempo per il suo eventuale lavoro e per la famiglia ne resterà ben poco, qualche domenica se priva di impegni. L'unico rimedio potrebbe essere quello di mettere un divano letto e anche un fornelletto in modo da farsi anche un piatto di spaghetti per non mangiare sempre un panino. Chi può permettersi di scegliere questa strada? Ci sono solo tre categorie:
- un pensionato che disponga di una buona pensione
- un dipendente pubblico che ottenga il beneplacito, di fatto una dispensa dal suo lavoro
- un interessato, diretto o indiretto
La terza opzione è la più pericolosa soprattutto nel caso di interesse indiretto. Un esempio per tutti quello di una lobby, un'azienda, un privato o gruppi privati che mirano ad essere entro il sistema istituzionale, anche solo per avere notizie in modo privilegiato. Sicuramente comunque non possono certo impegnarsi in una attività del genere i professionisti, i lavoratori autonomi, i giovani, i dipendenti che in azienda svolgono compiti particolari. Demagogia imperante l'impegno pubblico, comunque svolto, deve essere gratuito. Addirittura chi lo svolge deve pagare di tasca sua l'assicurazione! Demagogia pura: mostrare i muscoli dicendo agli italiani che si eliminano i costi della politica, persino facendo operare gratis la gente in modo che non si pensi, guarda un po', a ridurre i compensi dei parlamentari portandoli al valor medio europeo,  a ridurre i compensi dei manager pubblici portandoli al valor medio europeo,  a ridurre i compensi cumulativi portandoli al valor medio europeo, a ridurre inammissibili stipendi di alti gradi della pubblica amministrazione portandoli al valor medio europeo,  di rivedere scandalosi stipendi dei dipendenti di Camera e Senato, di eliminare ogni benefit non giustificato da esigenze di pubblico interesse.
No, questo non si fa e per farlo dimenticare si butta in pasto alla pubblica opinione, giornali distratti al punto di non accorgersene, la grande conquista: gli amministratori delle Province, delle Comunità Montane, di tanti altri Enti operino gratuitamente!
Non c'é forse qualcosa che non va?

E non è il caso che nella discussione per la conversione in legge del D.L. Questa tematica trovi qualcuno che la sviluppa?

 

L.Alessandrini
Costume